A Milano in migliaia in fila per regolarizzarsi

Dal capoluogo lombardo è stato inoltrato il maggior numero di domande di regolarizzazione. Perplessità dei sindacati
Immigrati in cerca di soggiorno

Su 98 mila permessi di soggiorno che verranno rilasciati a livello nazionale, un quarto delle domande – secondo le stime – è atteso dalla Lombardia, e di queste la metà dal capoluogo. Soltanto dopo l’11 febbraio si potrà capire esattamente il numero di permessi di soggiorno che spetteranno a questa regione e a Milano, quando il Ministero degli Interni attribuirà le quote a livello locale sulla base del numero di domande effettivamente arrivate e sulla base del fabbisogno di forza lavoro espresso dalle parti sociali.

 

Se dalla Lombardia arriverà il 25 per cento delle richieste, la stessa cifra le sarà attribuita per i nuovi ingressi e, di questi, ben 12mila saranno per Milano e provincia. «In realtà – sottolinea Maurizio Bove, dell’ufficio immigrazione della Cisl – non si tratta di nuovi immigrati in arrivo, ma semplicemente di persone che sono già in Italia e che attraverso questa sanatoria mascherata riusciranno finalmente ad avere i documenti. I datori di lavoro avranno infatti, dopo anni di attesa, il nullaosta ad assumerli e a regolarizzarli».

 

«Molti, secondo la procedura, dovranno tornare in patria, andare al consolato a ritirare il nulla osta e poi rientrare a Milano – aggiunge Riccardo Piacentini, responsabile area immigrazione della Cgil – una vera assurdità».

 

Intanto gli uffici dei sindacati sono presi d’assalto. Alla Cisl di via Tadino si sono presentate 2mila persone, alla Camera del lavoro di Porta Vittoria oltre 3mila. Alcune centinaia di persone hanno affidato la propria speranza al server del patronato sindacale, non sentendosi sicuri nel seguire la procedura da casa. La Cgil ha attivato 23 computer per spedire le pratiche, la Cisl ha cercato di convincere tutti a fare da casa perché «C’è maggiore probabilità di riuscire ad inserire la propria domanda in un punto più alto della graduatoria, in quanto conterà l’ordine temporale di arrivo – spiega Bove –. Ma molti non sono pratici di Internet o semplicemente non hanno il computer a casa». Infatti, negli ultimi giorni, denunciano i sindacati, alcuni phone center sono arrivati a chiedere fino a 100 euro per la prenotazione di un posto per il fatidico click day.

I più letti della settimana

Tonino Bello, la guerra e noi

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons