A Cuneo il confronto continua

Le elezioni sono state precedute da una scissione interna alla politica, che ha avuto riflessi anche sui cittadini: il punto sul lavoro di ricostruzione del dialogo da parte dei due candidati giunti al ballottaggio
cuneo

Alle elezioni non si era arrivati in maniera indolore: degli otto candidati a sindaco, infatti, due erano usciti da una rottura consumatasi in area Pd. Il sindaco uscente, Alberto Valmaggia, aveva infatti deciso insieme ad altri del partito di non sostenere il candidato uscito dalle primarie, Gigi Garelli, promuovendo un progetto alternativo che si è poi concretizzato in una coalizione di liste civiche e Udc con a capo Federico Borgna. Ironia della sorte, sono stati proprio Garelli e Borgna ad arrivare al ballottaggio, che ha visto uscire vincente quest’ultimo con poco meno del 60 per cento dei voti. Cose che succedono in politica, si dirà; però la scissione ha avuto un certo impatto sulla cittadinanza, specie in tempi in cui la litigiosità dei partiti è spesso additata come una delle cause della loro distanza dalla popolazione. Ad un mese dall’ultimo appuntamento con le urne, abbiamo chiesto al neosindaco e al suo (ormai ex) sfidante un bilancio sulla questione.

Le elezioni a Cuneo sono state precedute da una frattura politica che, nonostante l’atteggiamento di apertura al dialogo mostrato dai candidati giunti al ballottaggio, ha avuto riflessi anche sulla popolazione: a un mese dall’elezione, che cosa pensa possa aiutare – o stia già aiutando – i cittadini ad andare al di là delle difficoltà intervenute?
Borgna: «La frattura è stata originata prevalentemente da questioni programmatiche su alcune infrastrutture, in particolar modo la realizzazione della tangenziale: una parte del centrosinistra le riteneva fondamentali, un’altra no, per cui si è consumata una rottura interna alla stessa parte politica. Questo ha funzionato da catalizzatore anche per altre questioni, per cui in città è nato un forte dibattito su diversi nodi non sciolti; ma non credo sia stato vissuto come uno scontro. Dopo le elezioni, mi sembra ci sia con le opposizioni un approccio di dialogo costruttivo, senza scontri pregiudiziali o ideologici: il che non significa che gli strappi siano stati ricuciti, ma un onesto confronto nel rispetto delle differenze».
 
Garelli: «In realtà credo che le elezioni non abbiano generato, ma piuttosto fatto emergere una spaccatura già presente in città. Di fronte alla crisi che anche qui si fa sentire, seppur in maniera meno forte che altrove, si sono contrapposte due visioni: una che ritiene di superarla rimanendo saldi finché è passata, l’altra che intende affrontarla cercando strade nuove insieme al mondo associativo e ai soggetti della società civile. Mi preoccupa che la nuova amministrazione non abbia ancora preso alcun provvedimento in questo senso. Per quanto i rapporti umani si recuperino, è una frattura che rimane, e non vorrei che questa si traducesse in risentimenti personali: spero si trovino gli spazi per una sana dialettica socio-politica, che è il sale della democrazia e l’unico modo per sanare questa divisione».
 

Nonostante questa frattura, la tornata elettorale è stata occasione di significativa partecipazione da parte di molti cittadini: è un interesse che continua? E come mantenere e incoraggiare questo coinvolgimento?
Borgna: «Indubbiamente la forte partecipazione, evidenziata anche dall’alto numero di candidati a consigliere, è stata un segnale positivo: molti cittadini si sentono motivati a fare qualcosa in prima persona, a rimboccarsi le maniche invece di lamentarsi. Ora stiamo cercando di trovare le forme giuste per continuare a coinvolgere la città: ad esempio le liste civiche hanno storicamente portato avanti un lavoro di raccordo con la popolazione, grazie alle assemblee aperte che tengono ogni settimana».
 
Garelli: «L’impegno dei cittadini continua, anche se in maniera ridotta rispetto al periodo elettorale. C’è stata una partecipazione bellissima: tante persone che si erano allontanate dalla politica sono tornate, perché coinvolte da temi che erano spariti dal dibattito – come l’acqua pubblica, i trasporti e la trasparenza dell’amministrazione – e che anche i partiti hanno invece riconosciuto come cruciali. La mia coalizione continua la serie di incontri iniziati in precedenza, per mantenere il contatto con la gente: vorremmo così funzionare da interfaccia tra il Consiglio e i cittadini, e tra i cittadini e il Consiglio. Con la legge Bassanini, che ha dato un forte potere a sindaco e Giunta, si rischia infatti che in assemblea arrivino solo temi molto generali, oppure viceversa troppo specifici e legati alla contingenza: il tutto a scapito dei temi “intermedi”, come la tutela del paesaggio e la gestione del territorio. Sono questioni che stanno a cuore alla popolazione, e che vorremmo portare in Consiglio».
 

Quali sono i punti programmatici delle due coalizioni su cui pensa sia più facile che si realizzi una sinergia, e su quali invece prevede maggiori difficoltà?
Borgna: «Con entrambe le minoranze abbiamo alcuni temi comuni: ad esempio le politiche sociali con quella alla nostra sinistra, e le infrastrutture con quella alla nostra destra. Su questi non credo ci saranno problemi. Mi risulta invece più difficile prevedere quali possano essere i punti di divisione: probabilmente la visione di città che vogliamo dare nei prossimi anni, in particolare in merito ad alcuni interventi sul piano regolatore, sulla limitazione delle nuove edificazioni e sul recupero dell’esistente, che potranno essere motivo di acceso confronto».
 
Garelli: «La scorsa amministrazione, con cui l’attuale si pone in continuità, ha lavorato molto bene sulle politiche sociali e del lavoro, per cui in questi campi confido in una buona cooperazione. Più difficile sarà trovare un accordo sul piano regolatore, sui trasporti, sulle infrastrutture e sulla gestione del territorio. Altra questione è la mancanza di spazi aggregativi pubblici per i giovani, pur essendo Cuneo una città di 55 mila abitanti: abbiamo individuato alcune proposte che presenteremo al Consiglio. A preoccuparmi è però il fatto che a un mese dalle elezioni sindaco e Giunta non abbiano ancora fatto un discorso programmatico preciso: aspetto con ansia il prossimo Consiglio del 2 luglio, dove spero ci si possa confrontare sul programma».
 

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