Sfoglia la rivista

Mondo > Medio Oriente

Israele in guerra contro tutti, compreso se stesso

di Bruno Cantamessa

Bruno Cantamessa Autore Citta Nuova

Nonostante le pressioni statunitensi e le continue richieste di buona parte della società civile israeliana di dare priorità alla liberazione degli ostaggi e ad accordi di pace, il governo israeliano prosegue nella sua narrazione che inneggia all’“imminente” vittoria su tutti e contro tutti.

I familiari piangono la salma del giornalista Ismail Abu Hatab, ucciso in un attacco aereo israeliano presso l’ospedale Al-Shifa di Gaza City, il 30 giugno 2025. Secondo il Ministero della Salute di Gaza, 24 palestinesi sono stati uccisi dopo che l’esercito israeliano ha preso di mira l’Al-Baqa Café, situato sul lungomare di Gaza City. Ansa, EPA/HAITHAM IMAD

In attesa di capire se ci sarà una tregua a Gaza, e soprattutto come sarà, è comunque evidente che non ci sarà una pace. La tregua potrebbe anzi rivelarsi – almeno nelle velleità del governo israeliano – un passo intermedio verso la deportazione dei gazawi, se non di tutti i palestinesi.

Nel frattempo, il premier israeliano Netanyahu non perde tempo per mantenere la guerra su tutti i sette fronti aperti. Dopo gli attacchi e le stragi di Hamas del 7 ottobre 2023, il governo israeliano ha più volte affermato che sta combattendo una guerra su sette fronti: contro Hamas a Gaza, Hezbollah in Libano, i palestinesi in Cisgiordania, gli Houthi nello Yemen, i nuovi leader in Siria, le milizie sciite in Iraq e il regime degli ayatollah in Iran.

Ma in questi giorni sembrano intensificarsi anche altri due conflitti, interni allo stesso Israele: quello per l’arruolamento militare obbligato degli studenti ultraortodossi (haredim), finora esenti; e quello per l’espulsione dal Parlamento (Knesset) di Ayman Odeh, deputato del partito di sinistra arabo-israeliano Hadash-Ta’al, già leader della Lista Unita dei partiti arabi.

In Israele, tutti i giovani a partire dai 16 anni sono soggetti alla leva obbligatoria: 3 anni per gli uomini e 2 per le donne: tutti tranne gli haredim che studiano nelle yeshiva, le scuole religiose ebraiche. E questo fin dal 1948, quando gli esentati dalla leva erano un centinaio o poco più. L’attuale maggioranza di governo, che si regge anche sui partiti religiosi ultraortodossi (oltre che sul Likud e sull’estrema destra) ha cercato in tutti i modi di mantenere l’esenzione dal servizio militare per gli studenti ultraortodossi. Ma nel contenzioso tra governo e Corte Suprema, alla fine l’esenzione dall’obbligo di leva sembra ormai esclusa per i giovani ultraortodossi che finora ne hanno goduto.

In questo quadro, l’Idf (esercito israeliano) starebbe per inviare 54 mila ordini di leva obbligatoria, che comprendono anche gli studenti delle yeshiva. L’ordine prevederebbe pesanti sanzioni per chi non si presentasse: 12 giorni dopo la terza convocazione il renitente sarà ritenuto disertore. E per intercettare i disertori verranno istituiti anche posti di blocco sulle strade. Complessivamente i giovani delle scuole religiose ebraiche sarebbero oggi circa 80 mila: difficile pensare che decine di migliaia di studenti si assoggetteranno senza batter ciglio all’obbligo di leva, ma è anche difficile ipotizzare una caccia a migliaia di disertori in tutto il paese, senza conseguenze sociali e politiche.

L’altro conflitto interno è quello per l’impeachment (che probabilmente verrà sancito dal plenum della Knesset il 14 luglio prossimo) nei confronti del deputato Ayman Odeh, leader del partito arabo-israeliano Hadash-Ta’al e già leader carismatico della Lista Unita dei partiti arabi alla Knesset, prima dell’attuale legislatura. Nelle ultime elezioni, del 2022, Hadash-Ta’al ha ottenuto quattro seggi, nonostante l’innalzamento della soglia di sbarramento che ha penalizzato i partiti arabi. Va detto che i cittadini arabo-israeliani costituiscono oltre il 20% della popolazione, circa 1,8 milioni di persone.

Una delle accuse al governo rivolte in parlamento da Ayman Odeh (che in passato ha più volte espresso la propria condanna per gli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023 e auspica una lotta palestinese disarmata), è stata a maggio scorso: “Questa è una guerra contro persone innocenti, avete ucciso 50 mila residenti a Gaza, 18 mila bambini, e non avete ancora una vittoria politica”.

L’espulsione di Odeh dal Parlamento (di cui è appunto membro eletto) ha sollevato l’indignazione di molti cittadini, compreso il notissimo giornalista Gideon Levy, che il 2 luglio ha scritto sul quotidiano Haaretz: “Il vero volto dell’opposizione è stato rivelato (…) quando la Commissione della Knesset ha approvato l’espulsione di Ayman Odeh dalla legislatura. Dei 16 membri della commissione che erano idonei a votare, 14 hanno sostenuto la mozione, compresi i legislatori dei partiti di opposizione (…). Nessun membro ebraico della Knesset si è opposto a questa riprovevole mossa ultranazionalista che coinvolge l’esclusione degli arabi. Nessuno”.

E più avanti, nell’infuocato atto d’accusa contro l’opposizione che vota con la maggioranza, Gideon Levy aggiunge: “Odeh non ha bisogno di difesa. È uno dei membri migliori e più impressionanti del parlamento israeliano e uno dei suoi più grandi democratici (…). Qualsiasi novizio politico capisce che espellere Odeh è un preludio all’espulsione di tutti i partiti arabi dalla Knesset, seguita dal diniego ai cittadini arabi del diritto di voto. Questo è il piano. La destra lo guida con determinazione, e l’opposizione sottomessa lo sta attuando”.

In questo clima politico intransigente e violento, la tregua di Gaza, quando verrà (ed auspico e spero che venga presto), non sarà comunque una pace. Perché non ho dubbi sul fatto che la pace potrà venire soltanto dalla cooperazione tra ebrei e arabi, che è del resto un punto chiave del programma di Ayman Odeh e la speranza di molti cittadini israeliani, sia ebrei che arabi.

Riproduzione riservata ©

Sostieni l’informazione libera di Città Nuova! Come?
Scopri le nostre riviste,
i corsi di formazione agile e
i nostri progetti.
Insieme possiamo fare la differenza! Per informazioni:
rete@cittanuova.it

Esplora di più su queste parole chiave
Condividi

Ricevi le ultime notizie su WhatsApp. Scrivi al 342 6466876