25 anni fa l’accordo di pace

Il buio della guerra manteneva il Centro America dissanguato. Da fuori si attizzava il fuoco e all’interno l’incapacità di reagire minava le speranze
Guatemala

Si sono compiuti 25 anni dalla firma del piano di pace conosciuto come Acuerdo de Esquipulas II, celebrata a Guatemala il 7 agosto 1987, che vide riuniti i  5 Presidenti centroamericani e i cancellieri latinoamericani dei paesi integranti il Gruppo Contadora e il Gruppo di Appoggio, impegnati nella soluzione dei conflitti in Centro America. 

La sua importanza si potrebbe riassumere dicendo che bloccò la scalata autodistruttiva alle guerre intestine che dilaniavano in particolare Nicaragua, Guatemala e El Salvador, per sostituirvi  meccanismi di dialogo. Fu il preambolo necessario ai Trattati di pace che ne seguirono.

La regione centroamericana si era infiammata con l’irruzione dei movimenti guerriglieri in rivolta contro i governi autoritari dell’epoca. Russia (con Cuba) e Stati Uniti, dietro le quinte erano i burattinai di una rappresentazione macabra con in ballo il dominio sui governi della regione.

Navi cariche di armi fornite dalle superpotenze, campi segreti di addestramento per migliaia di giovani che poco sapevano della posta in gioco, popolazioni che si stancavano a forza di scavare fosse. Questi i tratti di una guerra fratricida. Dal 1983 c’erano state altre iniziative importanti fra questi la formazione del Gruppo Contadora (Messico, Venezuela, Colombia, Panamá) e poi il Gruppo di Appoggio (Argentina,Brasile, Perú e Uruguay)  i cui sforzi prepararono l’iniziativa di Esquipula II.

Cesar Arias (poi insignito dal Nobel per la Pace) un anno prima era stato eletto Presidente dI Costa Rica e aveva avvertito il suo paese che non poteva restare a lungo estraneo alla guerra che divampava nei paesi vicini.

Le migliaia di rifugiati che oltrepassavano le loro frontiere erano i messaggeri della tragedia. Fu lui uno dei più attivi promotori della riunione dei 5 Presidenti che capirono  la responsabilità storica che ricadeva su di loro. Da fuori gli sforzi per pacificare erano stati vani, bisognava assumersi le proprie responsabilità.

Fino ad allora, l’idea di un Centro America come spazio comune era patrimonio di pochi. I rapporti internazionali erano determinati dal rapporto di ogni Stato con gli Stati Uniti. Dall’iniziativa di Esquipula II si consolida invece l’idea di un Centro America integrato, che sfocerà in una dinamica di concertazioni e architettura diplomatica per un inserimento internazionale della regione.

La firma dell’Accordo produsse la pace e una serie di impegni rivolti alla rinuncia definitiva alla violenza come strumento di risoluzione di conflitti, alla democratizzazione della politica e delle istituzioni, alla cooperazione per lo sviluppo e ai tanti programmi sostenuti dalla comunità internazionale per dotarli di consistenza.

Il Segretario Generale ONU  e i paesi europei, gradualmente presero posizione per un sostegno concreto di tutte le iniziative rivolte allo sviluppo, conformando così una  cooperazione internazionale per la pace ancora attivo a sostegno di questa area del pianeta così depressa in termini economici.

Certo, il percorso della democrazia di qualità è ancora lungo, i problemi della sicurezza sembrano confermare che la violenza strutturale non è scomparsa, la povertà delle grandi masse sembra mettere in dubbio la bontà del sistema. Ma si è iniziato.

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