“L’azzardo? Non è un gioco”

10 mila copie distribuite nei Sert della Asl di Genova per  contrastare il fenomeno del gioco d'azzardo
Gioco

Al Galata, Museo del Mare di Genova, si è parlato di gioco d’azzardo, cioè di una emergenza sociale che investe ormai  larghe fasce della società. Secondo Nando Dalla Chiesa, intervenuto al convegno, il gioco d’azzardo è un grande luogo di riciclaggio. Ci sono 41 clan mafiosi che fanno affari d’oro con il gioco d’azzardo e in Liguria la mafia è pienamente protagonista.

Da Levante a Ponente la Liguria non è risparmiata dal malaffare. A La Spezia fa affari con i videopoker, mentre nel Ponente il grosso degli affari la criminalità organizzata lo ricava dallo smaltimento dei rifiuti, dalla sanità e dalle casa da gioco. 76 mila euro è il giro d’affari fatturato, ma a questi si devono aggiungere almeno 10 miliardi di fondi occulti.

Ecco perché il Comune di Genova ha approvato recentemente un regolamento per l’apertura della sale da gioco.  «Ora – dice il sindaco Doria – ci poniamo come obiettivo la cooperazione con altri comuni che si occupano di questo fenomeno, speriamo che il Parlamento presto si dia da fare in questo senso».

Di piaga sociale ha parlato il cardinal Bagnasco intervenuto alla presentazione della pubblicazione “L’azzardo? Non è un gioco” realizzato dal dipartimento di Salute mentale e dipendenze della Asl 3 di Genova, in collaborazione con la fondazione anti-usura, che opera da ormai parecchi anni sul territorio. L'azzardo – ha detto Bagnasco – come la droga e l'alcol, esprime una filosofia di vita. Non si tratta di episodi, di piccoli gesti perché esprime una concezione del vivere che è assolutamente inaccettabile, una visione che lucra su tre livelli, su tre forti debolezze: la povertà materiale, la fragilità spirituale e psicologica della gente e sulla cultura del brivido.

Coloro che si affacciano e diventano dipendenti di questa forma di droga che è l'azzardo non sono solo i poveri dal punto di vista materiale, ma anche quelli che sono fragili spiritualmente, che vogliono sperimentare e vivere il brivido. Tutti coloro che hanno responsabilità nella diffusione del gioco d'azzardo devono prendere atto che è una piaga individuale e sociale che corrompe l'anima, la mente, il modo di pensare e di vivere di giovani e adulti promettendo una vita facile, ma devastando – nei fatti – singoli e famiglie.

La coscienza generale sta maturando in questa direzione rispetto a tempo addietro e questo è un segno positivo, promettente perché prendendo sempre più coscienza del problema si possa, ognuno nel proprio ambito, intervenire in modo decisivo. L'assessore regionale alla Salute, Claudio Montaldo, ha detto: «Spero che si comincino a sospendere le autorizzazioni per l'apertura di nuove sale da gioco prima di rivisitare quelle già concesse. Questa – ha spiegato – è una misura anticrisi, volta a tutelare chi vive questo momento con maggiori difficoltà economiche o maggiore debolezza psicologica. Si deve affermare – ha concluso Montaldo – che l'azione dello Stato non può essere fatta a danno della salute e dell'equilibrio psichico delle persone. Lo Stato non può essere coautore della diffusione di una patologia sociale. È un tema di grandissimo rilievo etico e politico».

Il volume “L'azzardo? Non è un gioco” è stato stampato in 10 mila copie e verrà distribuito nei Sert della Asl, presso la Fondazione Antiusura e presso le altre associazioni che si occupano di contrastare il fenomeno del gioco d'azzardo. È anche possibile scaricarlo dal sito internet della Asl 3.

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