Pisacane: non sono un eroe

Le lacrime di Fabio Pisacane, da scugnizzo dei Quartieri Spagnoli all’esordio in Serie A con il Cagliari. La lotta per la vita, contro la sindrome di Guillain-Barré. La denuncia delle partite truccate. La nomina ad Ambasciatore Fifa
Fabio Pisacane

Dopo le prime sei giornate di campionato, la Serie A italiana di calcio ha iniziato a offrire i primi segnali di una stagione che si preannuncia interessante in tutte le zone della classifica. Il nostro mirino giornalistico tuttavia si focalizza sull’esordio nella massima serie di Fabio Pisacane, difensore in forza al Cagliari la cui parabola merita ben più di una riflessione, da sottoporre soprattutto ai più giovani sportivi, e non solo.

 

PisaChi?

 

Nato il 28 gennaio 1986 a Napoli, Pisacane è uno dei tanti "scugnizzi" dei Quartieri Spagnoli appassionati di calcio, che riesce a farsi notare già nel 2000 da Claudio Onofri, che gli apre le porte delle giovanili del Genoa. Dopo la grande chiamata, il ragazzino trova però sulla sua strada un avversario ben più ostico di quelli che toccano ai compagni sui campi da calcio: una mattina, al risveglio, è paralizzato dalla testa ai piedi. Dopo avere girato più specialisti, la diagnosi è fulminante: si tratta di sindrome di Guillain-Barré. A passare in secondo piano sono il calcio e tanti sogni agli inizi: Fabio deve combattere per la vita, passando anche dal coma, ma non molla. Si riprende e addirittura, contro i pareri di quei medici che escludevano un ritorno all’attività sportiva, Fabio si riprende anche la maglia delle giovanili del Genoa, con cui esordisce in Serie B nella stagione 2004/05. Dopo tre anni in prestito nella serie C1 con le maglie di Ravenna, Cremonese e Lanciano, approda nel 2008/09 al Lumezzane, confermandosi tra i migliori della categoria e arrivando l’anno successivo a giocarsi la Serie B con la maglia dell’Ancona: è un’annata disgraziata, segnata da un infortunio al menisco e dal fallimento della società marchigiana.

 

Nel 2011 il “gran rifiuto”

 

Nel 2010/11 Pisacane torna al Lumezzane, con cui gioca un’altra stagione segnata da una circostanza particolarmente significativa: il 14 aprile 2011, il direttore sportivo del Ravenna Calcio, Giorgio Buffone, gli offre 50.000 euro per far vincere il Ravenna nella successiva partita contro il Lumezzane. Pisacane rifiuta, denuncia il fatto e provoca così l’arresto di Buffone, il quale per gli sviluppi della prima tranche dell’inchiesta “Last Bet” viene inibito per cinque anni e precluso alla permanenza in qualsiasi rango o categoria della FIGC. A seguito della sua denuncia, insieme a Simone Farina, autore dello stesso gesto balza così improvvisamente alla «ribalta mediatica: se il 20 gennaio 2012 la città di Terni, dove Pisacane si accasa da giocatore, gli consegna il "Thyrus d'oro" come riconoscimento alla sua lealtà sportiva, la FIFA, gli conferisce la nomina di ambasciatore, mentre il CT della nazionale, Cesare Prandelli decide di invitarlo al raduno della Nazionale in vista di Euro 2012. «Ho semplicemente avuto la lucidità di rifiutare le proposte di combine – ha dichiarato in merito – non sono un eroe».

 

L’ascesa

 

Proprio alla Ternana, Fabio diventa uno dei protagonisti della promozione umbra, idolo della tifoseria e capitano della squadra. Nel 2013 passa all’Avellino, allenato da Massimo Rastelli: imprescindibile nello scacchiere irpino per due stagioni, da quest’anno è un giocatore del Cagliari, tra gli allori della Serie A, voluto proprio da mister Rastelli, accasatosi nel capoluogo sardo. «Con l’aiuto di Dio, sono riuscito a cavarmela e a realizzare il mio sogno:

ce l’ho fatta ed eccomi qua, mi godo questo momento… non poteva finire così ecco». Ha dichiarato dopo Cagliari-Atalanta 3-0, partita del suo esordio in A. Le sue lacrime sono ora comprensibili al mondo del calcio: «Grazie a tutti quelli hanno permesso che questo giorno arrivasse» ha affermato Fabio prima di diramare un elenco di figure cui va la sua gratitudine. Ma forse, il grazie più grande, è il mondo dello sport e non solo a doverlo a lui, per il suo esempio.

 

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