Il Kumbh Mela

Da stamattina all'alba milioni di hindu compiono il bagno rituale nelle acque dei fiumi sacri Gange e Yumana. Cercano la purificazione dai peccati e il moksha, l'agognata liberazione dal ciclo delle reincarnazioni. È il più grande raduno di persone al mondo
rito

L’ultima volta che si tenne, nel 2001, furono quaranta milioni le persone che, nel giorno ritenuto di maggior auspicio, si bagnarono nelle acque del Gange e dello Yamuna, i due fiumi sacri che hanno il loro sangam (confluenza) nella città di Allahabad.

Si tratta del Kumbh Mela, probabilmente la riunione più numerosa che si svolga sulla faccia della terra e che si celebra ogni dodici anni nel Nord India. Si tratta di un pellegrinaggio che milioni di hindu compiono per avere la possibilità di un bagno purificatore che, oltre a lavare dai peccati, può facilitare il raggiungimento del moksha, l’interrompersi del ciclo delle reincarnazioni, la salvezza dunque.

Il pellegrinaggio è cominciato ufficialmente oggi, all’alba, anche se da circa un mese centinaia di migliaia di persone hanno cominciato ad arrivare sulle rive dei due fiumi.

I dati di questo assembramento umano, religioso e sociale insieme, sono impressionanti. La BBC ha comunicato che sono previsti dagli 80 ai 100 milioni di pellegrini, durante i 55 giorni di celebrazione. Sono sparsi su una superficie di venti chilometri quadrati, con trentamila poliziotti che assicurano un minimo di controllo, duecentoquarantatre dottori in tredici ospedali da campo assistono ammalati o feriti e con trentacinquemila servizi igienici.

Anche se il vero Kumbh Mela è celebrato ogni dodici anni ad Allahabad, ogni sei ha luogo il cosiddetto Ardh (mezzo) Kumbh Mela che si tiene, oltre che ad Allahabad, nella città di Haridwar, alle pendici dell’Hymalaya. La processione di coloro che si bagnano nelle acque fredde e anche inquinate del sacro fiume è aperta dai sadhu (asceti) vestiti solo di ghirlande, arrivati sulle sponde dei due fiumi nel corso degli ultimi giorni. Molti, oltre a bagnarsi riempiono bottiglie con le acque dei corsi d’acqua ritenuti sacri, e le portano a casa per continuare a bere nel corso degli anni avvenire.

Proprio l’inquinamento dei fiumi, soprattutto nel Nord India, è motivo di grande preoccupazione, soprattutto per i detriti chimici. Nelle ultime settimane le autorità del governo hanno invitato le industrie della zona interessata a non riversare nel Gange e nello Yamuna rifiuti di qualsiasi tipo. Le condizioni igieniche del luogo, ma anche quelle create da un assembramento di queste proporzioni veramente oceaniche è ciò che più preoccupa le autorità del governo. Si ricorda che proprio qui ebbe inizio una terribile epidemia di colera nel 1892.

L’origine del festival è parte della ricchissima mitologia indù. Si crede, infatti, che, durante una battaglia fra divinità e demoni per un contenitore (kumbh) di miele, alcune gocce siano cadute nelle città di Allahabad, Nasik, Ujjain and Haridwar e, per questo, il Kumbh Mela si tiene in queste quattro città da secoli.

Di questo festival si è letto per la prima volta nel diario di viaggio del famoso cinese Huan Tsang che visitò il subcontinente indiano nella prima metà del VII secolo. Tuttavia, la teologia delle religioni della valle dell’Indo, il Sanatana Dharma, fa risalire le origine ad uno dei testi sacri più popolari il Bhagavata Purana, che racconta dello scontro per il contenitore (il kumbha) di miele, da cui tutto ha avuto origine.

I più letti della settimana

Tonino Bello, la guerra e noi

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons