Vent’anni fa, un Vladimir venticinquenne, altissimo, chioma corvina, venne a Roma all’Accademia Santa Cecilia, la prima volta. Elegante, diritto, passo svelto, bacchetta focosa. Da allora è un ospite abituale. Ad aprile, eccolo impegnato con la …
Contenuto riservato agli abbonati di “Città Nuova”
Se sei abbonato, effettua il login