Vernazza è tornata a splendere

La città è tornato al suo splendore, con i turisti e tanta operosità: è riemersa dal fango che l'aveva sepolta ed ora vive perché i suoi abitanti ci hanno creduto e continuano a lavorare per ricostruirla
vernazza

L’avevamo vista appena dopo la violenza dell’alluvione del 25 ottobre scorso. Ed eravamo tornati con il groppo in gola e la tristezza nel cuore. Vernazza allora era irriconoscibile, annegata nel fango, deturpata nella sua bellezza più intima. Nessun angolo segreto scampato, nessun anfratto risparmiato. Come nella Val di Vara, e in tutti gli altri centri, dove il fiume di fango e detriti s’era portato via la vita e la speranza. Ricordo di un cielo plumbeo, dell’acqua del mare che non era più acqua, ma fango che si rinfrangeva sugli scogli.

L’avevamo lasciata così Vernazza, perla delle cinque terre, imbruttita dalla natura. Ma l’avevamo anche lasciata con una speranza profonda nel nostro cuore. Vernazza tornerà a risplendere, tornerà bella. Tornerà ad essere sé stessa. Quella che era.

Siamo tornati e oggi Vernazza è quella di prima. Dipinta da un sole splendido, che fa brillare di pastello intenso i colori delle case. Con l’acqua del mare limpidissima. Con gli abitanti che sono tornati a sorridere e a sperare. Con quei gatti, pigramente sdraiati all’ingresso delle case, che guardano soddisfatti. Ci sono i dehors con gli ombrelloni dei bar, le locandine con gli appuntamenti estivi, i menù esposti delle trattorie e dei ristoranti. Tutto di buon auspicio. Segno che il turismo è tornato, le persone ci sono. La vita riparte.

A giugno i primi segnali della ripresa con l’apertura nel centro del borgo del primo negozio di generi alimentari e del forno per il pane. Piera è nata qui, vedova di Demetrio pescatore, ricorda l’alluvione, il fango e con le lacrime agi occhi ci indica dove era ormeggiato il vecchio gozzo con il quale Demetrio andava in mare per la pesca. Ovviamente il gozzo è stata strappato come tante altre barche dalla mareggiata. Ma ora Piera ha ristrutturato due stanzette e ospita una famiglia di tedeschi per queste vacanze. La gente di mare sa arrangiarsi, è emersa dal fango, anche quando ce n’era tanto così. E a spalarlo erano venuti in tanti: soprattutto giovani, “gli angeli del fango”. Ma tutti s’erano dati da fare e tutti ora assistono con stupore al nuovo rifiorire di questo borgo tra i più suggestivi dello spezzino.

Mi guardo attorno, certo tanti segni del disastro dell’ottobre scorso sono ancora evidenti, ma tutto porta e invita a guardare avanti. Cecilia e Stefano,  Marco e Francesca, Elio e Teresina. Giovani coppie, operai, impiegati e casalinghe. Non si sono arresi, hanno vissuto e sofferto nei giorni della paura, poi subito hanno ripreso a sperare, a credere che “si poteva rivivere” e così è stato. Fondamentale è stata la presenza dei giovani venuti in quelle settimane. Perché oltre a spalare, hanno parlato tanto con gli abitanti e «questo parlare ci ha dato coraggio, ci ha aiutato a credere, a ripartire – ci racconta Spirito – quasi che la loro presenza tra noi, nei giorni del fango, sia stata fondamentale. Così ora eccoci qui, felici a continuare a vivere!».

Vernazza ha ritrovato la sua vocazione turistica, i suoi abitanti si sono ripresi le loro occupazioni o reinventate altre. Certamente resta ancora parecchio da fare: attorno alla stazione sono poche le case rese di nuovo abitabili. La strada è da sistemare perché pericolosa. E solamente le aree dove si sono verificate le frane più pericolose sono state messe in sicurezza. Nell’emergenza il comune ha dato priorità a presentare il paese "turistico" per potere far ripartire l'economia. Ovviamente c’è ancora bisogno di tempo, perché tutto ritorni come prima. Per fine estate verrà ripristinato il "bombolone" del Gpl e il prossimo inverno i vernazzesi potranno riscaldarsi normalmente. L'inverno scorso, infatti, i pochi cittadini presenti si sono affidati più alle stufette elettriche che alle bombole, la cui vita diventa molto breve se utilizzate per il riscaldamento. Lasciamo Vernazza con il suo mare, il porticciolo caratteristico, la micro-spiaggia. E i tanti turisti. Vernazza vive, perché i suoi abitanti ci hanno creduto e ci credono! 

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