“È tardi devo andare a prendere i bimbi a scuola”. “Devo correre al lavoro”. “Sono sempre di corsa dalla mattina alla sera”.
Ormai chi vive in città ogni giorno esclama frasi simili. O almeno le pensa. Sicuramente le vive. Andiamo sempre di corsa. E quando non c’è da correre, corriamo ugualmente. Perché ci siamo abituati a vivere in questo modo. Soprattutto quando siamo in auto e ci stressiamo maggiormente col traffico. Fretta e velocità sono le prime cause degli incidenti stradali. Inoltre la velocità stradale aumenta la percentuale di polveri sottili nell’aria.
Cosa causa più morti in Italia?
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte: 44% di tutti i decessi/annui. La fretta genera ansia, stress e si vive male.
E l’Agenzia Europea per l’Ambiente aggiunge che l’Italia nel 2019 risulta essere il primo Paese dell’Ue per decessi prematuri dovuti all’inquinamento, con quasi 64mila morti.
Insomma è proprio vero il detto Chi va piano va sano e va lontano.
E forse da qui è nata l’idea di estendere il più possibile la velocità max dei 30 km/h in città.

Bologna, marzo 2022: montaggio rallentatori artificiali di velocità “speed bumpers” “cuscini berlinesi” in via Nosadella per il limite dei 30 km orari ( Foto Michele Nucci/LaPresse)
In 66 capoluoghi italiani già si applica questo limite – pari a circa 2700 km di strade – ma vari amministratori locali stanno pensando di estenderlo il più possibile. Milano e Bologna si preparano a fare il passo più grande allargando la zona dei 30 km/h a quasi tutta la città.
Questo limite include aree più tranquille, strade più pulite, traffico più scorrevole, meno inquinamento di polveri sottili e acustico, meno incidenti e una migliore salute. Anche il portafoglio ne trae beneficio. Inoltre le persone hanno meno paura di stare su strada e scelgono di camminare o andare in bicicletta. C’è quindi un netto miglioramento della vivibilità dei quartieri cittadini come lo dimostrano vari esempi in giro per l’Europa.
A Helsinki in Finlandia le prime restrizioni ai 30 km/h sono arrivate nel 2004 per il centro città. Poi il sistema è stato esteso nel 2019 in tutte le strade. Il numero di incidenti stradali è notevolmente diminuito, soprattutto quello legato ai pedoni. Un sondaggio del 2022 afferma che il 77% dei cittadini si sente al sicuro nel traffico e solo il 5% lo trova pericoloso.
A Graz in Austria, nel 1992 è stato introdotto un limite di velocità di 30 km/h all’80% delle strade. Nei primi due anni il numero di incidenti stradali è diminuito del 25%. Dopo i dubbi iniziali, oggi la maggioranza dei residenti sostiene il limite dei 30 km/h: traffico più scorrevole e qualità della vita migliorata.
A Bruxelles in Belgio solo due anni fa è stato introdotto il limite di velocità di 30 km/h in tutta la città. Ruolo fondamentale lo coprono le telecamere di sorveglianza della polizia. I cittadini hanno apprezzato il provvedimento e si sentono più sicuri.
In Svizzera, a Zurigo nel 2021 i cittadini hanno approvato con un referendum il piano infrastrutturale della città. Un sondaggio ha rivelato che il 70% delle persone era felice che nella propria strada fosse consentita solo la velocità ridotta. Inoltre il numero di persone esposte al rumore eccessivo del traffico è diminuito del 73%.
A Glasgow in Scozia si sta pianificando un limite di velocità di 20 miglia/ora, (poco sopra i 30 km/h). Obiettivo è quello di reagire all’emergenza climatica e avere strade più sicure in modo da rendere la bicicletta e il camminare opzioni più allettanti.
Ad Hannover in Germania l’obiettivo di Glasgow è realtà: è infatti aumentato il numero di ciclisti e pedoni e la qualità dell’aria è migliorata
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