Urbanistica, scontro sul piano casa in Sardegna

Dagli ambientalisti forti critiche e petizioni on line contro le decisioni della giunta regionale guidata da Solinas.
Di trolvag, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=55193469

Se c’è un tema divisivo in Sardegna è l’ambiente. La tutela dell’immenso patrimonio ambientale e la necessità di crescita dei settori legati all’urbanistica faticano a trovare un punto d’intesa.

La recente istituzione delle due are marine protette di Capo Spartivento, nel comune di Domus de Maria, e sull’isola di San Pietro nel Sulcis, nel comune di Carloforte stanno suscitando un vivace dibattito per le possibili conseguenze sulla vita delle popolazioni.

A questo si aggiungono, poi, i problemi legati all’inquinamento di alcune zone, come ad esempio le aree industriali, dal Sulcis a Porto Torres, i cui progetti di bonifica sembrano andare a passo di lumaca, se non sono completamente fermi, con la magistratura che continua a scoprire illeciti sul fronte ambientale.

In mezzo a questi contrasti c’è un’Isola che fatica a fare sintesi tra sviluppo e tutela ambientale, con la difficoltà a leggere le legittime istanze di chi vuol far crescere la capacità ricettiva delle zone costiere per incrementare i flussi turistici e chi chiede che l’aumento delle cubature non danneggi ulteriormente il delicato equilibrio dei sistemi naturalistici.

La salvaguardia del territorio deve essere una priorità: i fenomeni climatici estremi hanno mostrato come l’uso sconsiderato dell’ambiente provoca danni e morti. Nel contempo non si può pensare ad un completo blocco delle esigenze di settori importanti dell’economia come edilizia e turismo.

C’è però un dato che dovrebbe far riflettere: la popolazione italiana diminuisce (specie in Sardegna), ma cresce il consumo del suolo. Nel 2018 in Italia si è registrata una crescita anche nelle aree protette (+108 ettari nell’ultimo anno), nelle aree vincolate per la tutela paesaggistica (+1.074 ettari), in quelle a pericolositàà idraulica (+673 ettari) e da frana (+350 ettari), nelle zone a pericolosità sismica (+1.803 ettari).

Intanto il Consiglio regionale si prepara ad approvare il disegno di legge che modifica il Piano casa esistente, già prorogato al 30 giugno. Secondo il presidente Solinas, con il testo approvato dalla Giunta si restituisce ai sardi un sistema di regole certe e uguali per tutti. «Regole – ha dichiarato – che consentono di migliorare il patrimonio edilizio esistente nel rispetto dell’ambiente. Manteniamo così uno degli impegni presi con gli elettori, ai quali avevamo presentato, quasi un anno fa, il programma della coalizione di governo».

Non dello stesso avviso sono gli ambientalisti che hanno dichiarato la loro contrarietà alla scelta dell’esecutivo regionale. «Nel testo – a detta delle diverse componenti del mondo ambientalista – compaiono la riduzione del valore paesaggistico delle aree interne, edificazioni a pioggia nelle zone rurali e naturali, incrementi volumetrici anche nella fascia costiera dei 300 metri».

Nei 21 articoli del provvedimento, che porta la firma dell’assessore all’Urbanistica Quirico Sanna, c’è spazio per gli incrementi nelle strutture turistico ricettive che ricadono nelle zone F (turistiche) e, per quanto riguarda le campagne, l’edificazione di fabbricati per fini residenziali è consentita anche ai non imprenditori agricoli.

Nel frattempo una petizione online promossa dall’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, è stata sottoscritta da cittadini di ogni estrazione sociale, sia sardi che turisti del resto d’Italia e stranieri, ed ha superato quota 17mila firme: la richiesta è quella di bloccare nell’aula consiliare la modifica della normativa esistente.

Sullo sfondo resta però la necessità di ripensare ad un diverso modello di sviluppo, capace di ridurre il consumo delle risorse naturali, prima che non sia più possibile arginare le conseguenze di scelte che, al momento, sembrano non dare i risultati attesi.

 

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