Un’ostia divisa in due

Non è semplice portare l'eucarestia agli ammalati che non possono uscire di casa, ma è sempre un compito molto arricchente. Una testimonianza
Le mani di due sposi
Riccardo, oltre ad essere marito e un nonno super, è anche un ministro straordinario dell’eucarestia. Gli ammalati e gli anziani della sua parrocchia sono felici quando arriva in casa loro. Perché Riccardo non si limita a donare Gesù eucarestia, ma lo rende vivo con la sua presenza, lo trasmette con la sua vita, perché sempre e immancabilmente racconta qualche sua testimonianza di come ha vissuto il Vangelo nel quotidiano.

 

Ieri sera ci racconta: «ho portato l'eucaristia ad una signora impossibilitata a muoversi oramai da anni e al momento della lettura del Vangelo sono venute in evidenza le parole: "Se il chicco di grano caduto in terra non muore resta solo, se muore…". Ne abbiamo parlato e alla fine mi sono accorto che mi uscivano dal cuore i fatti più recenti vissuti con la mia famiglia, fatti intimi e profondi. Sono rimasto stupito del momento profondo vissuto e sono uscito che avevo il cuore in festa».

 

Di ritorno verso casa, lo raggiunge un’altra richiesta: Walter non sta per niente bene e domenica non riesce ad andare a messa. «Volentieri ho aderito alla richiesta – dice -, perché era un po’ di tempo che non passavo più da Walter, tanto che mi sentivo un po’ latitante. Vado a Messa e metto la particola per Walter nella teca. Esco e, a pochi isolati dalla casa di Walter, mi chiama mia moglie perché una coppia di sposi anziani vorrebbe ricevere l’eucarestia. Chiudo la telefonata e nuovamente uno squillo: è Walter che sta meglio e riesce ad andare a messa. Cambio direzione e sono a casa dei signori anziani, faccio la piccola liturgia e per la comunione spezzo l'unica ostia in due. Al momento dei saluti l'anziano magistrato mi dice: "sono stato particolarmente felice che hai spezzato l'unica particola per me e mia moglie, stiamo per festeggiare il 60° di matrimonio e vogliamo essere sempre una cosa sola. Li saluto e torno a casa, e continuo a vivere con il cuore in festa».

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