Rita ha vissuto esperienze difficili nella sua professione, ma la fede riscoperta ha dato una svolta al suo percorso lavorativo, provocandole molte soddisfazioni. Ecco qualche episodio che le è stato di consolazione e di luce nel proseguire la sua carriera.
Qualche anno fa circostanze particolari mi hanno portata ad un cambiamento di professione che implicava un corso di formazione di 4 anni. Ero molto presa dal mio lavoro di assistente sociale, desiderosa di soddisfare tutte le richieste di aiuto che mi giungevano. Mi sono ritrovata con un mandato d’autorità per la protezione dei minorenni e l’ho accettato con gioia. Non avrei però mai immaginato a quante difficoltà e ostacoli sarei andata incontro.
Fu un susseguirsi di reazioni alle mie decisioni, sempre più persone venivano coinvolte nei problemi, autorità giudiziarie e sociali. Dovevo trovare una soluzione per due bambini che dovevano essere allontanati dai genitori. Ci sono stati dei momenti in cui ho dovuto stringere i denti, mi sono sentita veramente sola a combattere in loro favore, ma non volevo rinunciare a dar loro ciò che pensavo fosse la soluzione migliore: una famiglia in cui si trovassero bene.
Quotidianamente mi venivano richiesti tempo e forze psichiche. Sulla mia scrivania a casa e in ufficio c’erano i libri sull’affidamento: cosa comporta, come viene preparato, ecc. Il tutto ormai non mi serviva; erano tutte teorie. Mi sembrava di aver scelto la soluzione meno applicabile al momento, quella di cercare una famiglia. Poi, un giorno, ricevo una telefonata da una signora del Movimento dei Focolari, del quale non avevo mai sentito parlare, che voleva informarsi sull’affidamento dei piccoli. Le sue domande erano chiare, si sentiva un vero interesse di fondo. Visitai la sua famiglia e, a differenza delle altre volte che mi trovavo a spiegare la situazione, quel giorno mi risultò facile: mi sentivo ascoltata, non sentivo giudicate le persone e le situazioni, avevo l’impressione di essere capita per quello che non esprimevo.
Sulla strada di ritorno provai uno strano benessere: mi sentivo in armonia con me stessa, mi sorpresi a cantare, a pensare al domani con nuove conquiste. Avevo la sensazione di non essere più sola nella lotta. La risposta positiva della famiglia fu un grandissimo dono per me. Il giorno dell’accoglienza dei bambini nella loro casa fu un evento inspiegabile: tutto era pronto per riceverli pur nella più grande semplicità. Io non potevo che osservare il comportamento dei bambini. Quell’ambiente per loro non aveva niente di estraneo, non si sentivano reticenze nel rapporto interpersonale. Mi rimaneva l’interrogativo su come la famiglia fosse riuscita, con il poco tempo a disposizione per prepararsi, ad accoglierli così bene. Le mie domande cadevano nel vuoto: loro non avevano fatto niente.
Oggi, conoscendo un po’ della vita che sta dietro al Movimento, posso dire veramente che si era preparata ad accogliere in loro Gesù: «Chi accoglie uno di questi piccoli, accoglie me!». La loro vita m’incuriosì molto ed aderii subito al loro invito di partecipare ad un incontro che si sarebbe svolto poco tempo dopo. Sono rimasta sorpresa, toccata da una realtà nuova. Ho scoperto una società che ama. Tutto è stato per me come una medicina, un ricostituente per la mia vita. Sono stata liberata da una tensione per il lavoro che a volte mi assaliva. Oggi mi ritrovo con una carica di fiducia mai sperimentata prima.
Ogni giorno sono confrontata con casi estremamente difficili da risolvere, ma li affronto in modo diverso: so che non c’è niente di impossibile per Dio. Ho imparato ad aspettare e ad avere fiducia. Dopo aver conosciuto lo spirito del Vangelo, non so spiegarmi neanche io come mai le persone non vedono più in me l’istituzione sociale, ma una persona con la quale confidarsi, a cui chiedere aiuto. Dico la verità, neanche io mi rendo pienamente conto della chance di aver conosciuto questo ideale di vita. Mi vedo ancora molto lontana e incoerente, ma quel poco che ho potuto sperimentare mi incoraggia, mi aiuta a credere che non devo solo puntare sulla scienza, sullo studio, sulla professionalità per risolvere le situazioni, ma in primo luogo sull’amore verso Gesù nel prossimo.
R.W.