“Una schiera di sante”: Chiara e le religiose

Sin dagli albori della storia del Movimento dei Focolari a Trento, le religiose, che si raccolsero attorno a Chiara e alle sue prime compagne, sentirono sempre la sua stima e il suo sguardo d'amore.
Chiara Lubiche e le consacrate
Numerose sono state le occasioni nelle quali Chiara ha incontrato le religiose, le consacrate di Istituti secolari e le monache di clausura. Con le sue parole ha continuamente incoraggiato, sostenuto e sollecitato ognuna e tutte ad essere i loro fondatori o fondatrici vivi nell’oggi, ad amare la Congregazione dell’altra come la propria, in una reciprocità di doni, per esprimere unite la bellezza dei propri carismi ed abbellire maggiormente la Chiesa nel suo profilo carismatico. 

 

Conoscendo la realtà della nostra vita consacrata, in ogni occasione Chiara ci ha spronate ad entrare con atteggiamento creativo anche nel buio o nella difficoltà, essendo sempre amore, unite ai nostri superiori e nel-l’amore reciproco tra le sorelle, per vivere il carisma attualizzato nell’oggi della Chiesa e dell’umanità. Sempre il suo sguardo sulla vita consacrata ha rigenerato speranza, fiducia e vita nuova.

 

Agli inizi

 

Per cogliere il rapporto di Chiara con le religiose basterebbe leggere alcune sue letterine, scritte alle religiose che aderirono al Movimento già nei primi tempi. In modo particolare uno scritto del 2 marzo 1958, rivolto alle persone che componevano allora il Movimento in Italia e all’estero:

 

“Carissimi tutti… siete pure a conoscenza della cosiddetta ‘Lega’ formata da sacerdoti secolari e regolari, oltre le suore che formano, per la loro sapienza e umiltà, profondità e docilità, la parte eletta di Maria, la sua gloria e la corona”.

 

In quello stesso anno nella Mariapoli di Fiera di Primiero parteciparono alcune religiose di diversi Istituti e Paesi, tra le quali dall’Austria Salvadora Bohnlein, Madre Generale delle Suore del Divino Redentore, seguita poi da altre sue suore. Lei stessa racconta: “Sono andata con due permessi, quello dell’arcivescovo di Vienna e quello di Trento”. Ed un’altra religiosa: “Con il cuore pieno di grazie per le immense meraviglie vedute e godute nella ‘Città di Maria’, faccio ritorno al mio paese con il desiderio immenso di dare ad altri prossimi ciò che ho ricevuto”.

 

Una storica udienza

 

Il Movimento delle religiose si sviluppò progressivamente dopo il riconoscimento pubblico avvenuto nella storica udienza del 14 aprile 1971, nella quale Papa Paolo VI salutò il gruppo delle religiose presenti con queste parole:

 

“Ecco un altro grande gruppo; ma questo è di religiose di varie Congregazioni, provenienti da vari Paesi europei e aderenti al Movimento dei Focolari. Una benedizione ed un augurio speciale. Sappiamo che siete riunite proprio per essere vicine al focolare, cioè al Cuore del Signore, che è irradiante di carità e voi volete appunto andare alla scuola del Signore, per riscaldare ed infiammare i vostri cuori nella carità del Signore. Vi benediciamo di cuore tutte, le vostre singole Famiglie religiose e soprattutto questo proposito di portare ai vostri Istituti la fiamma ardente dell’amore e della carità di Cristo. Dio vi benedica”.

 

Per Chiara queste parole di Paolo VI furono una grandissima gioia e subito scrisse una bellissima lettera alle religiose radunate al Centro Mariapoli di Rocca di Papa (Roma):

 

“… ora siccome Paolo VI le ha esortate a portare il fuoco dell’ideale nelle rispettive Congregazioni e negli Ordini, se loro fermamente crederanno – come Maria credette – le loro Famiglie religiose ad una ad una trasformeranno, diventando ovunque cenacoli ardenti della carità di Cristo con conseguenze che nemmeno possiamo immaginare… Insomma, carissime sorelle, sarà un incendio! Sì, sarà un’invasione d’amore nella Chiesa e nel mondo, perché è proprio attraverso le creature più deboli che Dio opera le cose più grandi. Ho visto nascere nel Movimento dei Focolari tante branche, tanti rami, tante sezioni. In realtà una più bella dell’altra, una più attraente dell’altra, ma in questo mio saluto, lascino sorelle mie e nostre, che dica loro che questo Movimento fra le suore, sotto un aspetto, è certamente il più bello. Il motivo? Perché Maria nella sua Opera s’è tenuta la parte più dolce alla fine: dulcis in fundo. Maria s’è aggregata all’Opera di Maria coloro che più le somigliano perché donne, perché vergini, perché madri di Cristo in molti fratelli ed ora, con l’Ideale, madri perché generatrici di Gesù presente spiritualmente fra loro, nelle loro case, nel loro Ordine ed anche fra tutti gli Ordini. Prego Maria di benedirle ad una ad una. Ringrazio poi, particolarmente quelle che con la loro firma, hanno posto sull’altare di Gesù le proprie sofferenze, preghiere, Sante Messe per ‘l’ unico Calice’. Preghiamo tutte per questo. E preghino anche per me che, in quanto donna e consacrata a Dio ed in una vita di comunità, mi sento tanto del loro Movimento. Io le ricordo già tutti i giorni nella comunione e chiedo a Gesù le grazie spirituali e materiali che loro domandano. Restiamo unitissime, anche se fisicamente lontane, diamo a Maria la gioia di rivedersi almeno un po’ in ciascuna di noi. Nel Suo Cuore Immacolato, Chiara”.

 

Una lettera di Chiara

 

Nel 1976, in seguito al bellissimo e forte discorso che Paolo VI rivolse al folto gruppo di religiose, partecipanti al Congresso Internazionale al Centro Mariapoli di Rocca di Papa e presenti all’udienza di piazza San Pietro il 14 luglio, Chiara scrisse una significativa lettera, suggerendo alcuni punti importantissimi per la loro vita di comunità ed oltre. Ecco alcuni stralci:

 

“Carissime Suore… Mi sembra di poter dire che Gesù guarda a loro come ad una potenziale forza soprannaturale incalcolabile per l’estensione del suo Regno nelle comunità religiose benedette, nei giovani, negli adulti. Il Movimento delle Religiose che la Madonna ha fatto nascere nella sua opera, ha un formidabile, splendido compito: rifare dov’è cadente, o fredda, o distrutta o assente, la Chiesa di Cristo, la nostra amatissima Chiesa. Per questo la Madonna s’è scelta cuori vergini, a lei consacrati, disponibili, il cui principale lavoro è appunto dilatare il regno di Dio. Abbiano tutta la mia unità, la mia speciale simpatia ed il mio – se permettono – incoraggiamento a proseguire per la via che Dio ha loro indicata con un impegno sempre crescente, nell’obbedienza ai loro Superiori, nell’amore fraterno soprattutto verso coloro che non comprendono, con un’unità sempre più serrata con chi divide con loro l’Ideale. Dio e il Papa s’aspettano molto da loro e non vanno delusi. Lavorino più che possono senza sottovalutare la preghiera specie quella in unità colla Chiesa e fra loro e la sofferenza che è il segreto per ogni sicura vittoria. Io sono con loro sempre in ogni dolore, in ogni gioia, in ogni conquista. Preghino anche per me. Le ringrazio di cuore. Dio è con noi. E che vogliamo di più? Unitissima Chiara”.

 

Le Gen-Re

 

L’amore di Chiara poi ha voluto riversarsi abbondantemente anche verso le nuove generazioni delle religiose. Nell’aprile 1973, si tenne, al Centro Mariapoli di Rocca di Papa, il primo raduno internazionale delle gen-re, la “generazione nuova delle religiose”. Le accoglie una lettera di Chiara:

 

“Carissime Gen-Re, ecco la parola che mi avete chiesto. Siete venute qui ed avete goduto della presenza di Gesù in mezzo a voi. Ora – come tutti i veri gen – puntate all’‘ut omnes’. Come fare? Trent’anni fa ero anch’io – senza saperlo – una Gen-Re e Dio mi aveva messo in cuore il dono dell’Ideale. Esso ora è stato trasmesso a voi intatto. Perché non partire di qui colla coscienza di essere sole con Dio, come lo ero io, e suscitare ognuna il movimento in tante anime quante Dio attraverso la mia piccola misera persona e le mie compagne e compagni abbiamo suscitato? Se così sarà l’incendio è assicurato e l’‘ut omnes’ avvicinato. Per questo prego. Il mondo ha bisogno di vedere miracoli e Dio desideroso di farli. Io ci credo E voi? Coraggio! Non vi manca nulla per operare questo: basta l’amore a Gesù Abbandonato e tenere Gesù in mezzo con tutta l’Opera. La Madonna ama – ne sono certa – vedere la sua Chiesa rinnovata soprattutto dalle religiose. Perché? Non lo so. So che ogni simile ama il suo simile. Un abbraccio a tutte! Chiara”.

 

Altrettanto importante fu una sua riposta ad una domanda delle giovani religiose presenti:

 

“Tu Chiara, ci hai insegnato che ogni Congregazione è nata su una Parola di vita vissuta da ogni fondatore. Come possiamo fare per riscoprire e rivivere sempre di più quella parola del fondatore per essere noi, come tu ben dici, il nostro fondatore per così dire redivivo?”.

 

Chiara così risponde:

 

“Vedo bene l’unità fra le Gen-Re di diversi Ordini e penso che la comunicazione d’anima fra le varie Congregazioni, non serva che al bene, cioè all’emulazione reciproca. Si dirà: se quella è riuscita a portare questi risultati nella propria Congregazione, lo potrò fare anch’io… Come per fare una statua si fonde il metallo e poi lo si versa in uno stampo, così dovrà avvenire di voi per diventare il vostro Fondatore redivivo. Il fuoco per fondere la vostra personalità in un altro Gesù, ve lo offre – nel vostro caso – l’Opera di Maria. Lo stampo che deve dare una particolare fisionomia al Gesù in voi, ve lo dà lo studio appassionato, illuminato del vostro Fondatore, delle vostre regole e di tutto quanto lo concerne”.

 

Le 300 giovani religiose allora presenti, insieme con alcune loro responsabili di formazione, accolsero il messaggio di Chiara e la sua risposta a cuore aperto. La presenza di Gesù fra loro le aveva infiammate, con lo slancio tipico della loro età, e le religiose partirono per le loro comunità, pronte a vivere con immediatezza ogni parola di Chiara, che avevano ascoltato come voce dei loro fondatori o fondatrici.

 

Avevano ricevuto il dono più grande per l’inizio di una vita tutta donata a Dio e all’umanità, Gesù crocifisso e abbandonato, e avevano sperimentato Gesù vivo fra loro. E non solo: ritornarono a casa con la coscienza nuova e l’entusiasmo di vivere l’invito che il Concilio Vaticano II aveva dato a tutte le Famiglie religiose, cioè il ritorno alle fonti dei propri Istituti. La vita delle gen-re si sviluppò, attraverso gli incontri che per loro si svolsero in tante zone.

 

Un messaggio prezioso

 

Su loro richiesta, per avere una parola da lei come fondatrice, Chiara scrisse un messaggio alle religiose che in diversi Paesi stavano svolgendo dei raduni. Da una lettera del 21 giugno 1995, inviata ad un gruppo della Francia, leggiamo questo brano:

 

“… porto a tutte un saluto pieno di affetto e di gratitudine nel saperle riunite al C. M. di S. Pierre de la Chartreuse per approfondire la spiritualità collettiva ed accrescere l’unità fra loro. Ultimamente ho avuto la gioia di constatare una vera esplosione del carisma dell’unità fra le religiose di diverse Congregazioni incontrandole nel convegno di Castelgandolfo. Forse lo Spirito Santo ha fretta di far brillare nella Chiesa la luce dei vari carismi, unificati dall’unica Luce che è Gesù in mezzo a tutti… Un giorno, carissime Suore, loro si sono imbattute in un carisma, quello del proprio Fondatore; ne sono state affascinate e hanno lasciato tutto per rispondere a quella chiamata di Dio. Oggi hanno incontrato sulla loro strada un altro dono, quello della spiritualità collettiva, che perfettamente si armonizza con la loro specifica vocazione e Dio le chiama ad accoglierlo con lo stesso amore. Cosa posso augurare? Che ciascuna di loro sperimenti la gioia di veder risplendere la luce di Gesù in mezzo nella propria comunità e si ritrovi più autentica figlia del proprio fondatore. Chiara”.

 

L’ultima parola

 

Il 21 aprile 2006, a più di 150 giovani religiose riunite per una giornata aperta al Centro Mariapoli di Castel Gandolfo, Chiara, in quel momento in Svizzera, inviò loro un messaggio:

 

“Carissime Gen-Re, un saluto a tutte voi riunite a Castel Gandolfo. Pur da lontano vi seguo con tutto l’amore. Fondamento del vostro programma è la comunione, la comunione che si attua attraverso l’amore scambievole del Vangelo. Ma per raggiungere la comunione, l’unità (che è comunione perfetta come nella S.S. Trinità) Dio ci ha rivelato un segreto: l’amore a Gesù Crocefisso e Abbandonato. A cuore aperto vorrei dirvi: sta a voi oggi accoglierlo come la perla più preziosa che vi si possa offrire, per la vostra anima, per la comunione tra voi, per le comunità in cui vivete… Soprattutto per costruire quel mondo nuovo che deve vedere tutti gli uomini uniti. Amiamo Gesù Abbandonato! Riconosciamolo in ogni piccolo o grande dolore personale nella vita di tutti i giorni o della società o della Chiesa o dell’umanità, per fare come Lui di ogni dolore, di ogni disunità, AMORE! Accogliamolo con generosità, con la gioia dell’incontro con lo Sposo. Che sia Lui il nostro primo Amore e in Lui tutti gli altri amori. Che Gesù possa vedere in ogni Gen-Re quella stella che brilla sempre, perché luminoso e forte è il suo amore per Lui Abbandonato. Con quest’amore, collaborerete ad orientare tanti cuori all’unità e vivrete per lo stesso scopo per cui Gesù ha dato la vita: ‘perché tutti siano uno. Come Tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una sola cosa…’ (Gv 17, 21). Ecco, Gen-Re. Conto su di voi. Coraggio! Continuiamo ad amare, amare, amare. Il Paradiso è l’Amore! Chiara”.

 

“Il mio augurio”

 

Terminiamo con un augurio che Chiara ci ha fatto il 25 ottobre 1971:

 

“Carissime suore… Che Dio riscoperto Amore, Le accompagni ora nel loro angolo di mondo ad irradiare dovunque la Sua presenza. Il mio augurio? Se i gen 3 dovranno essere la generazione di santi nel futuro, l’Opera di Maria abbia una schiera di Sante già nel presente. Siano Loro, Spose di Cristo, questa realtà. Coraggio! Tutte unite, la scalata a quella vetta non è impossibile. AbbracciandoLe in Maria, Le lascio nel cuore di Gesù. Chiara”.

 

Questo augurio lo sentiamo attuale e valido ancora oggi. Veramente esprime lo sguardo amorevole di Chiara per ognuna di noi, per il nostro dover essere. Siamo certe che dal Cielo, in comunione con i nostri fondatori e fondatrici, continua a guardarci, ad incoraggiarci e a benedirci. Il rapporto così personale con lei continua tra terra e Cielo.

 

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