Una nuova emergenza sociale

Slot machines e videopoker: i giochi d'azzardo sono sempre più coinvolgenti e in tanti cadono "nella rete" delle pubblicità ingannevoli, compromettendo così la propria vita, le proprie famiglie, la prosperità del territorio. L'esperienza della diocesi di Milano
slot machines

La diocesi di Milano, attraverso la Fondazione San Bernardino, da anni aiuta chi ha gravi problemi economici a non finire nella morsa degli usurai. Da un po’ di tempo, però, si sta occupando anche di chi si sta rovinando a causa delle slot machines installate nel bar sotto casa, dei videopoker, di tutto quel mondo luccicante che propone di fare soldi subito e con facilità. È senza dubbio una emergenza sociale, che in primis interroga le comunità cristiane.

Luciano Gualzetti è il presidente della S. Bernardino e ci racconta che da tempo la Fondazione sta attuando due percorsi di intervento: uno di sensibilizzazione e l’altro di aiuto nei confronti delle persone che si sono indebitate o hanno rotto il loro equilibrio economico a causa del gioco d’azzardo.

Riguardo alla sensibilizzazione Gualzetti spiega: «Si parla di gioco, invece dietro ci sono grandi interessi economici, soprattutto delle imprese che hanno ricevuto le concessioni  Inoltre, lo Stato ci guadagna. In realtà le entrate per l’erario sono rimaste costanti, mentre i ricavi di questa industria sono più che raddoppiati. Il dato più eclatante da quando è iniziata la crisi: allora la spesa per il gioco d’azzardo si aggirava attorno ai 40 miliardi, nel 2012 sono diventati 94. Mentre l’erario ne ha guadagnati 9 solo nel 2012».

Per la necessità di “far cassa”, lo stato sta giustificando un disastro sociale con famiglie che rischiano di spaccarsi e di impoverirsi ulteriormente. E poi, spiega ancora Gualzetti, il gioco d'azzardo «è un’attività che non fa bene all’economia, è una vera e propria diseconomia, perché se in un territorio la gran parte di questi soldi vengono giocati, sono sottratti al lavoro e al consumo, che potrebbero produrre benessere. Inoltre, gli enormi interessi possono sconfinare anche nella criminalità organizzata».

Concretamente i membri della S. Bernardino stanno incontrando molte persone entrate in questa vortice: «persone a rischio di usura e sovraindebitate (dal 10 al 20 per cento), perché vittime del patologico gioco d’azzardo. Quindi affrontiamo la questione laddove c’è una patologia con una rete di gruppi di aiuto, di giocatori anonimi, di gruppi in terapia alle Asl. Per chi è indebitato e ha compromesso la propria situazione, ma non c’è una ludopatia conclamata, interveniamo con una maggiore attenzione perché bisogna affrontare il tema da un punto di vista non solo economico, ma anche culturale, convincendo la persona che non è quella la strada da percorrere. Insomma, interveniamo con mezzi economici per evitare che ci si rivolga agli usurai, perché chi è indebitato non riesce più a pagare il mutuo o le bollette ed è costretto a rivolgersi alla rete illegale, perché dalle banche non è più possibile accedere al credito. I nostri prestiti invece sono garantiti dal fondo della San Bernardino».

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