Una domenica diversa

In Val di Vara c’è chi ricomincia a sperare grazie a una gara di solidarietà lanciata su Facebook dai giovani dei Focolari a favore degli alluvionati
Val di Vara - dopo l'alluvione ottobre 2011

C’è chi lava le persiane, chi sposta massi, chi dipinge e chi scartavetra un muro impregnato di fango. Sono tutte attività che hanno bisogno di olio di gomito e di gente che non demorde, ma soprattutto, se non sono condite con una dose massiccia di solidarietà, sono prive di senso. È questa l’esperienza che hanno fatto qualche giorno fa una cinquantina di giovani dell’Emilia, del Piemonte, del Veneto e della Liguria.
 
Alle 8,00 di mattina, di una silenziosa domenica mattina, si son dati appuntamento in autostrada per recarsi in Liguria e trascorrere una giornata tutti insieme, dando una mano agli alluvionati di Borghetto e Brugnato. Sono passati oltre quattro mesi dai giorni in cui fango e pioggia hanno travolto tutto e tutti in Val di Vara; i servizi di prima necessità, come acqua e luce, sono stati ripristinati, ma le case delle singole famiglie, così come le strade e i giardini, portano ancora i segni del passato.
 
A un primo sguardo sembra di trovarsi in un cantiere edilizio, eppure subito si viene catturati dalle macerie accumulate negli angoli delle strade, così come da alcune case che sono letteralmente sventrate e che per ora non sono ancora crollate grazie alla presenza di numerosi rami che hanno creato una sorta di rete di protezione.
 
C’è tanta desolazione a Brugnato e, mentre si lavano vetri e terrazze, sembra quasi di trovarsi dinanzi a una missione impossibile: più si lava e più l’acqua è sporca, c’è il fango che continua a venir fuori. La lucentezza del tavolo, delle sedie, delle persiane, nonostante gli sforzi, non si è vista, eppure il lavoro è stato ampiamente ripagato dalla luce che sprigionavano gli occhi di Maria.
 
La signora Maria, così come Marco, hanno deciso di non abbandonare le loro case, né la collina dove abitano sin dalla loro infanzia. Grazie all’aiuto di tanti volontari stanno cercando di rendere di nuovo abitabili le loro case; non è possibile chiamare un’azienda che possa ridipingere tutta l’abitazione all’interno e all’esterno, nemmeno che possa risistemare il loro giardino, che prima vedeva prato inglese e alberi da frutta e oggi ha lasciato spazio a macerie, massi, ecc.
 
Grazie ai giovani emiliani, veneti e piemontesi, e a tutti “gli angeli del fango” – così sono stati soprannominati i giovani che sin dalle prime ore sono scesi in strada per aiutare quanti sono stati colpiti dal disastro – la signora Maria, così come Marco e la sua famiglia, e come tanti altri, hanno il coraggio di non demordere, e piano piano vedono le loro case ritornare a essere così come le avevano prima del mese di ottobre.
 
E pensare che questa gara di solidarietà, al di là dei confini territoriali della propria provincia o regione, è partita via Facebook. Il social network infatti ha fatto conoscere a tanti giovani la realtà degli alluvionati e ha fatto sì che non venissero dimenticati quando le telecamere hanno spento i loro riflettori. E oggi su Facebook, a meno di 24 ore, ci sono già le foto di chi ha deciso di trascorrere una domenica diversa. Sembra strano, le occhiaie non si vedono, parlano da sé i volti luminosi di chi ha dato e chi ha ricevuto.

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