Un transumanesimo biotecnologico?

Intervista di Victoria Gómez ad Albert Cortina

Parliamo con Albert Cortina, avvocato e urbanista, esperto in transumanesimo, diritti umani ed etica applicata alle tecnologie esponenziali. Docente, ricercatore e autore di varie pubblicazioni su questi argomenti (estratto dall’intervista).

Come è nato il suo interesse per il tema del transumanesimo?

All’inizio sembra un argomento di fantascienza, con sfumature apocalittiche. Un ulteriore approfondimento ti porta a studiare l’umanesimo e più specificamente l’umanesimo cristiano, e lo contrapponi alla visione del transumanesimo o umano aumentato (H+). I loro ideologi vogliono lasciare indietro l’umanità, ma il nostro impegno è approfondirla e renderci più umani (+H) come creature connesse con il cosmo e con il Creatore.

La questione non è ancora di pubblico dominio. Dobbiamo prenderla sul serio?

Non è in piazza con il segno H+, ma sì, attraverso potenti tecnologie con cui viviamo: aggeggi per aumentare le nostre capacità, la robotica, l’intelligenza artificiale… Bisogna provocare il dibattito nella società: dobbiamo superare l’umano? Queste nuove ideologie propongono l’evoluzione migliorata della specie umana, attraverso la scienza, la tecnologia, la nanotecnologia, l’ibridazione con l’IA, la trasformazione in cyborg… Tutto questo, sebbene non articolato, è già culturalmente interiorizzato. Ritengo pericoloso affermare che approfondire l’umano (valori, educazione…) richieda processi troppo lunghi. Il meglio che abbiamo fatto nella storia degli ultimi secoli come civiltà è il risultato di processi derivati dalla cultura e dall’educazione!

Si dice che la singolarità tecnologica porterà a un salto evolutivo irreversibile verso il postumano…

Che sia irreversibile richiede un dibattito, perché il progetto umano è aperto; non siamo predeterminati solo verso una determinata umanità. Quindi, i transumanisti propongono di migliorare in quell’evoluzione irreversibile, perché viviamo in continua evoluzione per crescere in umanità. L’evoluzione non è costretta ad andare irreversibilmente in peggio, ma piuttosto verso un miglioramento e un aumento delle capacità umane, con gli strumenti offerti dalla tecnologia e dalle biotecnologie. Ecco perché mi piace la parola irreversibile: ci mette in azione. Il pericolo sta nel buttarsi in braccio alla tecnologia e finire schiavi e scartati perché obsoleti, dipendenti da quella creatura che l’essere umano stesso ha costruito.

Migliorare è un desiderio permanente dell’umanità. Dov’è il trucco?

L’H+ si presenta non solo come un’ideologia, ma come una nuova tecno-religione. Ho cominciato a capirlo studiando il pensiero di alcuni filosofi di Oxford e dopo aver capito la visione futuristica sulla tecnologia di alcuni guru della Silicon Valley. La loro visione antropologica e culturale, dall’idea del cyborg a quella del transgender, trans-specie, transumano e postumano. Tutto questo sta penetrando anche nelle sfere religiose, anche mistiche e spirituali, come promessa di salvezza, di una nuova divinità: la Superintelligenza. Dobbiamo ricordare però che tutte le tecnologie sono solo strumenti per renderci più umani, e magari anche per avvicinarci a Dio. Dobbiamo approfondire ciò che abbiamo di “serie” come esseri umani: coscienza e spiritualità, perché la nostra mente collegata al cuore può fare cose impressionanti, ma dall’umano. Non prescindendo dall’umano o emarginandolo.

Continuiamo a soffrire per la pandemia, che ha relativizzato il sentimento di onnipotenza e di fiducia nel progresso infinito, ma bisogna vincere la battaglia contro quest’umiliazione universale…

Vedo questa crisi sanitaria come un avvertimento da cui imparare, come una cura per l’umiltà. Un virus insignificante ha trasformato il mondo che si stava costruendo a livello globale, come la Torre di Babele.

Il transumanesimo si propone come ideologia del Nuovo Ordine Mondiale post-pandemia, trasferendo il dibattito della comunità scientifica ai cittadini, e annunciando l’avvento di un nuovo uomo cibernetico.

All’inizio di ottobre, il 15° vertice mondiale Transvisión, dei guru H+, si è riunito nella sede dell’Ordine dei medici di Madrid. Punto all’ordine del giorno: prolungare la vita a tempo indeterminato, fino all’amortalità. Lo studio dell’invecchiamento è una linea di ricerca seguita da scienziati seri, ed è molto buona. Il problema sorge quando la pseudo-religione transumanista viene messa alla base e profetizzano di renderci immortali. E c’è da preoccuparsi quando si afferma che la pandemia non costituisce né una parentesi né un’umiliazione, ma la grande opportunità per accelerare il piano programmato.

Link all’intervista completa in spagnolo pubblicata da Ciudad Nueva España.

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