Un raggio di sole illumina la Croazia

Una scuola materna dove sperimentare la fraternità e la convivenza pacifica in una terra difficile. L'esperienza di Anna Lisa Gasparini
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«Mi chiamo Anna Lisa Gasparini e sono pedagogista. Da 12 anni vivo un’esperienza educativa nella scuola materna Raggio di Sole a Križevci, in Croazia, nella cittadella Faro. Tutto comincia nel 1995, quando in questa terra martoriata da divisioni civili e dalla guerra un gruppo di insegnanti ed educatori ha deciso di dare un contributo alla pace, puntando alla formazione integrale della persona.

 

Il team degli insegnanti è stato il punto di riferimento privilegiato per interrogarci sulla difficile realtà sociale, per riflettere sulle finalità e sui metodi adatti a realizzare i nostri obiettivi. Di fronte a noi non c’era solo una scuola, ma tanti bambini, il loro futuro.

 

Abbiamo concordato di incentrare il programma educativo sulle linee pedagogiche che si ispirano al carisma di Chiara Lubich e di impegnarci a far sperimentare al bambino il clima di famiglia e il calore della casa.

 

Tre i principi sui quali basare il nostro progetto. Il bambino, protagonista della propria educazione: pur nella differenza di etnia, cultura, religione, è soggetto impegnato in un processo di continua interazione con i coetanei, gli adulti, l’ambiente, la cultura, il mondo. La relazione con l’altro, fra insegnanti e con il collettivo, tra insegnante e bambino, tra bambini, con i genitori, con la società. La relazione, quindi, come luogo e tempo, spazio privilegiato per una crescita armonica della persona. Un terzo elemento è l’educatore, «guida tanto più autorevole» quanto più esercitata ad essere esigente con se stessa, prima ancora che con i propri allievi, coerente e aperta al dono profondo di sé, esempio e testimonianza.

 

Come strumento di lavoro abbiamo scelto il dialogo, con caratteri di fiducia, prudenza pedagogica e di profondo ascolto.

 

Con questi importanti finalità e principi abbiamo compreso che dovevamo aggiornarci, confrontarci sistematicamente per tradurli e incarnarli nella didattica quotidiana. Abbiamo cercato collaborazioni con pedagogisti e altre esperienze educative. Inaspettatamente una persona del ministero dell’Istruzione ci ha consigliato di applicare un metodo sperimentale: l’Agazzi di Brescia, in Italia. Approfondendolo, ci è sembrato particolarmente coerente con le linee pedagogiche che andavamo elaborando, armonizzabile con i Programmi ministeriali.

 

È iniziata così una collaborazione tra il nostro gruppo, il Centro studi pedagogici e la scuola materna Pasquali Agazzi, che ha messo a disposizione materiali e consigli altamente professionali.

 

Gli obiettivi del nostro programma pedagogico si sono centrati su alcune priorità educative: educazione all’accoglienza, alla pace e alla cittadinanza. Si trattava però di impostare la scuola nella sua organizzazione interna, di stendere il programma educativo annuale e di presentarlo al Ministero. Ma come fare?

           

Dovevamo cominciare da noi: il personale della scuola era costituito da persone di più nazioni con culture ed esperienze diverse. Ognuna ha dovuto spostare il proprio patrimonio culturale per entrare nelle altre culture, in uno spirito di reciproco rispetto e ascolto.

 

Per me è stato perdere la cultura filosofica-pedagogica occidentale ed è proprio questo spostamento continuo dal nostro io al tu il fondamento del nostro metodo didattico. Ogni settimana ci incontriamo per condividere esperienze, risultati e difficoltà.

 

Alla base del lavoro ci sono due idee forza. Innanzi tutto la cultura del dare: utilizziamo il “dado dell’amore”, sulle cui facce è riportata una frase, una meta comportamentale da raggiungere (per esempio «amare tutti», «amare gli altri come se stessi», «amare i nemici»..). Non è solo uno strumento ludico, ma palestra di vita, non solo con i bambini, ma con tutti. La seconda idea portante è la scuola come famiglia: dove l’amore fa sì che tutti i rapporti siano positivi, reciproci e responsabili.

 

La nostra scuola è oggi frequentata da 110 bambini dai 3 ai 6 anni. È una scuola attiva e gioiosa perché fatta dai bambini stessi, che noi vediamo crescere nella loro identità, autonomia e competenza. Ci stupiscono i loro cambiamenti nel comportamento, sempre più altruista, e quelli che provocano nelle famiglie.

 

Un rappresentante dei genitori ha detto: «Questa scuola ha un’anima. C’è un rapporto speciale con ogni bambino. Noi genitori con le insegnanti creiamo una famiglia e siamo tutti chiamati a lavorare insieme. I bambini escono formati, completi, autonomi e pronti a vivere in armonia con gli altri… Noi non siamo pronti a vivere in Europa, ma i nostri figli lo saranno».

 

Durante i corsi di aggiornamento a Brescia la coordinatrice ci ha ringraziato dicendoci di aver dato vigore al metodo Agazzi: «abbiamo imparato molto da voi, ci avete ridato l’entusiasmo per proseguire con nuovo slancio il cammino della nostra ricerca».

 

Tante anche le collaborazioni avviate. La nostra scuola si pone oggi come esperienza di innovazione pedagogica e suscita interesse anche presso associazioni e istituzioni di altri Paesi.

 

In occasione del 10° anniversario della scuola, il Decano della Facoltà di Pedagogia di Zagabria, ha espresso il desiderio di far nascere un centro di formazione educativa sul modello di quello portato avanti dalla Pedagogia di comunione. Concorde l’asessore alle relazioni internazionali che ha detto: «Questa scuola ha costruito le basi dei cittadini di domani, costruendo relazioni locali, regionali, con altre nazioni… portando un messaggio importante, la dimostrazione di come attraverso l’educazione si può sperare nel futuro». È nato così il Corso di specializzazione biennale sulla Pedagogia di comunione e il Metodo Agazzi, promosso con la Facoltà di Zagabria, con docenti di varie parti d’Europa e corsisti di 5 nazioni.  

 

Tanti i commenti fatti in occasione dei 15 anni dell’asilo.

 

 «Come rappresentante del governo – ha detto l’ambasciatore italiano a Zagabria, Alessandro Pignatti – sono orgoglioso e contento di poter vedere che in quindici anni è stato fatto un lavoro fantastico. L’asilo Raggio di sole porta veramente un raggio di amore, fratellanza e comprensione: un messaggio importantissimo per l’Italia e per questa regione».

 

 «È bello sapere – ha commentato Franco Iacop, consigliere regionale del Friuli Venezia Giulia – che 600 bambini sono passati di qua in questi anni: saranno i nuovi cittadini di questa città e l’aiuteranno a crescere e ad avere un futuro migliore».

 

 «Si sta creando – ha affermato Attilia Marcolongo, vice sindaco di Reana del Rojale (Udine) – un clima umano molto diverso, che fa sperare in un futuro di pacifica convivenza, serenità, reciproco aiuto».

 

«Stiamo vivendo tutti un momento difficile – ha dichiarato Maria Angela Colombo, responsabile dell’Istituto Agazzi di Brescia – e solo ora in Italia ci siamo rese conto che le risorse devono essere investite per i nostri giovani, iniziando dai piccoli».

 

  «Questi bambini – ha detto Inga Seme Stojnović, consigliera dell’Istruzione della repubblica croata – vivono l’educazione alla pace, al dare, all’amicizia, al rispetto e ciò rimane dentro di loro come un marchio. Ogni bambino è un seme che dà vita ad un fiore. L’asilo ha dato un grande contributo alla città e ai cittadini».

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