Quasi metà degli Stati membri dell’Unione europea (Ue) si trova ad affrontare una riduzione delle forniture di gas e il rischio di ulteriori tagli all’approvvigionamento di gas proveniente dalla Russia a causa della strumentalizzazione delle esportazioni di gas da Mosca. A seguito dell’invasione russa dell’Ucraina, la Commissione europea ha adottato il piano REPowerEU per porre fine quanto prima alla dipendenza dell’Ue dai combustibili fossili russi.
La Commissione europea ha poi proposto un nuovo regolamento su misure coordinate di riduzione della domanda di gas e un piano europeo di riduzione della domanda di gas per diminuire il consumo di gas in Europa del 15% fino alla prossima primavera, nel periodo compreso tra il 1° agosto 2022 e il 31 marzo 2023, mentre pubbliche amministrazioni, famiglie, proprietari di edifici pubblici, fornitori di energia elettrica e industrie dovrebbero prendere provvedimenti per risparmiare gas.
La Commissione europea intende aumentare la diversificazione delle fonti di approvvigionamento, anche attraverso l’acquisto in comune, in modo che l’Ue possa contare su fornitori alternativi. L’Ue ha inoltre adottato nuove norme in virtù delle quali gli impianti di stoccaggio sotterraneo del gas nell’Ue devono essere riempiti all’80 % della capacità entro il 1° novembre 2022, così da garantire le scorte per il prossimo inverno. La Commissione europea, poi, ha istituito la piattaforma dell’Ue per l’energia al fine di aggregare la domanda di energia a livello regionale e facilitare il futuro acquisto in comune di gas e idrogeno verde.
Inoltre la Commissione europea prevede la possibilità di dichiarare, previa consultazione degli Stati membri, uno “stato di allarme dell’Unione” per motivi di sicurezza dell’approvvigionamento e di imporre loro una riduzione obbligatoria della domanda di gas. Lo stato di allarme dell’Unione può scattare in presenza di un rischio sostanziale di grave penuria di gas o di una domanda eccezionalmente elevata. Entro la fine di settembre gli Stati membri dovrebbero aggiornare i piani nazionali di emergenza per definire le modalità con cui intendono raggiungere questo obiettivo di riduzione.
Se si sostituisce il gas con altri combustibili e si risparmia energia durante l’estate è possibile costituire riserve di gas più abbondanti per l’inverno. Questo dovrebbe limitare l’impatto negativo sul PIL evitando la necessità di azioni improvvise in caso di crisi future. Un intervento precoce permette anche di distribuire gli sforzi nel tempo, attenuare le preoccupazioni del mercato e la volatilità dei prezzi e predisporre misure più mirate ed economicamente efficaci a tutela dell’industria.
Gli Stati membri dovrebbero privilegiare il passaggio alle energie rinnovabili o a opzioni più pulite, a minore intensità di carbonio o meno inquinanti, ma potrebbe essere necessario fare temporaneamente affidamento sul carbone, sul petrolio o sul nucleare, a patto di evitare la dipendenza a lungo termine dal carbonio.
Un altro importante fattore di risparmio energetico è l’abbassamento del riscaldamento e del raffrescamento e, pertanto, la Commissione europea esorta gli Stati membri a realizzare delle campagne di sensibilizzazione del pubblico per promuovere l’abbassamento del riscaldamento e del raffrescamento a partire dall’abbassamento mirato del riscaldamento e del raffrescamento negli edifici gestiti dalle autorità pubbliche.
Il piano europeo di riduzione della domanda di gas mira a garantire l’approvvigionamento delle famiglie e dei servizi essenziali come gli ospedali, ma anche di quelle industrie che sono determinanti per fornire prodotti e servizi indispensabili per l’economia, le catene di approvvigionamento e la competitività dell’Ue.
Il piano di riduzione della domanda di gas aiuterà gli Stati membri a individuare e dare priorità ai clienti o agli impianti più critici tra quelli che rientrano nei gruppi di consumatori non protetti, in base alla criticità sociale per settori come quello sanitario, alimentare, della sicurezza, delle raffinerie e della difesa, nonché per la fornitura di servizi ambientali. Ancora, priorità verrà data a quelle catene di approvvigionamento transfrontaliere per settori o industrie che forniscono beni e servizi essenziali. Il piano mira ad affrontare possibili danni agli impianti, affinché possano riprendere la produzione senza ritardi significativi e senza bisogno di riparazioni, procedure di approvazione ed esborsi gravosi.
Del resto, l’approvvigionamento energetico non è l’unico cruccio per l’Ue. La crisi economica, infatti, ha generato un aumento dell’inflazione che la Banca Centrale Europea (BCE) prova a combattere anche con il recente aumentato dei tassi di interesse per la prima volta in 11 anni, dopo anni nei quali i tassi d’interesse della BCE sono stati negativi, pur di favorire il credito.
L’impatto dell’elevata inflazione sul potere d’acquisto, i continui vincoli di offerta e la maggiore incertezza stanno avendo un effetto frenante sull’economia. L’aumento a sorpresa di mezzo punto percentuale per i 19 Paesi della zona euro dovrebbe essere seguito da un altro aumento a settembre, forse di un altro mezzo punto. Rendere più costoso il credito comporta il rischio di precipitare le principali economie nella recessione al costo di un allentamento dei prezzi per le persone che spendono di più per cibo, carburante, ecc.
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