Un muro nato per separare diventa un segno, una finestra aperta sul futuro. Sul muro del carcere minorile di Casal del Marmo, a Roma, è stato inaugurato lo scorso 12 novembre il murale del Pastificio Futuro, il laboratorio di pasta secca artigianale che offre lavoro e formazione a ragazzi detenuti o appena usciti dal carcere, impegnati in un percorso di reinserimento.
L’opera corre lungo il muro di cinta, proprio nell’area del pastificio voluto da papa Francesco come risposta concreta al suo invito a “non lasciarsi rubare la speranza”. Qui il colore, l’arte e il lavoro raccontano che una seconda possibilità è possibile.

Un “muro lungo un sogno”
L’autrice del murale, Giovanna Alfano, confida di aver percepito, al suo arrivo, quel muro come “un brutto sogno”: una presenza massiccia, incombente, che chiude. La richiesta, esplicita, era di “buttarlo giù” almeno idealmente. Lei ha scelto un’altra strada: «Non ho voluto cancellarlo – ha spiegato – perché i limiti, a volte, ci salvano. Ho immaginato allora questo murale come una lunghissima finestra su un paesaggio altro».
Lo sfondo è stilizzato, fatto di geometrie semplici che hanno permesso anche ai ragazzi del pastificio di mettersi al lavoro per la sua realizzazione. Su questo paesaggio si stagliano elementi figurativi dal forte valore simbolico: la storia del grano, il chicco che muore per dare vita alla spiga, la mano di madre natura che porge il frutto della terra alla mano dell’uomo.
Attorno al grano si alza un grande volo di uccelli – gabbiani, rondini, corvi, passeri – tutti diversi, tutti nutriti dallo stesso chicco: immagine di una umanità plurale, di percorsi differenti che cercano una direzione.
A chiudere il murale, l’abbraccio tra papa Francesco e padre Gaetano Greco, l’ex cappellano di Casal del Marmo, che ha dedicato 36 anni di vita ai ragazzi più fragili. Da quell’abbraccio, “scintilla” raffigurata nell’opera, è germogliato il sogno del Pastificio Futuro. Accanto al murale è stata scoperta una targa con i loro nomi e una frase semplice e potente: “Hanno scatenato la speranza”.
Pastificio Futuro: la dignità che si impasta
Nato nell’area dell’istituto penitenziario minorile di Casal del Marmo, il Pastificio Futuro ha un obiettivo chiaro: offrire formazione professionale e lavoro ai giovani che escono dal carcere, perché possano rientrare nella società «a testa alta, non scappando, ma con un lavoro tra le mani e la dignità nel cuore», come ricordava padre Gaetano.
Il progetto, sostenuto dalla Caritas di Roma, dalla diocesi, dall’amministrazione della giustizia minorile e da diversi partner, mette al centro la qualità del prodotto – pasta secca artigianale, grano selezionato, lenta essiccazione – e la qualità delle relazioni: fiducia, responsabilità, accompagnamento nel tempo.
Nel suo intervento conclusivo, il presidente della cooperativa Alberto Mochi Onori ha ricordato come la storia del pastificio nasca proprio da un abbraccio, quello tra papa Francesco e padre Gaetano, e da una precisa visione: la dignità che non si predica, ma si costruisce. «Si impasta e si dona», ha detto, annunciando anche una nuova iniziativa: le donazioni destinate alla produzione solidale permetteranno di destinare pacchi di pasta ai detenuti del Lazio, in particolare in vista del Giubileo delle carceri previsto per il 14 dicembre 2025.

Un momento dell’inaugurazione con il presidente del Municipio Marco Della Porta al centro e il cappellano don Nicolò Ceccolini più a destra.

“Segni di speranza” nel Giubileo 2025
L’inaugurazione del murale si colloca dentro il cammino del Giubileo della speranza di quest’anno, nel quale papa Francesco ha chiesto alle comunità cristiane di moltiplicare i “segni concreti” di un futuro possibile per tutti.
Il cardinale Baldassarre Reina, vicario del papa per la diocesi di Roma, ha definito il Pastificio Futuro “uno di questi segni”: un luogo in cui il seme della speranza viene affidato alla terra, esposto al vento e alle intemperie, ma destinato a fiorire nel tempo.
Il presidente del Municipio, Marco Della Porta, ha parlato di una “alleanza per il bene comune” tra istituzioni, associazioni e volontariato, sottolineando il valore di un’opera che porta bellezza proprio dove sembra dominare la sconfitta. Riprendendo Dostoevskij, ha ricordato che “la bellezza può salvare il mondo” e, in questo caso, può contribuire a salvare anche il futuro di questi ragazzi.

Dal buio al bordo del cratere
Nel suo saluto, il cappellano don Nicolò Ceccolini, successore di padre Gaetano, è tornato all’immagine evangelica del chicco di grano che, caduto in terra, muore per portare frutto. Guardando l’abbraccio tra il papa e il confratello, ha sottolineato che «solo chi ama dona futuro»: chi si spende e si dona, genera per altri un domani diverso, più libero.
Nella serata, il moderatore e giornalista Gianmarco Trevisi ha evocato un’immagine che ha aperto l’incontro: alcune ferite della vita restano «buchi che non si possono riempire», crateri che non si cancellano. Eppure, attorno a quei buchi può ricrescere l’erba, si possono mettere vasi di fiori, si può costruire un nuovo paesaggio.
Proprio su questa immagine si è innestato l’intervento di Cristiana Rotunno, vicecapo dipartimento per la giustizia minorile, che ha scelto volontariamente di usare il linguaggio del cuore più che quello giuridico, riconoscendo come il murale abbia la forza di parlare non solo ai ragazzi, ma anche alle istituzioni presenti, ispirandole a costruire possibilità e non solo a giudicare. «Nessun uomo è mai identificabile con la sua colpa – ha ricordato – e meno che mai lo è un ragazzo». Da qui l’impegno dell’amministrazione a sostenere percorsi che uniscano lavoro, formazione e arte, perché i giovani possano elaborare il proprio vissuto e tornare a sentirsi parte della società.
Il murale del Pastificio Futuro – con il suo volo di uccelli, le spighe di grano, le rondini di primavera e l’abbraccio che lo attraversa – vuole essere proprio questo: un bordo fiorito sul cratere del carcere, un invito a credere che nessuno è definito per sempre dal proprio errore, e che il bene, quando si organizza in rete, può davvero “scatenare la speranza”.
Il Pastificio Futuro è aperto al pubblico e dispone di un proprio sito, dove è possibile sostenere il progetto acquistando la pasta sia online che direttamente in sede. Un modo semplice, concreto e quotidiano di continuare a impastare dignità e futuro.