Un dibattito aperto

L'Argentina ha recentemente approvato un disegno di legge sui matrimoni omosessuali. L'editoriale di Ciudad Nueva in proposito.
matrimoni omosessuali

La recente approvazione del disegno di legge sui matrimoni tra persone dello stesso sesso e il dibattito che ne è seguito meritano alcune considerazioni. Riteniamo che la società si sia universalmente costituita attorno ad una cellula fondamentale: la famiglia, che nel corso dei secoli ha corrisposto al paradigma dell’unione tra uomo e donna. È lì che nasce la vita: è segno di civiltà dare la priorità a questa istituzione e proteggerla, oltre che offrirle gli strumenti necessari perché possa svilupparsi. Per questo temi come l’accesso alla casa, la legislazione sul lavoro e sulla maternità e il sistema sanitario meritano costante attenzione da parte del legislatore e della cittadinanza. È un modo per tutelare un insieme di diritti riconosciuti dalla Costituzione.

 

D’altro canto, è evidente che viviamo in un’epoca complessa, in cui da più punti di vista si opta per uno stile di vita e una morale che ciascuno giudicherá nel suo tribunale interno. Alla luce di questo sono sempre più frequenti altre forme di convivenza, a volte viste come modelli alternativi di famiglia.

 

Ci sembra che il fatto che due persone convivano per un periodo di tempo considerevole sia suscettibile di avere conseguenze giuridiche in materia, tra l’altro, di eredità e di previdenza sociale. Ma riconoscere che una convivenza genera diritti è diverso dall’equipararla tout court alla famiglia. Operare le necessarie distinzioni in merito non significa discriminare. Una questione concreta, ad esempio, è la pretesa che la tutela legale della convivenza si trasformi automaticamente in diritto ad adottare: in questo campo, infatti, prevale sempre il diritto del bambino ad avere una famiglia.

 

Dall’altro lato, il tema dell’omosessualità è complesso, tanto che lo stesso mondo scientifico non è concorde nel classificarla come devianza o come semplice opzione personale, tanto per citare i due estremi del dibattito. Questo, beninteso, non ha nulla a che vedere con il rispetto che ogni persona merita e con il suo diritto a non essere discriminata: è comprensibile la reazione di uomini e donne i cui diritti per anni sono stati calpestati o seriamente pregiudicati. Vale la pena ricordare che nei campi di concentramento nazisti un triangolo rosa identificava gli omosessuali, e fatti simili sono accaduti in diversi regimi autoritari. Queste tristi storie di ingiustizie dovrebbero portare a una maggiore comprensione delle ragioni di alcune posizioni rivendicative sostenute da alcuni gruppi omosessuali. Nella Chiesa questo atteggiamento di rispetto dovrebbe essere motivato da un amore che non giudica, che sa trovare il momento e il tono per contribuire al dialogo.

 

Riteniamo però che prima di legiferare su un tema che merita di essere ulteriormente studiato, seguito e ponderato, sia necessario proseguire nel dibattito sull’adozione con serenità e senza pregiudizi, coscienti che ci sono interrogativi a cui rispondere e consensi da raggiungere. Per questo è da lamentare il fatto che il progetto di legge sia stato presentato a scatola chiusa – tutto o niente – evitando dibattiti che non implicavano l’impossibilità di legiferare ora ed efficacemente su un tema non più rinviabile di fronte ai nuovi modelli di convivenza, e che si sia presto passati alla barricate pro o contro.

 

Merita una parola anche l’atteggiamento di alcuni deputati che si sono presentati in aula per raggiungere il quorum e poi hanno abbandonato la sessione, altri invece si sono ritirati al momento della votazione, venendo meno in questi casi alla loro responsabilità davanti agli elettori.

Qualche legislatore si é lamentato del fatto di essersi sentito sotto pressione dall’uno o l’altro settore della cittadinanza: forse non sono abituati al fatto che la gente faccia sentire la propria voce. Sarebbe invece auspicabile che la cittadinanza continuasse a fare pressione anche quando si legifera su temi come la povertà, le tasse o il bilancio, perché questa è la democrazia.

 

L’applicazione della legge in questione metterà in luce il fatto che siamo entrati in un terreno delicato e difficile, ancorché non esente da dubbi. Sarà necessario tornare su aspetti che sembrano non essere stati sufficientemente approfonditi. Speriamo che questo avvenga nel modo migliore e con maggiore armonia sociale, prendendo in considerazione l’agenda del Paese in maniera integrale.

 

                                                                                                                                                          (traduzione di Chiara Andreola)

I più letti della settimana

Tonino Bello, la guerra e noi

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons