Un decalogo per una nuova politica lombarda

Associazioni e fondazioni milanesi hanno elaborato delle piccole regole per una politica più etica
milano

Acli, Azione cattolica Ambrosiana, Città dell’uomo, Fondazione Giuseppe Lazzati, Comunità di Sant’Egidio Ambrosianeum e Cif hanno presentato un documento, una sorta di decalogo in cui si ritrovano alcuni principi e priorità che, secondo loro, devono essere prioritari nell’impegno politico. Soprattutto in prossimità delle imminenti elezioni amministrative.

 

«In vista delle elezioni del sindaco e del consiglio comunale di Milano, e in tempi tanto travagliati e difficili», si legge nel documento, vogliamo «manifestare ai candidati principi e priorità considerati necessari per l’impegno politico. Questi principi e priorità attengono sia il piano dell’etica personale, sia il piano delle scelte strategiche e costituiscono requisiti per il perseguimento del bene comune, la costruzione di un sistema di governance locale realmente partecipata, il recupero della vocazione di crocevia, innovazione e internazionalità del capoluogo lombardo. L’Expo è un banco di prova per una Milano che vuol essere forza propulsiva per il Paese. Si tratta di un’opportunità che non va sprecata, in quanto comporta la realizzazione di opere destinate ad essere un investimento per il futuro, un patrimonio di tutti, un’occasione di crescita culturale e sociale per la cittadinanza intera».

 

Nella ricerca di un modo nuovo di pensare la città, la cultura della convivenza, la lettura dei segni dei tempi, la politica come servizio e con l’intenzione di suscitare risposte, tali principi e priorità sono sintetizzati nel seguente decalogo.

 

L’impegno politico personale deve dunque essere ispirato a principi etici quali:
1) Serietà, competenza e trasparenza dell’operato;
2) Coerenza tra vita pubblica e vita privata;
3) Legalità formale e sostanziale, lotta alle inefficienze dell’amministrazione pubblica e ai vuoti politici, che creano le condizioni per la corruzione e per le infiltrazioni della criminalità organizzata.

 

L’impegno politico istituzionale sia orientato a:
4) Ascoltare e rappresentare i bisogni dei cittadini e delle organizzazioni sociali, produttive, culturali, in particolare dei ceti popolari e delle famiglie, oggi più esposti agli effetti della crisi, valorizzando i luoghi e le forme in cui la comunità civile già si esprime in modo ricco e plurale; rendere la città più a misura delle persone nell’accesso alla casa, nei trasporti, nei servizi sociali; promuovere e difendere il lavoro, la sua qualità e dignità, luogo di realizzazione personale e di costruzione dei legami sociali;
5) Ripensare il ruolo del Consiglio comunale, dandogli il giusto rilievo di rappresentanza della città e assicurando la costante presenza di sindaco e assessori ai lavori in aula;
6) Potenziare funzioni e visibilità dei Consigli di zona, in nome di un reale decentramento;
7) Realizzare un confronto serio con le opposizioni, cercando anche, per quanto possibile, soluzioni condivise. L’orizzonte entro cui iscrivere l’impegno personale e istituzionale preveda strategicamente di:
8) Riscoprire l’antica vocazione ambrosiana dell’accoglienza, dell’attenzione agli ultimi, della solidarietà, raccordandola con la costruzione di un nuovo welfare;
9) Rilanciare la dimensione europea e internazionale della città;
10) Adottare un’ottica metropolitana come prospettiva dell’ideazione e dell’azione politica/amministrativa.

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