La 111ª Conferenza internazionale del lavoro dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), si è conclusa con l’adozione di una nuova raccomandazione sull’apprendistato di qualità. La nuova normativa sul lavoro mira a sostenere «le opportunità offerte alle persone di tutte le età di acquisire competenze, riqualificarsi e aggiornarsi continuamente» in mercati del lavoro in rapida evoluzione. Questa raccomandazione fornisce una chiara definizione dell’apprendistato e dettaglia norme ambiziose per un apprendistato di qualità, compresi i diritti e le tutele per gli apprendisti.
Innanzitutto, si chiede agli Stati membri di stabilire un quadro normativo per gli apprendistati di qualità e sistemi di qualificazione per facilitare il riconoscimento delle competenze acquisite attraverso l’apprendistato. Inoltre, essi dovrebbero istituire o designare una o più autorità pubbliche responsabili per disciplinare gli apprendistati, in cui dovrebbero essere rappresentate le organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori.
Un apprendistato sarebbe di qualità se si considerano le competenze necessarie per svolgere tale professione, l’adeguatezza di un apprendistato come mezzo per acquisire tali competenze, la durata dell’apprendistato necessaria per acquisire tali competenze, la domanda attuale e futura di competenze e il potenziale occupazionale di tale lavoro, le competenze professionali, formative e del mercato del lavoro dei datori di lavoro e delle organizzazioni dei lavoratori.
Le normative dovrebbero assicurare che gli apprendisti percepiscano un’adeguata remunerazione, che potrebbe essere aumentata nelle diverse fasi dell’apprendistato per riflettere la progressiva acquisizione di competenze professionali; non siano tenuti a svolgere orari di lavoro superiori ai limiti specificati dalla legislazione nazionale e dai contratti collettivi; abbiano diritto a ferie con adeguata remunerazione o altro compenso economico; abbiano diritto ad assentarsi per malattia o infortunio, con adeguata retribuzione o altra compensazione finanziaria; abbiano accesso al congedo di maternità o paternità retribuito e al congedo parentale; abbiano accesso alla sicurezza sociale e alla protezione della maternità; sia loro riconosciuta la libertà di associazione e l’effettivo riconoscimento del diritto alla contrattazione collettiva; ricevano protezione e formazione in materia di sicurezza e salute sul lavoro, in materia di discriminazione, violenza e molestie; abbiano diritto al risarcimento per infortuni e malattie professionali; abbiano accesso a un meccanismo efficace di risoluzione delle controversie.
Gli apprendistati dovrebbero essere disciplinati da un accordo scritto stipulato tra un apprendista e un’impresa ospitante, che definisca chiaramente i rispettivi ruoli, diritti e obblighi delle parti; specifichi dove si svolge l’apprendistato; non contenga alcuna disposizione che limiti le opportunità dell’apprendista di muoversi del mercato del lavoro dopo l’apprendistato; contenga disposizioni relative alla durata dell’apprendistato, alla retribuzione e alla sua frequenza, ore di lavoro, tempo di riposo, pause, ferie e congedi, salute e sicurezza sul lavoro, sicurezza sociale, meccanismi di risoluzione delle controversie e la risoluzione del contratto di apprendistato; individui le competenze, certificazioni o qualifiche da conseguire ed eventuale ulteriore sostegno educativo da fornire.
Gli stati membri dovrebbero adottare misure per promuovere l’uguaglianza, la diversità e l’inclusione sociale negli apprendistati, tenendo conto in particolare della situazione e delle esigenze delle persone appartenenti a gruppi più vulnerabili o gruppi in situazioni di vulnerabilità. Ecco che dovrebbero essere adottate misure appropriate per promuovere l’uguaglianza di genere, nonché prevenire ed eliminare qualsiasi forma di discriminazione, violenza, molestia e sfruttamento nei confronti degli apprendisti.
Ancora, bisognerebbe promuovere attivamente apprendistati per adulti e per persone con esperienza che cercano di cambiare settore o occupazione, aggiornare le proprie competenze o migliorare la propria occupabilità, al fine di promuovere un’occupazione piena, produttiva e liberamente scelta. Del resto, gli Stati membri dovrebbero promuovere una cultura dell’apprendimento permanente, delle competenze, della riqualificazione e del miglioramento delle competenze, anche rispetto alle competenze di base.
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