Usare i droni dell’Aeronautica militare «non per la guerra ma per sostenere, difendere e curare il nostro magnifico territorio, colpito dalle fiamme di organizzazioni mafiose».

Vescovo Padre Moscone Foto Diocesi Manfredonia
È la proposta dell’arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, padre Franco Moscone, dopo gli incendi che hanno devastato alcune aree del Gargano e in particolare l’oasi del Lago Salso, una delle più importanti zone umide d’Italia, area di nidificazione di migliaia di uccelli, comprese cicogne e fenicotteri, dove sono stati inceneriti più di 800 ettari.
Lo fa parlando a braccio durante un incontro pubblico, dopo essere già intervenuto con una nota ufficiale. «Il forte vento e l’erba inaridita per la calura e per la mancanza di piogge hanno alimentato i focolai dell’incendio, ma va denunciato con chiarezza che i roghi sono stati provocati da mani fomentatrici di odio verso il Creato e verso la popolazione: si tratta di gesti criminali, motivati da una pura logica criminale».
Padre Franco, non nuovo a forti interventi contro le mafie e l’illegalità, vede la logica criminale proprio nelle modalità dell’incendio. «Chi ha appiccato il fuoco all’oasi del Lago Salso si deve essere impegnato veramente per bruciare dove c’è l’acqua e il canneto che è pieno d’acqua, vuol dire che si sono impegnati sul serio. Dietro c’è chiaramente un’organizzazione mafiosa, c’è l’illegalità latente del territorio. E questa la dobbiamo sconfiggere in ogni modo e soprattutto uscendo da tanta ipocrisia che forse è ancora nascosta dentro molti di noi».
Dunque «bisogna curare e mettere in sicurezza il territorio». E su questo l’arcivescovo avanza la sua proposta. Ricorda che nell’aeroporto militare di Amendola, il più grande d’Italia, a pochi chilometri da Manfredonia «ci sono droni strepitosi, da costi enormi che hanno la capacità di stare in volo per 24 ore. È possibile che l’Aeronautica militare, che serve alla sicurezza della Nazione prima di mettersi contro altre Nazioni, riduca un po’ la spesa su certi droni e la sposti su droni che invece sostengono, difendono e curano questo magnifico territorio? Sono molto più piccoli e costano molto di meno».
E qui tocca il tema attualissimo dell’aumento delle spese militari. «Per questi droni di pace basterebbe modificare un po’ quel 2% che si vuole far diventare il 5% del Pil nazionale, il peggiore pensiero che si possa avere per la sicurezza del mondo intero».
E allora, insiste l’arcivescovo, «se non vogliamo vedere tutto il Pianeta diventare come venerdì scorso l’oasi del Lago Salso, dobbiamo imporci questa scelta che è completamente diversa da quella che si sta facendo. Io credo che le risorse e gli strumenti ci siano e siano molto vicini, basta semplicemente organizzarli in modo diverso e pretendere la sicurezza partendo di qui e non da altre parti».
Anche perché questi incendi sono frutto di una situazione molto grave. «Siamo di fronte ad una situazione che non ci saremmo mai aspettata – avverte il vescovo Moscone -. Il nostro territorio è in mano ad una criminalità organizzata che si sente libera di fare tutto ciò che vuole e si sente forte e potente da poter organizzare qualsiasi gesto sconsiderato come quello di oggi. Sono mani criminali che negli ultimi giorni hanno tentato tre volte di far scoppiare l’incendio e la terza ci sono riusciti alla grande.
Sembra che la “terra dei fuochi” sia passata dal Casertano al Tavoliere con le ecoballe che vengono sversate qui da noi e poi date alle fiamme».
Il riferimento è alle ecoballe di rifiuti, probabilmente campani, depositate abusivamente proprio vicino all’oasi e poi incendiate. Così padre Franco conclude citando passi dell’Enciclica Laudato si’: «Vi chiedo perdono per quanto accaduto e sono al vostro fianco, sì sono pienamente “a fianco delle vittime dell’ingiustizia ambientale e climatica” e auspico decisamente che si ponga fine “alla insensata guerra al Creato”.
È ormai questo il tempo di far seguire alle parole i fatti per “vivere la vocazione di essere custodi dell’opera di Dio che è parte essenziale di un’esistenza virtuosa e non costituisce qualcosa di opzionale e nemmeno un aspetto secondario dell’esperienza cristiana”.
Urge, più che mai, “trasformare i nostri cuori, i nostri stili di vita e le politiche pubbliche che governano le nostre società” e invito tutti ad alzare la voce ed assumere atteggiamenti rispettosi del Creato “per fermare questa ingiustizia verso i nostri figli, che subiranno gli impatti peggiori del cambiamento climatico”. Cominciando col trasformare strumenti di morte in strumenti di pace, sicurezza e tutela.