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Toponio e relazione

di Luca Fiorani

ll toponio è una quasi-particella composta da un quark top e un antiquark top. Ricordiamo che un quark è un mattoncino fondamentale della materia. Il suo antiquark è il gemello fatto di antimateria. Anche se i fisici teorici ne avevano previsto l’esistenza, non era sicuro che questo stato legato sarebbe stato osservato, perché il quark top vive appena 5 × 10²⁵ secondi, 5 decimilionesimi di miliardesimo di miliardesimo di secondo. E invece, al CERN, l’esperimento CMS ha captato qualcosa, proprio all’energia in cui ci si aspetta che un top e un antitop possano danzare insieme prima di dissolversi. Certo, non si parla ancora di scoperta. Gli occhi dell’esperimento ATLAS sono puntati per confermare o smentire, e ci vorranno mesi.

Ma intanto, il toponio ci ricorda che perfino tra le entità più fondamentali e instabili emerge prepotente la relazione. Nel mondo microscopico, infatti, le particelle non vivono da sole. Sono entità relazionali: si attraggono, si respingono, si scambiano segnali, si influenzano. Quando due quark, come nel caso del toponio, si incontrano, iniziano a scambiarsi gluoni, le particelle mediatrici della forza forte.

È qualcosa di ancora più intimo di un abbraccio: è un legame energetico che tiene insieme la materia, e racconta, a suo modo, una storia di relazione. E non è tutto: CMS e ATLAS hanno già dimostrato, senza ombra di dubbio, che quando l’acceleratore LHC produce una coppia top-antitop, questa è entangled, termine tecnico per dire che le due particelle sono legate indissolubilmente, finché morte non le separi. La relazione è la forma fondamentale della realtà. La materia, fin dai suoi mattoni più piccoli, non si limita ad “essere”, ma “è in relazione”.

Questa tendenza alla relazionalità non si ferma al mondo subatomico. Anzi, scala la complessità: dagli atomi alle molecole, dai batteri ai cervelli, fino a raggiungere quella che Teilhard de Chardin chiamava noosfera, la sfera del pensiero umano. Siamo dentro una storia cosmica della relazione, dove ogni livello di realtà, invece di chiudersi su sé stesso, si apre all’altro. E la nostra stessa coscienza può essere vista come la maturazione finale di una dinamica relazionale iniziata miliardi di anni fa.

Spero di averti convinto che le tue tasse sono ben spese per studiare il toponio. In realtà, c’è di più. Le ricerche al CERN sono una finestra sul passato. Le particelle come il quark top non si trovano più in natura nell’universo attuale, ma venivano prodotte in abbondanza subito dopo il Big Bang. Ricrearle oggi negli acceleratori è come riportare alla luce un reperto archeologico dell’universo appena nato. Ogni esperimento a LHC è una domanda alla natura: com’eri quando tutto è cominciato? E la natura, ogni tanto, risponde con una scintilla, una particella effimera, un abbraccio quantistico che, anche se dura meno di un soffio, vale una vita. Perché, a quanto pare, fin dalle sue prime vibrazioni, la natura è relazionale.

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