Tex orfano di Bonelli

Morto l'editore del celebre ranger. Era a capo della maggiore azienda italiana di fumetti. Ha avvicinato alla lettura generazioni di giovani e non
Bonelli editore di Tex e Dylan Dog

Ebbene sì, Tex aveva un editore. Sergio Bonelli. Che è morto qualche giorno fa. Non nelle praterie dell’Arizona, sulle quali aveva scorazzato la sua fantasia e aveva tanto fatto scorazzare la nostra, ma in ospedale di Monza dove era ricoverato per malattia. Come autore ha creato i personaggi Zagor e Mister No, ma è stato soprattutto l’editore di Tex e di Dylan Dog. Bonelli aveva ereditato l’editrice dal padre Gian Luigi, il vero inventore di Tex, colui  che ha scritto i soggetti di tutte le avventure pubblicate fino a oltre la metà degli anni Ottanta.

 

Tex è ormai un personaggio cult del fumetto italiano.  Le avventure mozzafiato dell’invincibile ranger – che per gli indiani Navajos è il saggio capo Aquila della Notte – hanno incatenato ragazzi e adulti. Eroe senza macchia e senza paura, senza orgoglio e senza vanagloria, è un mito per i molti che vorrebbero essere come lui. Ma Tex è misterioso, troppo austero, per essere imitato. Molto eroe. Di lui ti puoi fidare ciecamente. Non ti delude mai. Con lui non ci sono compromessi, non tengono i sotterfugi. La verità emerge sempre. 

 

Le donne che entrano nelle sue avventure sono affascinanti, imprevedibili, un po’ diaboliche, sempre letali. Ma nel suo cuore c’è posto solo per l’amatissima moglie indiana Lilyth. Che troppo presto se n’è andata a cavalcare nelle praterie del cielo. Forse è nella fedeltà al ricordo di Lilyth che c’è il segreto della tenacia con cui insegue tenacemente ogni genere di malvivente che capita sulla sua strada: banditi, trafficanti d’armi e d’alcol, politici corrotti. Per loro non c’è scampo. I suoi metodi non sono cerimoniosi, il suo modo di risolvere le situazioni non è certo improntato alla mansuetudine. Lui, non sta a guardar il capello, se c’è da far fuori un losco farabutto. Ma, per Diana, siamo nel fantastico West! 

 

«Ti spedisco a guardar l’erba dalla parte delle radici»: quanto senti che Tex ti rivolge questa frase, con una canna di pistola puntata contro di te, beh!, raccomanda l’anima a Dio caro furfante, perché hai i secondi contati. E la giustizia trionfa chiaramente. Le situazioni si risolvono; non si trascinano stancamente, ingarbugliate, senza cavarne mai un ragno dal buco, come spesso capita nella vita quotidiana. È anche questo uno dei motivi per cui il ranger Willer è così caro al cuore di tanti. Ci porta una boccata di sano ossigeno.

 

Porgendo l’estremo saluto all’editore di Tex, il sindaco di Milano Pisapia ha lasciato questo messaggio: «Sergio Bonelli ha appassionato con i suoi fumetti generazioni di ragazzi e adulti. Ci lascia l’eredità della sua arte: i suoi personaggi, da Tex Willer a Dylan Dog, sono entrati nella storia dei cartoon, emozionandoci con le loro avventure che ci hanno fatto sognare e che ricorderemo sempre… Cittadino benemerito di Milano ha avvicinato alla lettura generazioni di ragazzi. La sua casa editrice è la maggiore impresa editoriale italiana nel campo del fumetto».

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