Tensione in Asia per “due isolette”

Cosa c’è dietro la guerra di nervi tra Giappone e Cina? C’è quello che sta sotto il mare...
cina giappone proteste

«La questione delle isole contese tra Cina e Giappone, le isole Diaoyu per i primi, le isole Senkaku per i secondi, sta infiammando le relazioni diplomatiche tra i due Paesi, con tanto di richiamo degli ambasciatori, di sabotaggio in alcune officine di proprietà giapponese in Cina, con invio di navi da guerra… Dove sta la verità? Perché bisogna mettersi sempre in conflitto per risolvere i problemi territoriali?».
Paolo Giunti – Vigevano
 
Anche questa volta una piccola questione territoriale infiamma gli spiriti. Ci risiamo, verrebbe da dire. Ma non c’è solo una questione di sovranità del territorio nazionale in gioco, né il rinfocolarsi di vecchie tensioni nazionalistiche. Come nel caso delle altre isole, quelle Spratly o Paracel, contese con il Vietnam e altri sei Paesi della regione, non interessano minimamente le isole emerse, né la pescosità dei loro mari, quanto il fondale marino che le attornia. In effetti grossi giacimenti di gas e di petrolio sono stati individuati al largo delle isole, ed ormai il loro sfruttamento è economicamente redditizio, sia per l’enorme miglioramento delle tecniche di perforazione, sia perché la progressiva penuria di gas e petrolio nel pianeta e la crescita della domanda (soprattutto dell’Estremo Oriente in crescita esponenziale) rendono praticabili lavorazioni e infrastrutture che finora erano state considerate troppo onerose.

Ancora una volta, quindi, si avverte la necessità di poter ricorrere a un’autorità internazionale che, pur senza imporre la propria visione, possa essere un vero luogo di dialogo e trattativa. C’è bisogno di un’Onu adeguata ai tempi, che sappia convincere con la ragione e non solo con la forza. Purtroppo altri fattori, oltre a quello nazionalistico e a quello politico entrano in gioco. In effetti la Cina ha estremo bisogno di fonti di energia per mantenere la sua impressionante macchina da guerra economica, fonti che sta rastrellando ormai in tutto il pianeta, soprattutto in Africa. Inoltre, il rallentamento dell’economia mondiale costringe sia la Cina che il Giappone a trovare nuove fonti di guadagno, per riuscire a trasformare la crescita economica in stabilità condivisa (la Cina) e per riuscire a diminuire lo spaventoso defcit di bilancio (il Giappone).

Il problema quindi non si esaurirà molto rapidamente, e c’è da aspettarsi nuovi episodi anche spettacolari nella guerra per queste isolette del Mar della Cina. Come la “marcia” a ranghi compatti dei pescherecci cinesi alla volta delle isole Diaoyu o Senkaku che dir si voglia.
(Nella foto, proteste anti-nipponiche in Cina).
 

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