Tensione in Europa per la crisi dei vaccini

La consegna delle dosi nell’Ue si ritarda. In Italia sono state vaccinate 482.838 persone, la maggior parte sono operatori sanitari e sociosanitari
Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse

L’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha approvato il vaccino dell’azienda AstraZeneca, il terzo idoneo alla commercializzazione nell’Unione europea dopo Pfizer/BioNtech e Moderna. Secondo gli esperti dell’Ema «non c’è motivo per pensare che questi vaccini non siano efficaci contro le mutazioni» di Sars-CoV-2, ad esempio la variante britannica.

Tuttavia, l’Europa sta vivendo un contesto di allarme poiché i produttori dei vaccini hanno ritardato la consegna delle dosi concordate, il che porta alla modifica e al rallentamento dei programmi di vaccinazione nei paesi dell’Ue, e complica il raggiungimento dell’obiettivo fissato dalla Commissione di vaccinare il 70% dei cittadini degli Stati membri entro la fine dell’estate.

L’azienda AstraZeneca ha annunciato un taglio della produzione del 60% delle dosi accordate con l’Ue. Ciò significa che degli 80 milioni previsti (con possibilità di arrivare a 100), l’azienda anglo-svedese potrà consegnare solo 31 milioni di dosi entro febbraio dovuto a problemi imprevisti nel processo di produzione. C’è da dire che l’impegno di consegna dentro i tempi previsti ha costretto il laboratorio AstraZeneca ad avviare la produzione prima di aver ricevuto il via libera dall’Ema. Allo stesso modo, le società BioNtech e Pfizer hanno annunciato un ritardo nella spedizione delle dosi, attribuito a un cambiamento nella linea di produzione del loro stabilimento in Belgio.

Questa situazione ha aumentato la tensione tra l’Ue e il Regno Unito poiché Bruxelles ha deciso di mettere in atto un “meccanismo di trasparenza” per controllare le esportazioni dei vaccini fabbricati sul territorio comunitario dopo il sospetto che parte della produzione di AstraZeneca fosse stata dirottata sul suolo britannico. Questo meccanismo obbliga i laboratori a notificare in anticipo la partenza e la destinazione dei vaccini fabbricati in Europa con l’obiettivo di impedire alle aziende farmaceutiche di vendere le dosi a Paesi terzi senza aver prima rispettato la distribuzione promessa tra i 27.

Con questa manovra, Bruxelles richiede che il contratto per la consegna delle dosi venga rispettato: «L’Europa ha investito miliardi (2,7 milioni di euro) per aiutare a sviluppare i primi vaccini covid-19 al mondo […] Ora le aziende devono rispettare», ha sottolineato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, durante un discorso al Forum mondiale di Davos.

Per ora l’Ue è riuscita a vaccinare il 2% della sua popolazione, mentre il Regno Unito supera già il 10%. In Italia, sono stati somministrati 1.813.005 vaccini, il che comporta 482.838 persone vaccinate. Tra queste, la maggior parte sono operatori sanitari e sociosanitari. È il caso della dottoressa Marzietta Montesano, infermiera epidemiologa dell’Ospedale Sant’Andrea di Roma, che ha appena ricevuto la seconda dosi e che spiega la situazione dall’interno dell’azienda ospedaliera: «Siamo tutti concentrati sulla situazione vaccino. Tutto il personale sanitario e della cura è stato vaccinato, non abbiamo esitato e abbiamo partecipato in massa con un grande senso di responsabilità. Le vaccinazioni hanno avuto inizio alla fine di dicembre in un modo molto efficiente e termineranno l’8 febbraio».

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