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Tanti posti di lavoro salvati con SURE

di Fabio Di Nunno

- Fonte: Città Nuova

Fabio Di Nunno, autore di Città Nuova

Il patto per le competenze ha aiutato 2 milioni di persone con attività di riqualificazione e miglioramento delle competenze.

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Foto Pexels

Nel 2020, nel pieno della pandemia di Covid-19, la Commissione europea istituiva SURE, uno strumento da quasi 100 miliardi di euro concepito per proteggere i posti di lavoro e i redditi colpiti dalla crisi pandemica nell’Unione europea (Ue), divenuta poi crisi economica e sociale, che ha sostenuto circa 31,5 milioni di dipendenti e lavoratori autonomi e oltre 2,5 milioni di imprese. Lo strumento ha incoraggiato efficacemente gli Stati membri a istituire regimi di riduzione dell’orario lavorativo, che hanno consentito alle imprese di mantenere i dipendenti e le competenze e hanno fornito sostegno ai lavoratori autonomi, oltre a misure analoghe, in particolare per i lavoratori autonomi, e a misure di carattere sanitario.

Una relazione recentemente pubblicata dalla Commissione europea dimostra il ruolo fondamentale di SURE, conclusosi il 31 dicembre 2022, nell’attenuare l’impatto della pandemia nel 2020 e nell’agevolare la ripresa economica nel 2021.

Attraverso questo strumento europeo di sostegno temporaneo per salvaguardare i posti di lavoro e tutelare i lavoratori dal rischio di disoccupazione sono stati erogati complessivamente 98,4 miliardi di euro di assistenza finanziaria a 19 Stati membri (Belgio, Bulgaria, Cipro, Estonia, Grecia, Spagna, Croazia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lituania, Lettonia, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Slovacchia e Cechia), importo che si avvicina alla dotazione massima di SURE pari a 100 miliardi di euro.

Per finanziare SURE, la Commissione europea ha emesso obbligazioni sociali per conto dell’Ue, divenendo il maggiore emittente di obbligazioni sociali al mondo, offrendo poi sostegno finanziario agli Stati membri, sotto forma di prestiti concessi dall’Ue a condizioni favorevoli. Allora, secondo i dati di Eurobarometro, l’82% dei cittadini europei ha sostenuto l’opportunità di concedere prestiti per aiutare gli Stati membri a mantenere le persone sul mercato del lavoro.

Nel 2020, le misure di sostegno alle politiche nazionali hanno protetto efficacemente circa 1,5 milioni di persone dalla disoccupazione, laddove nei 19 Stati membri beneficiari SURE ha sostenuto quasi un terzo dell’occupazione complessiva (circa 31,5 milioni fra dipendenti e lavoratori autonomi) e più di un quarto delle imprese (oltre 2,5 milioni di imprese). Se a beneficiare maggiormente del sostegno di SURE sono state le piccole e medie imprese, i settori che hanno ricevuto il sostegno maggiore sono stati i servizi ad alta intensità di contatto (servizi di alloggio e ristorazione, commercio all’ingrosso e al dettaglio) e le attività manifatturiere.

Nel 2021, SURE ha continuato a tutelare l’occupazione, in particolare nella prima metà del 2021 (quando la pandemia continuava ad avere un grave impatto negativo) sostenendo circa 9 milioni di persone (il 15% dell’occupazione totale) e oltre 900.000 imprese (il 15% delle imprese) nei 15 Stati membri beneficiari che ne hanno usufruito quell’anno.

Nel 2022, infine, vi è stata una graduale eliminazione delle misure di sostegno nazionali. Nei quattro Stati membri che hanno prorogato le misure di sostegno fino all’inizio del 2022, SURE ha continuato a sostenere 350.000 persone e 40.000 imprese.

Quasi la metà della spesa totale di SURE è stata destinata ai regimi di riduzione dell’orario lavorativo e quasi un terzo a misure analoghe per i lavoratori autonomi. I regimi di integrazione salariale e altre misure analoghe hanno rappresentato il 12% della dotazione, mentre il restante 5% è stato speso per misure di carattere sanitario, tra cui misure preventive contro la pandemia di Covid-19, costi aggiuntivi di manodopera per assumere e sostenere gli operatori sanitari e l’acquisto di attrezzature sanitarie e medicinali, compresi vaccini.

Secondo Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, «SURE rappresenta il meglio dell’Ue: il programma ha contribuito a salvare milioni di posti di lavoro durante la pandemia di Covid-19 e, fattore altrettanto importante, ha aiutato le imprese dell’Ue a mantenere la forza lavoro». Inoltre, «SURE ha preparato il terreno per il lancio del piano di ripresa NextGenerationEU, che ha offerto nuove prospettive affinché l’economia europea rispondesse alla crisi in modo efficace e unito».

Secondo Paolo Gentiloni, commissario per l’Economia, «possiamo essere orgogliosi dello straordinario aiuto fornito da SURE ai lavoratori e alle imprese europee per superare la crisi pandemica», poiché «la relazione finale mostra chiaramente quanto tali strumenti comuni possano rafforzare la resilienza delle società e delle economie dell’Ue di fronte agli shock». Egli osserva che «il successo di SURE si basa su tre fattori: la chiara definizione dello scopo; la governance nell’ambito del quadro istituzionale dell’Ue, che ha assicurato responsabilità e solidarietà tra gli Stati membri; e la solida struttura finanziaria».

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