Tante le minacce alla libertà religiosa

La libera espressione della fede cristiana è minacciata o impedita in molte parti del mondo. Eppure, non mancano segni di speranza, con positivi interventi legislativi soprattutto in Europa
fiaccolata cinquant'anni dal concilio

Nei Vangeli si legge che Gesù, durante il Discorso della Montagna, disse: “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli”.

Parole così dense di significato, soprattutto se declinate in chiave storica. Parole così terribilmente attuali, oggi più che mai. Parole contemporaneamente piene di dolore e speranza, visti i dati raccolti nell’XIª edizione del Rapporto sulla Libertà religiosa nel mondo, pubblicato dalla Fondazione di Diritto pontificio aiuto alla Chiesa che soffre. 

Minacce, discriminazioni, persecuzioni, arresti, sofferenze e limitazioni di ogni tipo alla libera e personale espressione della fede cristiana emergono a chiare lettere analizzando gli avvenimenti del 2011 e quelli della prima metà del 2012, in ben 196 Paesi monitorati.
Un rapido quadro: si è ulteriormente abbassato il livello di tutela della libertà religiosa in Cina. In Siria, la mancanza di libertà è ancor più grave di quella che ha innescato le rivolte in Egitto e in Tunisia. Forte è l’aumento della pressione dell’estremismo islamico in alcune Nazioni africane, quali Kenya, Mali, Nigeria, Chad, e ciò rischia di destabilizzare molte aree del continente. In India, poi, continuano a persistere le cosiddette “leggi anti-conversione”, spesso alibi per abusi di potere, nonostante la Costituzione nazionale riconosca il diritto alla libertà religiosa.

Inoltre, «In Stati come Karnataka, Rajasthan, Gujarat, Madhya Pradesh and Chhattisgarh vengono commesse ogni anno circa mille violenze contro i cristiani» ha detto John Dayal, segretario generale dell’All India Christian Council e membro della Commissione di Giustizia e Pace della Conferenza episcopale indiana.

Ma la situazione è in divenire. Dopo il buio c’è, fortunatamente, sempre la luce. Bellissima e radiosa. Numerosissimi in tal senso gli interventi legislativi, in vari Stati europei, di organi legislativi e di governi nazionali, nonché le altrettante dichiarazioni del Parlamento europeo e l’impegno di tante organizzazioni internazionali, nel portare all’attenzione il tema della libertà religiosa.
«La libertà religiosa è la vera nuova frontiera della politica estera», ha affermato Francesco Maria Greco, ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede. Anche perché si riscontra, nell’opinione pubblica nazionale e internazionale, un notevole aumento di consapevolezza, dovuta ad una maggiore copertura mediatica e disponibilità d’informazioni su questo delicato argomento.
Quindi, se da un lato c’è la denuncia dei perpetrati soprusi che i cristiani subiscono per Cristo, dall’altro c’è una attenta analisi della situazione politica e sociale che condiziona l’opportunità di vivere insieme e nel rispetto. Evidenti e necessarie appaiono le conclusioni: la comprensione del presente e delle possibilità future non possono che passare per la conoscenza più approfondita di se stessi, del proprio credo e dell’altro. Diverso, ma simile! Soprattutto, visto e considerato che siamo nell’Anno della Fede.
 
 
 

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