Taekwondo, super Italia all’Open d’Egitto

L’Italia sportiva eccelle anche nel Taekwondo, arte marziale in grande ascesa nel nostro Paese. All’Open d’Egitto, primo appuntamento internazionale del 2018, sono arrivate ben nove medaglie: due di queste sono d’oro, conquistate da Vito dell’Aquila e Maristella Smiraglia
foto Federazione Italiana Taekwondo

Se il buongiorno si vede dal mattino, per l’Italia del Taekwondo si è appena aperto un anno che può dare grandissime soddisfazioni. La spedizione azzurra, composta da 16 atleti, si è infatti comportata splendidamente all’Egypt Open, prima importante competizione internazionale del nuovo anno disputatosi nel weekend appena concluso: la manifestazione appartiene alla categoria “G2” che, ai vincitori, assegna 20 punti nel ranking mondiale. Sono state ben nove le medaglie raccolte nella due giorni di gare ad Alessandria, con un inizio strepitoso. La prima giornata ha infatti portato alla squadra italiana, guidata dal direttore tecnico Claudio Nolano, due primi posti: Mariastella Smiraglia si è imposta nella categoria -67 kg., riuscendo a trionfare nella finale contro la compagna di squadra Dalila D’Ambra col punteggio di 13-5. Un percorso netto per la Smiraglia che, al primo turno, aveva superato 7-6 la giordana Al-Sadek, ottenendo poi a tavolino il passaggio alla finale contro la D’Ambra: quest’ultima, invece, è arrivata all’atto conclusivo battendo 24-9 l’egiziana Gomaa in semifinale.

Il secondo oro porta la firma di Vito dell’Aquila che, nella finale della categoria -54 kg, non ha dovuto combattere contro il belga Willemsen, non presentatosi alla sfida. Il 18enne pugliese, bronzo nell’ultima edizione dei Mondiali, aveva vinto al primo turno contro l’egiziano Zaki per 21-0, superando poi il saudita Alsamih 27-11 e il francese Audibert per 20-3. La prima tranche di gare ha visto altri due azzurri andare a podio: Natalia D’Angelo è arrivata terza nella categoria -62 kg, dopo aver sconfitto 14-10 la kazakha Bibalayeva e cedendo in semifinale con la turca Yaman 8-0. Roberto Botta, invece, ha raggiunto il gradino più basso del podio tra i -80 kg.: dopo aver eliminato 12-3 il belga Corten, l’atleta azzurro si è poi dovuto inchinare al giordano Elshabaraty per 4-8.

La successiva giornata di gare ha visto arrivare una valanga di podi per l’Italia, con ben 4 medaglie che hanno ulteriormente arricchito la bacheca azzurra. Claudio Treviso è arrivato in finale nella categoria -74 kg, non potendola però disputare a causa di un infortunio: rimane la grande cavalcata del capitano azzurro che, nell’ordine, ha eliminato nell’ordine gli egiziani Elsayed e Omran e il turco Kartal. Davide Spinosa (-68 kg) si è fermato a un passo dall’oro, cedendo al bulgaro Dakaliev per 9-7 in una finale tirata e combattuta. Altro argento per Laura Giacomini nella categoria +73 kg. Che, dopo aver superato l’egiziana Maher, ha ceduto alla francese Mellier nell’atto conclusivo. Le medaglie conclusiva è infine il bronzo di Simone Crescenzi (-63 kg), bravo a superare l’altro azzurro Caulo al primo turno e l’egiziano Hassan, per poi fermarsi in semifinale al cospetto del bulgaro Binev.

L’ottimo fine settimana del Taekwondo azzurro è stato suggellato anche da due medaglie italiane nello Slovenia Open 2018, con Davide Ditta (-54 kg.) e Simone Alessio (-68 kg.) che hanno conquistato due bronzi di valore. Il direttore tecnico azzurro Claudio Nolano, alla vigilia della trasferta in terra egiziana, era stato profetico: «sarà un test principalmente per gli atleti emergenti – aveva dichiarato alla Gazzetta dello Sport – che permetterà loro di confrontarsi con atleti più esperti, mentre i ragazzi già ben avviati potranno verificare la forma. È una competizione alla loro portata, saliranno con la giusta fame di vittoria». I talenti italiani del Taekwondo continuano dunque a crescere e a far ben sperare in vista di Tokyo 2020, auspicando così di poter rinverdire in quell’occasione le gesta di Mauro Sarmiento: l’atleta campano, classe 1983, ha svelato al grande pubblico con le sue due medaglie olimpiche (argento a Pechino 2008 e bronzo a Londra 2012) la bellezza e la spettacolarità di un’arte marziale che, a livello mondiale, conta più di 70 milioni di praticanti.

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