Fontanellato è un pittoresco borgo della Bassa parmense, meta turistica rinomata per un antico castello medievale con intorno il fossato pieno d’acqua, un Santuario molto conosciuto e tante attrazioni. Qui si possono incontrare, in occasioni e luoghi diversi, 18 giovani donne, sempre sorridenti e gioiose! Provengono da vari Paesi del mondo: Messico, Stati Uniti, Belgio, Francia, Nigeria, Nuova Zelanda, Brasile, Spagna, Filippine, Austria, Russia e Lituania. Indossano tutte un lungo saio grigio con in testa un velo bianco. Sono consacrate a Dio: si chiamano Suore di Maria, Stella del Mattino.
Contemplative, ma senza clausura. Questo permette loro di stare in mezzo alla gente! Tutti infatti possono incontrarle per le vie del paese, tra i banchi del mercato, in mezzo agli stand delle mostre o di lato al Santuario, dove vendono in una bancarella i frutti del loro lavoro, oppure in chiesa e dovunque le chiamano ad animare, con letture e canti, i momenti di preghiera, o a suonare la chitarra in mezzo ai prati con tanti giovani seduti in cerchio a riflettere sulla vita.

Benvenuti in convento!
Un giorno, mentre ero in bicicletta, un mezzo molto usato in tante città e paesi dell’Emilia Romagna, sulla pista ciclabile parallela alla mia le vedo passare in bici, nonostante il lungo saio! Non ci posso credere! Poi un pomeriggio alcuni ragazzi, figli o nipoti di miei conoscenti, mi dicono che vanno a mangiare la pizza, dalle 18 alle 22, invitati da queste suore. Tutti possono bussare alla porta del convento e allora decido di bussare anch’io per conoscerle da vicino e poterle, a mia volta, far conoscere.
Mi riceve la superiora, suor Maria Lode, francese, di qualche anno più anziana, si fa per dire, delle consorelle a lei affidate. L’avevo già contattata qualche anno fa, telefonicamente, perché una mia parente aveva voluto regalarle un abbonamento a Città Nuova. È un incontro gioioso, breve, ma intenso! Le chiedo di poter intervistare lei e qualche altra consorella. Ottenuto il permesso dai suoi superiori, concordiamo il giorno e l’ora. Il colloquio avviene in un’ampia sala, attorno ad un tavolo. Non ci sono grate tra noi, ma solo desiderio di conoscerci reciprocamente in un clima sereno. Sono presenti la superiora, suor Maria Lode della Francia, suor Marta Rachele degli Stati Uniti, suor Ines Gabriela del Messico e suor Marussia del Belgio.
In che anno siete arrivate qui e perché vi chiamate Suore di Maria, Stella del Mattino?
Siamo arrivate nel 2015. La prima stella del mattino è portatrice di luce, preannuncia il sorgere del sole. Ci dà speranza. È Maria che ci indica Gesù Cristo, sole di giustizia. È proprio Lei che vince le tenebre del mondo ed è immagine di speranza e di fede in questo mondo dove ci sono sofferenze e tenebre. Facciamo parte di un’Associazione Pubblica di Fedeli, fondata il 25 luglio 2014 da don José Ignacio Munilla, vescovo di San Sebastian. La sede principale è attualmente in Italia, nella Diocesi di Parma.
Abbiamo scelto come padre l’apostolo san Giovanni, mentre gli ispiratori del nostro carisma sono san Giovanni Paolo II e la mistica francese Marthe Robin.

Provvista di legna per l’inverno.
Com’è nata la vostra vocazione?
Suor Maria Lode: Partecipando ad un pellegrinaggio in Polonia, ho sentito l’amore che papa Giovanni Paolo II aveva per la Madonna di Czestochowa. Aveva un quadro nella sua camera e la pregava continuamente. Ecco, io sento che sono il frutto di quelle preghiere.
Suor Marta Rachele: Abitavo vicino ad una comunità religiosa e ho deciso di fare al suo interno una piccola esperienza. Sono stata così contenta, che poi sono rimasta.
Suor Marussia: Ho scoperto la mia vocazione a poco a poco venendo qui. All’inizio non ero per niente attirata dalla vita contemplativa, ero felice nel mondo in cui mi trovavo, però non colmava la mia sete di Verità e di Amore. Volevo una vita grande, viva. Incontrando poi delle persone, ho scoperto che Gesù mi attirava e ho detto il mio sì.
Suor Ines Gabriela: Insieme ad altri giovani sono stata invitata da una comunità a vivere alcuni giorni insieme. E lì ho sentito che mi sarebbe piaciuta una vita dedicata a Dio e al prossimo.

In sartoria.
La vostra vita è fatta di raccoglimento, di fede, ma anche immersa nella vita del paese…
Suor Maria Lode: Sì, la nostra missione è la preghiera, ma vogliamo condividere la nostra esperienza con la gente fuori dal convento, in modo che possa colmare la sua sete di Dio.
Siccome non abbiamo clausura, possiamo uscire nel paese. Per le persone è importante vederci in mezzo a loro, non hanno bisogno di suonare alla porta del convento per sapere che ci sono delle suore. Abbiamo una bancarella davanti al convento. Facciamo sport. Di solito alcuni ci portano la spesa, ma usciamo anche noi per procurarci ciò che ci serve o per eventi in Diocesi.
Gruppi di preghiera esterni vengono da noi, ma può anche capitare che ci invitino fuori. Prepariamo qui in convento momenti di adorazione, con canti, per aiutare la gente a pregare e per condividere la nostra vita. Usciamo non tanto per il piacere di uscire, ma per far entrare la gente nella nostra vita. Abbiamo una missione, la preghiera, quindi lasciamo le porte del convento aperte perché le persone possano venire a pregare, a risvegliare la conoscenza di Dio.
Abbiamo anche una foresteria che accoglie i parenti degli ammalati, ricoverati al Centro oncologico Cardinal Ferrari, proprio qui vicino. Da noi trovano conforto, pace, silenzio per andare in profondità. Trovano un’atmosfera di raccoglimento a loro gradita. Spesso ci dicono che vogliono ritornare. Davanti alla cappella c’è una bacheca con appesi tanti foglietti colorati dove chi passa scrive una richiesta di preghiera.
Abbiamo buoni rapporti con il Municipio e con la scuola. Arrivano i bambini di una scuola inglese gemellata con Fontanellato, in memoria di un inglese, che venne accolto qui durante la guerra. Arrivano giovani, adulti con la fede o senza la fede, atei, di altre religioni, persone alla ricerca del senso della loro vita.
Organizzate una pizzata una volta a settimana…
Suor Marta Rachele: Sì, così possiamo raggiungere tutti e passare un bel momento insieme a rispondere a domande profonde della vita. C’è anche lo Studio biblico per adulti, per meditare la Sacra Scrittura.
Abbiamo un programma per persone che vogliono viaggiare, ma non sono interessate a pregare: quest’anno una ventina di persone lontane dalla Chiesa sono venute per stare qualche tempo con noi, soprattutto per conoscere questa “misteriosa esperienza spirituale”.
Vi dedicate anche al lavoro manuale…
Suor Marussia: Sì, per noi è importante. Seguiamo prima di tutto il lavoro di casa, poi orto, giardino e frutteto. Creiamo oggetti di artigianato, prepariamo marmellate, creme e biscotti. Produciamo saponi, oggetti di legno, candele di tutti i tipi, rosari, collane, braccialetti.
Spesso verso mezzogiorno vi vedo al mercato di frutta e verdura e i venditori vi accolgono con gioia…
Suor Ines Gabriela: Siamo un ordine mendicante, usciamo a quell’ora per prendere ciò che resta al mercato, ma i venditori ci danno anche altri prodotti migliori, più di qualità. Sperimentiamo continuamente la Provvidenza e la generosità della gente emiliana. Mettersi nelle mani di Dio conviene.
Che succede quando siete tristi? Vi capita qualche volta di non andare d’accordo in comunità?
Suor Maria Lode: Pur amando tanto la nostra vita, come tutti abbiamo anche noi delle prove, delle sofferenze, ogni tanto. In questi momenti pensiamo che ogni scelta richiede pazienza e fedeltà. Scopriamo soprattutto che Dio si impegna prima di noi e ci dà la forza di ritornare alla Sorgente.
Poi un grande aiuto lo riceviamo confrontandoci e parlando fra di noi.
Si sente parlare di crisi delle vocazioni mentre qui vedo tante giovani…
Suor Marussia: Un prete che è venuto a conoscerci ha detto che per lui era impressionante vedere che noi non facciamo niente per procurarci vocazioni. Tanti avvertono un grande bisogno di silenzio, di verità. Non c’è una crisi delle vocazioni, forse il punto vero è che non si crede nelle vocazioni, mentre invece occorre scoprirle e poi averne cura, accompagnarle nella crescita. Io, per esempio, non pensavo di avere una vocazione alla vita contemplativa, altri l’hanno riconosciuta in me.
Lo studio e la cura della persona hanno importanza nella vostra giornata?
Suor Marta Rachele: Studiare filosofia e teologia ci apre la mente e il cuore, ma anche lo sviluppo della persona ci interessa: pratichiamo sport. Ciascuna di noi deve essere felice e dedicarsi ad un lavoro che le piace, fare ciò che si sente, sviluppare i propri talenti per poi metterli al servizio degli altri.
Come riuscite a vivere l’equilibrio tra la vostra vita interiore e il vostro mescolarvi con la gente?
Suor Maria Lode: Occorre la sovrabbondanza della preghiera. Ognuna porta un suo segreto che la tiene legata a Gesù. Se Dio ci ha dato questi due comandamenti, amare Dio e amare il prossimo, vuol dire che è possibile viverli entrambi. Occorre che la Chiesa sia aperta, in uscita, dobbiamo dare testimonianza.
Come vivete il rapporto con Maria?
Suor Ines Gabriela: Lei è innanzitutto Madre e perciò riempie quel senso di orfanezza che ci portiamo dietro. Perché Immacolata è più vicina a noi. Possiamo affidare tutto a Lei. Ogni giorno facciamo una consacrazione a Lei, cioè ci abbandoniamo, rimettiamo tutto a Lei, La rendiamo responsabile della nostra esistenza. E Lei si prende cura di noi.