Recentemente sono stati pubblicati due articoli molto interessanti. Il primo riguarda la situazione politica negli Stati Uniti scritto da Ezra Klein, un editorialista del New York Times (Internazionale 1487 – 18 novembre 2022). Il secondo, stampato su La Repubblica il 19 novembre, è del regista italiano Daniele Vicari.
Ci raccontano di due mondi distanti e in cicli differenti. In America i novelli presidenti vincono le elezioni per una manciata di voti. Se sei di orientamento repubblicano è quasi impossibile cambiare idea e votare per i democratici e viceversa.
In Italia, invece, la mobilità elettorale è estrema e cavalcando un malcontento dilagante puoi vincere le elezioni anche costruendo un partito dal nulla. Si potrebbero fare molti esempi…
Sia in America che in Italia, però, il confronto politico si orienta verso una contrapposizione incapace di tenere al centro il bene comune. Per vincere le elezioni le strategie di comunicazione dei partiti non si fanno scrupoli di parlare alla pancia degli elettori, d’istigarli contro i “nemici” degli altri schieramenti, di promettere qualsiasi cosa sia desiderata dal popolo senza pensare alle generazioni che verranno, al bene comune, alla salute di Madre Terra.
Anche in Italia, quindi, la contrapposizione è molto forte, siamo spaccati a metà, la società è divisa e in cerca di qualcuno che sia capace in poco tempo d’indirizzare lo Stato verso la redenzione. Insomma, una soluzione provvidenziale in grado di sottrarci alle enormi difficoltà di questo tempo.
Pandemie sconvolgenti, guerre vicino le nostre frontiere, crisi economiche gravi, sono in cerca di un ceto dirigente capace di governarle e di fare progetti a lungo termine che siano compatibili con le problematiche assillanti che si agitano nel presente.
In Italia abbiamo una certa attitudine a inseguire chimere. Il nostro Paese ha già calcato queste strade, tragicamente nell’era del fascismo, e più recentemente con fenomeni elettorali che poi, nel giro di un breve ciclo, hanno consumato tutta l’illusione che avevano generato. La gente vedendo crescere i problemi esistenziali alla fine ha ripudiato i leader che aveva osannato fino alle elezioni precedenti, tentando la sorte altrove…
Queste ondate di speranza, cadute nel vuoto di contenuti degli arringa popolo, creano sempre più disaffezione verso la politica, frustrazione e alla fine un crescente malcontento che può scaturire in rabbia e cieca contrapposizioni d’opinioni violente.
La speranza, per essere duratura e foriera di felicità, si deve fondare sulla verità, sulla buona fede, sul riconoscimento della diversità, sulla volontà di generare processi condivisi. Tutto questo necessita di una condivisione autentica dei problemi delle persone, di una conoscenza dei fenomeni reali senza cercare di mistificarli a proprio vantaggio. Magari potesse venire qualcuno con una bacchetta magica a portarci in dono tutto questo magicamente!
Non siamo in una fiaba, i migranti che bussano alle nostre porte e fuggono dalla siccità e dalle guerre sono persone reali in cerca di un futuro per loro stesse e per i loro figli. Possiamo certo dire legittimamente che non possiamo prenderceli tutti noi ma questo non toglie loro lo statuto di uomini, di persone.
Mentre ci contrapponiamo in modo violento su come deve essere risolto il problema degli sbarchi, uomini donne e bambini continuano a morire annegati o patiscono devastanti sofferenze nei lager libici e lungo le rotte governate dai trafficanti. Se non saremo capaci di trovare soluzioni condivise l’unico orizzonte che si profila davanti a noi è la guerra, le rivoluzioni cruente, il dominio dei forti sui deboli.
La storia ci insegna che l’ingiustizia perpetrata per lungo tempo genera conflitti che fanno prevalere il sorgere di devastanti violenze. Chi può agisca presto, ognuno di noi, per la sua parte può costruire qualcosa che suggerisca direzioni differenti. Questa è una legittima speranza, credo, anche se molti, guardando i telegiornali di questi giorni, potrebbero affermare che la parola corretta sarebbe utopia.
Forse è vero, ma anche le utopie possono realizzarsi delle volte. Così pochi uomini lungimiranti hanno sognato, dopo una tremenda guerra che li aveva visti anche contrapposti, l’Europa unita, una cosa che non s’era mai vista prima. Sulle macerie, di qualsiasi tipo esse siano, si può e si deve sognare!
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