Spiazzato dal papa

Seguire il papa non è questione di simpatia o meno, ma di evangelicità
Ultimo Angelus di papa Benedetto XVI. Folla in piazza San Pietro

Confesso che Benedetto XVI non mi è simpatico. Tra i papi della mia vita (non breve) mi sono stati simpatici Giovanni XXIII , Paolo VI e Giovanni Paolo I. Non molto Giovanni Paolo II. Non sto a darne i motivi: sarebbe troppo lungo e mi distoglierebbe dallo scopo di queste poche righe. Solo ci tengo a sottolineare – per non scandalizzare qualcuno, dato che sono prete – che non è necessario che un papa ci sia simpatico per amarlo e seguirlo. Non confondiamo il sentimento con la fedeltà alla Chiesa e ai suoi pastori. Poche volte ho applaudito Benedetto XVI in piazza San Pietro, ma ero là per ascoltarlo come maestro e guida della Chiesa cattolica. Inoltre, uno dei doni che Cristo ci ha dato, e che il Concilio Vaticano II ha ribadito con forza e chiarezza, è la libertà di spirito di noi cristiani: «Non vi chiamo più servi, ma amici» (Gv 15,15).

Veniamo al dunque. Come ho spiegato nel titolo, domenica mattina, seguendo l’Angelus del papa alla Tv (sono in Brasile per qualche giorno), sono rimasto spiazzato. Qualcuno potrebbe dire che lui è stato asciutto, senza calore (è un po’ la sua apparenza esterna), non ha detto quasi niente di sé nell’ultimo suo saluto a una folla accorsa proprio per questo. Poteva incoraggiare gli applausi (come faceva il suo predecessore). Niente. Solo ha comunicato quale sarà il suo prossimo ministero (cioè servizio) alla Chiesa: la preghiera.

La sua rinuncia con questo stile acquista il vero significato evangelico: lo scomparire. Nello scenario di piazza San Pietro, spettatrice non poche volte di esibizioni di una Chiesa “trionfante”, il farsi da parte quasi senza parole di Benedetto XVI apre il cammino per il ritorno a una Chiesa evangelica, che non guarda (e non fa guardare) a sé stessa, ma a Cristo e all’umanità.

Diceva Paolo di Cristo: «Si è annientato, assumendo la condizione di schiavo […] si è umiliato obbedendo fino alla morte, fino alla morte umiliante su una croce» (Fil  2,7-8). Questo non é, prima di tutto, un programma ascetico, ma dovrebbe essere uno degli articoli della Costituzione della Chiesa o, in linguaggio ecclesiastico, uno dei canoni del Codice di Diritto Canonico.

Benedetto XVI mi è diventato simpatico? Di più: evangelico, cioè testimone vivo del suo Maestro.

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