Slot Town come dispositivo di controllo

Il cambiamento del tessuto sociale delle città italiane indotto dall’invasione incentivata dell’offerta del gioco d’azzardo. Un contributo di lettura dall’Università della Calabria
slot town

Nel 2004 mi trovavo a Barcellona per studiare l’importante processo di rigenerazione urbana a cui era stata sottoposta la città per ospitare due grandi eventi: i Giochi Olimpici e il Forum universale delle culture. Lungi dall’essere un buon modello di sviluppo urbano, mi accorsi ben presto che dietro la facciata della fantasy city, la città della bellezza e delle luci, c’era la città delle dangerous classes, quella dei poveri e dei migranti sgomberati dal centro per fare spazio ai nuovi quartieri residenziali. La reazione agli sgomberi e ai disagi derivati fu decisamente sottotono rispetto a quella che mi sarei aspettato; solo ponendo maggiore attenzione all’ambiente circostante mi resi conto che una buona fetta della popolazione era troppo impegnata in un'altra attività che li distraeva dall’occuparsi di tutto il resto: la città era disseminata di luoghi deputati al gioco d’azzardo, Bingo Halls e Casinò riempivano il tempo libero di anziani, giovani e migranti.

Questi “nuovi luoghi” mi apparvero come inediti dispositivi di controllo sociale, in grado di condizionare le persone, le loro attitudini e le loro energie. Luoghi anonimi che non raccontavano nulla né delle persone né del loro rapporto con gli altri ma che erano stati in grado di sostituirsi alla piazza e alla strada. Percepiti come rifugi protetti e fuori dal tempo in cui giovani e adulti traevano soddisfazione e incentivo dall’illusione di poter vincere il Jackpot ed entrare da ricchi nella fantasy city. La prima attrazione per questi luoghi è data, infatti, dal magico inganno dei sensi e della mente di promuoversi socialmente.

Al ritorno in Italia mi guardai attorno e con stupore mi accorsi che il fenomeno del gioco d’azzardo si era diffuso anche nelle nostre città e, con il proliferare delle slot machine nei bar, stava divenendo parte integrante della nostra contemporaneità. Inseriti negli spazi sociali, nei luoghi di ritrovo abituali, questi dispositivi di controllo hanno incominciato a generare brusche trasformazioni nelle forme della cultura e del sapere.  Si sono inseriti nel nostro tempo libero creando in pochi anni non solo povertà materiale, fragilità spirituale e psicologica, ma anche importanti trasformazioni strutturali nei nostri spazi di vita.

Oggi la Slot-Town si sovrappone e a volte si sostituisce alla città tradizionale, stravolgendo il modo stesso di concepire e di rappresentare i luoghi e gli spazi.  Il gioco d’azzardo è divenuto il segno di una nuova modalità relazionale e condiziona l’ordine espressivo dell’urbanesimo contemporaneo. In ragione di esso i bar e i cosiddetti “luoghi nuovi” come Videolottery e Sale Bingo, seducono, incantano, appaiono come spazi di innovazione e di opportunità. Rappresentano l’illusorio percorso per accedere alla ricchezza.

A modellare la Slot-Town sono i sogni, i desideri, le illusioni delle persone ed è da essi legittimata, vittime non solo delle slot machine ma dei tanti altri dispositivi che come la casa dei sogni, il turista per sempre, il milionario, ambetto, dieci e lotto, ecc, ne controllano il tempo libero.

L’aspetto più sofisticato di questi dispositivi è di essere così ben integrati nell’ambiente da rendersi invisibili ma perfettamente funzionali ad un sistema economico che procede sempre più a scapito del sociale approfittandosi delle debolezze umane che esso stesso sollecita.

 

L’autore di questo articolo insegna nell'ambito del corso di laurea in Discipline economiche e sociali dell’Università degli Studi della Calabria

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