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Sierra Leone: fine dell’epidemia di vaiolo delle scimmie

di Armand Djoualeu

Grazie al vaccino, l’epidemia da MPox è finita. Restano ancora focolai in Liberia, Ghana e Togo

Una donna guarita mostra le cicatrici che le ha lasciato il MPox, vaiolo delle scimmie, sulle mani. Foto Ansa, EPA/MOISE KASEREKA

La Sierra Leone aveva implementato una serie di misure per contenere e porre fine all’epidemia di Mpox (Monkeypox, malattia detta anche vaiolo delle scimmie) da quando è stata confermata per la terza volta il 13 gennaio 2025. Negli ultimi anni, il Paese ha rafforzato la sua preparazione e la capacità di rispondere alle emergenze di salute pubblica. Nel novembre 2024, l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha supportato la formazione di 65 operatori sanitari e personale di laboratorio sui metodi diagnostici e sulla raccolta dei campioni. Il governo ha ottenuto circa 206 mila dosi di vaccino contro il virus dall’Oms e dai partner, soprattutto Unicef e Gavi.

Tuttavia, dopo la guarigione, i sopravvissuti al Mpox affermano di dover affrontare una diffusa stigmatizzazione e discriminazione sociale. Il Mpox è una malattia causata dal virus del vaiolo delle scimmie (detto così perché isolato per la prima volta nelle scimmie, negli anni 50 del secolo scorso). È un’infezione virale che viene trasmessa all’uomo prevalentemente da animali infetti, non solo dalle scimmie, ed è causata dal Monkeypox virus appartenente alla famiglia Poxviridae, la stessa del vaiolo umano, che comprende oltre al vaiolo dell’uomo anche la varicella. Mpox è caratterizzato principalmente da febbre alta e dalla comparsa di lesioni cutanee diffuse, le vescicole del vaiolo. In questa variante che si è diffusa in Sierra Leone e in alcuni Paesi vicini, la modalità di trasmissione riconosciuta era il contatto fisico ravvicinato con una persona infetta.

A titolo di promemoria, l’ultimo rilevamento di Mpox in Sierra Leone era avvenuto alla fine dell’anno scorso (2024) nella piccola città costiera di Lungi, nel nord del Paese, dove un uomo in visita nella città, dopo aver soggiornato in un hotel, nei giorni successivi aveva sviluppato febbre alta, dolori muscolari e linfonodi ingrossati. Probabilmente a causa di un contatto fisico occasionale con una persona infetta. Il soggetto era stato rapidamente trasferito a Freetown, la capitale, dove era risultato positivo al vaiolo delle scimmie (Mpox). Sorprendentemente, dopo il tracciamento dei contatti personali, nessun altra persona o familiare era risultato positivo.

Quest’anno, all’inizio di giugno 2025, la Liberia aveva segnalato 69 casi di Mpox e il Ghana ne aveva registrati 108 al 20 giugno. Secondo i Centri africani per il controllo e la prevenzione delle malattie, anche il Togo, paese confinante con il Ghana, aveva segnalato un costante aumento dei casi nelle tre settimane precedenti la fine di giugno. Delle oltre 5 mila persone contagiate durante la recente epidemia, il 99% è guarito, afferma su africanews.com il dott. John Abu Bakarr Conteh. Che sottolinea anche l’importanza di curare l’aspetto psicosociale dopo la guarigione, in fase di reinserimento, a causa di alcuni pregiudizi diffusi a livello sociale.

 

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