Sherlock Holmes

Sherlock Holmes

Raccontare vita privata e avventure del celebre detective inglese è facile e difficile. Facile, se regista e sceneggiatore non si prendono troppo sul serio, difficile se si vuole raggiungere la finezza di lavori come La vita privata di Sherlock Holmes dell’ironico Billy Wilder. Questa volta il regista Guy Ritchie sceglie una via di mezzo e vorrebbe ricreare l’humour inglese nei dialoghi scoppiettanti tra il detective (Robert Downey jr) e l’amico medico Watson (Jude Law), condendo poi il tutto in una salsa gotica dove il cattivo Blackwood muore e resuscita per vendicarsi del parlamento inglese e conquistarsi il mondo. Il risultato è un blockbuster zeppo di effetti speciali, combattimenti in stile kung-fu, un commento musicale ridondante ed un ritmo, questo sì, ricco di colpi di scena. Per chiudere con la sospensione di un futuro in mano a folli scienziati, che fa prevedere un sequel del filmone.

 

I due protagonisti si dividono la scena con eleganza, ma anche attenzione – vedi l’astuzia della sceneggiatura – a non soverchiarsi mai, rispettando l’equilibrio imposto dalle regole dello star system. In mezzo ci si infila Rachel McAdams nei panni di una ladra che fa il doppio gioco, anche seducendo il povero Holmes.

 

Il film è tecnicamente senza grossi difetti, come le megaproduzioni ormai sanno fare, e mescola abilmente vari generi senza osare troppo. Insomma, un prodotto di puro divertimento, per chi ama i filmoni di genere, con il rischio di un poco di noia.

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