“Shakespeare in love” dal cinema al teatro

Oltre all’immancabile Shakespeare, tra gli autori messi in scena questa settimana, in alcuni teatri italiani, c’è Joseph Conrad, Cechov, Alda Merini, Raymond Carver

“Shakespeare in love” dal cinema al teatro

Immaginatevi Shakespeare giovane, vivo, travolto dalla passione, che ama il Teatro e insieme lo odia come tutti i teatranti veri, che crea Romeo e Giulietta traducendo sul foglio di carta l’amore impossibile che sta vivendo per una gentildonna, Viola De Lesseps. Oppure pensate a Tom Stoppard e Marc Norman che riscrivendo la tragedia dei due amanti, inventano una Giulietta che si chiama Viola e un Romeo che si chiama Shakespeare. Risultato: un affresco del teatro elisabettiano come non l’abbiamo mai visto, energetico e coloratissimo. Shakespeare in love non è soltanto una commedia romantica, ma anche la suggestiva rappresentazione di un mondo teatrale, allora come oggi, sempre alle prese con la follia degli artisti, il cinismo del potere e la magia della scena. Scritto da Lee Hall, e diretto da Giampiero Solari e Bruno Fornasari, lo spettacolo restituisce sulla scena tutte le atmosfere del capolavoro cinematografico, con un cast di eccellenza composto da diciannove bravissimi interpreti. Shakespeare in love” dalla sceneggiatura di Marc Norman & Tom Stoppard, adattamento teatrale di Lee Hall, musiche di Paddy Cunneen, traduzione di Edoardo Erba, con Lucia Lavia e Marco De Gaudio, regia Giampiero Solari, regia associata Bruno Fornasari. Una produzione di Alessandro Longobardi per OTI – Officine del Teatro Italiano. A Roma, Teatro Brancaccio, fino al 18/11. In tournèe a Napoli, Torino, Padova, Reggio Calabria, Catania, Jesi, Pesaro.

“Cuore di tenebra” in un’Europa senza tempo

Nel romanzo, scritto alla fine dell’Ottocento, negli anni dell’imperialismo, il capitano Marlowe, a bordo della sua nave sul Tamigi, racconta a degli amici la storia del suo avventuroso viaggio sul fiume Congo nell’Africa centrale per scoprire cosa sia accaduto a Kurtz, un misterioso commerciante d’avorio. Riattualizzato dalla Compagnia inglese Imitating the dog in un’Europa senza tempo, in un paesaggio abbandonato e perduto a causa della brama di potere, lo spettacolo diventa una favola dei nostri giorni. Il palcoscenico diventa un territorio inesplorato dove gli attori devono raccontare una storia necessaria, che prende forma sopra di loro come un fumetto animato in Cinemascope: il viaggio di Conrad nella giungla dell’Africa inesplorata attraverso il pericolo e l’ignoto, è anche la storia della disumanizzazione che ha aperto la strada agli orrori del XX secolo. Un allestimento visivamente ricco che fonde diverse discipline: performing arts, cinema, arti visive, suono e graphic novel.

“Cuore di Tenebra” (Heart of darkness), da Joseph Conrad, scritto e diretto da Andrew Quick e Pete Brooks, video Simon Wainwright, scene e costumi Laura Hopkins, luci Andrew Crofts, musica Jeremy Peyton Jones. Prima assoluta ad Ancona, Teatro Sperimentale, il 10 e 11/11. Lo spettacolo è coprodotto da imitating the dog, MARCHE TEATRO e Cast.

Zio Vanja in Veneto

Prendendo le mosse da Zio Vanja di Čechov, lo spettacolo narra di un mondo sempre più improntato all’individualismo, in un’Italia arida e accecata dagli idoli. Ambientata in Veneto, in una grande azienda produttrice di vini trasformata in agriturismo, la vita operosa dei suoi abitanti è messa a soqquadro dal ritorno di Vittorio, luminare delle arti ed ex star del piccolo schermo, e di Elena, la sua enigmatica seconda moglie. Gli equilibri interni, costruiti a fatica nel corso di anni, vengono sconvolti e i non detti prendono corpo fino ad esplodere. Nonostante il sogno di una pacifica vita ultraterrena sembri ormai utopico, le parole di Sofia, che tiene silenziosamente le redini della vicenda come testimone e custode, sembrano trovare uno spiraglio di speranza in un messaggio di cura, di attenzione e di dedizione verso l’altro, ricordando che salvare un singolo uomo è come aver salvato l’umanità intera.

“Zio Ivan”, adattamento e regia Alice Spisa, con Nicola Andretta, Amerigo Fontani, Aliosha Massine, Maria Chiara C. Pederzini, Marco Quaglia, Stefano Scialanga, Alice Spisa, Giulia Trippetta, scene e costumi Daniele Spisa. A Roma, Teatro Argot Studio, dall’8 al 17/11.

Tre storie di gente comune

Prendi qualcosa dalla vita di tutti i giorni, senza trama e senza finale, così Anton Cechov definiva l’arte del racconto. Raymond Carver prese alla lettera questo insegnamento e diventò uno dei più grandi esponenti di narrativa breve. In ‘Cose così’ – spiega l’autrice Paola Ponti – ho chiesto in prestito alcune storie, ma soprattutto suggestioni del grandissimo interprete dell’animo umano che è Raymond Carver e ho scritto una giornata di tre coppie. Sono personaggi di ‘tutti i giorni’ appunto, che insieme rappresentano nella loro unicità, i dolori, le speranze e le delusioni in una condensazione di eventi che portano queste 24 ore a diventare in qualche modo l’arco di una vita.

“Cose così” di Paola Ponti, regia Danilo Nigrelli, con Arianna Cremona, Mario Russo, Stefano Quatrosi, Carmen Giardina, Amandio Pinheiro, Elodie Treccani, Danilo Nigrelli, disegno luci Danilo Facco, scene e costumi Sonya Orfalian, sound design Fatazzi & Fazzemi. Produzione Teatro Eliseo. A Roma, Eliseo Off, fino al 28/11.

Diario di Alda Merini

La voce della poetessa è il racconto di un’esistenza unica, in cui opera e vita sono inscindibili, inevitabilmente segnate dalla degenza in manicomio per una patologia definita sindrome bipolare. Lo spettacolo esplora gli infiniti intrecci tra poesia, follia, teatro e danza. Ed è proprio intorno all’esperienza manicomiale che la Merini produce, come racconta il regista Giorgio Gallione, «le sue opere più significative e sconvolgenti; testi che non sono solo testimonianza o documenti critici, ma pura creazione fatta di storie brevi, poesie, nenie, canzoni, aforismi che disegnano una vita tragica e struggente. Nello spazio scenico disegnato da Marcello Chiarenza, accompagnata da un gruppo di danzatori e danzatrici, si muove l’attrice Milvia Marigliano: a lei il compito di dare corpo e voce ai sogni, ai ricordi, agli amori e alla poesia di Alda.

“Alda. Diario di una diversa”, regia Giorgio Gallione, con Milvia Marigliano. A Genova, Teatro Duse, fino all’11/11.

Platonov e la fame di vita

Lo spettacolo de Il Mulino di Amleto nasce dal desiderio di creare un corto-circuito tra le parole di Čechov e la ricerca di un rapporto intimo tra attori e spettatori. Platonov esprime l’urgenza di mettere in scena la vita, cogliendone i più profondi meccanismi. Lo sforzo dell’autore, però, s’infrange contro l’impossibilità di raccontarla nella sua interezza in un testo teatrale. Ne rimane un meraviglioso affresco incompiuto dell’animo umano: brandelli di scene e dialoghi, personaggi incerti, esistenze di uomini e donne resi fragili dal loro “voler essere” e che si scontrano inevitabilmente con ciò che sono nella vita reale. “Platonov siamo noi”, con la nostra fame di vita, i nostri desideri che ci spingono a cercare la felicità sempre altrove rispetto a dove siamo, con le nostre delusioni e sconfitte.

Platonov”, da Čechov regia Marco Lorenzi, con Michele Sinisi, Stefano Braschi, Roberta Calia, Yuri D’agostino, Barbara Mazzi, Raffaele Musella, Rebecca Rossetti, Angelo Maria Tronca, adattamento Lorenzo De Iacovo e Marco Lorenzi, style e visual concept Eleonora Diana, luci Giorgio Tedesco, costumi Monica Di Pasqua. Produzione Il Mulino di Amleto, Elsinor Centro Di Produzione Teatrale, Festival delle Colline Torinesi – Torino Creazione Contemporanea, TPE-Teatro Piemonte Europa. A Milano, Teatro Fontana, dal 6 al 18/11.

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