Segni tra le pagine

Sfogliamo insieme il numero 20 della rivista, che ha appena fatto la sua comparsa nelle nostre case...
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Assisi, la profezia continua: è il richiamo di copertina del n°20 di Città Nuova i cui editoriali sono legati al tradizionale incontro delle religioni per la pace, inaugurato 25 anni fa da Giovanni Paolo 2°. Scrive Roberto Catalano: ”Per Wojtyla era chiaro che nelle religioni sta la chiave per il futuro del mondo”. Per il diplomatico Pasquale Ferrara “lo sguardo universale delle religioni […] può fornire un significato più concreto, più democratico e meno oligarchico alla cosiddetta comunità internazionale”.

Sorprendente è il viaggio dei coniugi Giuliana e Giorgio Serafino, raccontato a pagina 20 da Lina e Paolo De Maina: nei due mesi appena trascorsi hanno attraversato il Belpaese, percorrendo 5000 km con la loro Vespa 50 del 1978, portando “a città e borghi italiani un messaggio di fraternità”.

 

A loro modo anche i “Palestinian rappers”, giovani musicisti della Striscia di Gaza, “danno voce alle istanze delle generazioni nate e cresciute entro i confini tracciati – e violati – dal decennale conflitto israelo-palestinese”. Lo riferisce a pag. 50 Claudia Di Lorenzi, annotando come, proprio attraverso la musica e grazie al web, si possa gridare al mondo una “pacifica protesta”.

 

Il mondo arabo in transizione è osservato con molta attenzione da Michele Zanzucchi nel primo piano alle pagine 4-8 dove si cerca di spiegare cosa stia succedendo in un “paradossale contesto di inusitate ricchezze e diffuse povertà, [dove] la longa manus del neo-colonialismo si fa strada, disegnando scenari inquietanti.  L’Oriente arabo […] vuole trovare la sua propria democrazia […]. È questo il campo in cui il mondo intero, e l’Europa in particolare, dovrebbe oggi accompagnare il mondo arabo”.

 

I problemi di casa nostra, invece, riguardano i “costi e la casta” – come titola l’articolo di Iole Mucciconi a pagina 16: “La vera sfida da raccogliere, infatti, è quella di risanare il tessuto democratico, partendo dalla formazione di tutte le singole coscienze, di chi vota e di chi si candida. I primi, perché […] siano capaci di valutazioni più generali […]; i secondi, perché non vedano solo la carica corredata di onori e prebende, ma il servizio che essa comporta”.

Da Todi, sede della recente assise del laicato cattolico su “La buona politica per il bene comune”, l’inviato Paolo Loriga riporta le seguenti priorità: legge elettorale, riforma del fisco, democrazia interna dei partiti, centralità della società civile e della famiglia.

Per la famiglia, alle prese con l’IVA al 21 per cento e l’inflazione sopra il 3, è tempo di “vita sobria”, come la rubrica curata da Aurelio Molè dove si indica la strategia per difendersi dagli aumenti: “Le forme di risparmio nascono dalla libera cooperazione tra le famiglie”.

Tempo di ristrettezze sì, ma senza che queste pregiudichino la felicità. Come provare a riuscirci è scritto nella risposta dello psicologo Pasquale Ionata a un lettore: “Dimenticare per un momento quello che ci manca e rallegrarci di quello che si ha, proprio perché la felicità è il desiderare ciò che si è ottenuto, al contrario del successo che è l’ottenere ciò che si è desiderato”.

In questo contesto è consolante sentirsi ripetere la frase di Steve Jobs che ormai ha fatto il giro del mondo: ”Gli anni più belli e più brillanti sono davanti a noi, non alle nostre spalle”. A pag. 22, su questa “Nostalgia di futuro”, riflette Luigino Bruni per il quale il fondatore della Apple, recentemente scomparso, è “un bellissimo modello di imprenditore civile che fa un’economia per il bene comune, un’economia che proprio perché è veramente innovativa è amica della città, della gente”.

Le cellule tumorali di Henrietta Lacks (cellule HeLa), tenute artificialmente in vita senza alcuna autorizzazione dei familiari, hanno consentito gran parte dei recenti progressi della medicina: lei è morta 60 anni fa lasciando i suoi 5 bambini nella povertà. La figlia Deborah, a chi le suggeriva battaglie per risarcimenti legali, ribatteva: “Non riesco ad avercela con la scienza, perché aiuta la gente a star bene”. Questa straordinaria vicenda umana e scientifica è raccontata da Giulio Meazzini a pag.68.

E’ l’esempio che conta. Così scegliamo di salutarci con l’esclamazione della coniglietta protagonista della storia narrata da Lauretta Perassi a pag.77: “Mia mamma e mio papà non mi dicono mai quello che non devo fare: loro non lo fanno! Non mi dicono mai quello che devo fare: loro lo fanno!”.

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