Tutto da leggere l’ultimo volume di quell’originale laboratorio di vita e pensiero fra teologi e filosofi, soprattutto giovani, che è il Dizionario Dinamico di Ontologia Trinitaria pubblicato da Città Nuova. Il tema è l’aforisma formulato un giorno da Gesù quasi a voler trafiggere e rovesciare il consueto modo di giudicare le cose: «Gli ultimi saranno/sono i primi», volutamente declinato al futuro ma anche al presente.
Una bella provocazione, e proprio oggi: quando tutto (o quasi) sembra dire il contrario, nella nostra società e a livello mondiale, a proposito del posto che spetta a emarginati, poveri, oppressi, stranieri o apolidi, scartati, a tutti coloro, insomma, che noi – in quanto primi, secondi, o persino… penultimi – vediamo come ultimi.
Quella di Gesù è una proposta paradossale – se non addirittura folle – per un pensiero modulato sui consueti standard di esercizio della razionalità nel giudizio sulla realtà. Ha di mira – è chiaro – una conversione radicale dello sguardo rispetto a quello “umano, troppo umano” col quale siamo soliti interpretare e governare le cose. Gesù invita ad abbandonarlo per “entrare” nel punto di vista propiziato dall’avvento del Regno di Dio – il Dio che Gesù chiama Abbà [Padre], di tutti, senza distinzioni.
Ma bisogna andare sino in fondo. Perché, restando ancora invischiati nella logica mondana, l’affermazione di Gesù potrebbe essere tradotta nei termini di una promessa alla promozione dalla condizione di ultimi a quella di primi: che tuttavia, proprio in ragione di quel «saranno», finirebbe col rimandare a un futuro di là da venire. Se così fosse, l’avvento del Regno di Dio sarebbe un’utopia. Ci troveremmo di fronte a un semplice e inefficace premio di consolazione, per di più facilmente strumentalizzabile a fronte delle tante, delle troppe ingiustizie che gravano sulla nostra condizione. No. La parola di Gesù invita a vedere e discernere con uno sguardo tutt’altro.
Si tratta di guardare a quel futuro («saranno») nella prospettiva del farsi presente già qui ed ora dell’amore e della giustizia di Dio: in un oggi che chiede la conversione dello sguardo e il nostro coinvolgimento responsabile nella messa in opera della logica del Regno: che già è venuto in Gesù e chiede di venire oggi attraverso di noi. Quel «saranno» è anche un «sono». Secondo la logica di Gesù essere ultimo ed essere primo non si escludono affatto: perché gli ultimi sono davvero primi, e proprio in quanto ultimi.
Non ha assicurato d’esser stato inviato «per annunciare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare la liberazione, e ai ciechi la vista, per rimettere in libertà gli oppressi e predicare un anno di grazia del Signore»? Ma, come dicevo, sarà prezioso leggere tutto questo libro...