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La Lega Araba e il piano per Gaza

di Bruno Cantamessa

L’ideatore dell’ormai famosa clip sul Trump Gaza resort, postata (senza consenso) dal presidente Usa, è venuto allo scoperto: si tratta di Solo Avital, un regista di Los Angeles nato in Israele. Avital ha detto di aver realizzato la clip insieme al collega israeliano Ariel Vromen utilizzando il sofware Arcana AI. Rappresentava una satira sulla “megalomania” di Trump, ha detto Avital, che voleva ironizzare sull’idea di sostituire a Gaza 50 milioni di tonnellate di macerie belliche e un paio di milioni di ex-abitanti palestinesi allocati altrove, con una lussuosa riviera per ricchi magnati.

Da notare che gli autori della clip sono entrambi ebrei. Questo lascia sospettare che non tutti gli ebrei vedano di buon occhio il progetto del presidente Usa, che ha entusiasmato invece Netanyahu.

Chi volesse approfondire un’alternativa al piano Trump su Gaza, può leggere un buon articolo pubblicato da un giornalista palestinese di Ramallah, Qassam Muaddi, su mondoweiss.net, ripreso da altri media internazionali.

Mondoweiss è un sito web statunitense cresciuto a partire da una comunità ebraica progressista, ma giudicata da qualcuno talmente poco ebraica da bollarla come antisemita.

L’articolo di Muaddi si intitola: Cosa significa per la Palestina il piano per Gaza del Vertice arabo. Racconta la proposta “alternativa” presentata al vertice della Lega Araba, tenuto al Cairo nel marzo scorso. Da notare che alla Lega Araba aderiscono 22 Stati della regione, e che è la prima volta dal 1974 che la Lega Araba si esprime all’unanimità sulla Palestina.

«Il piano prevede la ricostruzione di Gaza in 4 anni [senza “dislocare” i palestinesi], con abitazioni moderne, infrastrutture e una rete di trasporti. La sua attuazione costerebbe 53 miliardi di dollari».

Il piano include anche una proposta per l’amministrazione di Gaza dopo la guerra, riaffermando il legame tra Gaza e Cisgiordania, e riprendendo la soluzione a due Stati. Il piano prevede una commissione indipendente per gestire la Striscia durante la ricostruzione, per poi «riunire Gaza e la Cisgiordania sotto l’Autorità Palestinese».

Muaddi evidenzia soprattutto che «l’alternativa alla ricostruzione di Gaza alla maniera araba è la pulizia etnica totale» di Gaza prima e della Cisgiordania poi. Ma, afferma il giornalista palestinese, questa “soluzione” non costituirà, come sostiene il ministro delle Finanze di Israele, Bezalel Smotrich, la “fine definitiva del conflitto”, bensì lo farebbe ripartire e ampliare, anche senza Hamas, perché sarebbe una seconda Nakba (catastrofe).

Francia, Germania, Italia e Regno Unito hanno aderito al piano della Lega Araba, che Trump e Netanyahu hanno invece unanimemente stroncato.

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