Sassari, ricca di tradizioni popolari

In quest’estate di crisi sanitaria ed economica, il turismo italiano è in ginocchio. Scopriamo insieme a Città Nuova “l’Italia nascosta”, i luoghi del nostro Paese che forse abbiamo sempre sottovalutato ma che in realtà nascondono tesori e meraviglia

 

Da Sassari parte il nostro viaggio italiano. Se i primi mesi del 2020 hanno portato con sé incertezza e ci hanno costretti ad un cambiamento di vita forzato, l’estate che stiamo vivendo sembra non essere da meno. A causa della crisi sanitaria e delle difficoltà economiche che il tutto il mondo sta attraversando, le vacanze hanno un sapore diverso. C’è chi ha deciso di rinunciarvi per quest’anno oppure chi, nonostante i timori iniziali, ha poi deciso di partire. Certo è che molti italiani quest’anno hanno deciso di non lasciare il nostro Paese, preferendo alle vacanze all’estero mete più vicine a casa dove trascorrere qualche giorno di vacanza in sicurezza.

Il turismo, il settore economico che trascina l’Italia, riesce così a tornare piano piano a respirare, dopo i primi mesi critici di questo 2020. Ma i danni che questo settore ha subito a livello economico sono mostruosi: solo nel primo trimestre dell’anno per l’intera filiera in Italia si stima una perdita di 15,6 miliardi di euro e al termine del secondo trimestre le perdite stimate potrebbero arrivare a 25,3 miliardi.

Da questo momento di difficoltà economica e riscoperta della nostra cultura nasce questa nuova rubrica di Città Nuova. “L’Italia nascosta” vi porterà in viaggio per il nostro Paese alla scoperta delle città italiane forse meno turistiche ma ricche di storia, segreti e tradizioni interessanti.

Iniziamo questo viaggio tutto italiano da Sassari, città sarda di 126097 abitanti (aggiornato al 31/01/2020) la cui provincia ricopre tutto il territorio nord dell’isola. Dal 4 febbraio 2016, infatti, ha dato vita, insieme ad Alghero, alla rete metropolitana del Nord Sardegna che include anche i comuni di Castelsardo, Porto Torres, Sennori, Sorso, Valledoria e Stintino.

Il nome Sassari ha un’origine ignota e la sua etimologia è argomento di dibattito da parte di studiosi e storici. Secondo il linguista sardo Marco Pittau, potrebbe essere tradotto come “ciottoli di fiume” dal sardiano, antecedente al latino saxum. Ciò potrebbe essere confermato dagli insediamenti presenti in epoca nuragica e prenuragica nelle valli sassaresi, ricche di sorgenti e corsi d’acqua.

La città di Sassari non sorge sulla costa, ma nell’entroterra sardo e il suo centro storico è abbastanza raccolto. La partenza ideale per una visita della città è la Fontana del Rosello, monumento simbolo di Sassari e scelto nel 1975 dalle Poste Italiane come illustrazione di un francobollo. La Fontana di Rosello, realizzata in stile tardo-rinascimentale da maestranze genovesi, è definita la più famosa fontana ornamentale della Sardegna e rappresenta allegoricamente lo scorrere del tempo.

 

Proseguendo su via Rosello, si incontra la Cattedrale barocca di S. Nicola, patrono della città di Sassari. La cattedrale risale al XII secolo, quando è stata edificata per la prima volta in stile romanico. La facciata così come la possiamo vedere oggi è successiva, infatti, ed è stata costruita tra il XVII e il XVIII secolo. All’interno le volte a crociera stellata accompagnano i fedeli nella navata centrale. Non è una chiesa ricca di dettagli e ornamenti, ma forse proprio per questa sua semplicità è molto suggestiva e raccolta.

Continuando la passeggiata verso il centro della città, si giunge al Museo nazionale G. A. Sanna. Giovanni Antonio Sanna è stato deputato del regno di Sardegna e grande imprenditore e alla morte destinò per testamento a Sassari, città natale, la sua preziosa e ricca collezione archeologica e artistica (250 dipinti dal XV al XIX secolo). La donazione risalente al 1878 è stata il nucleo di partenza del museo che oggi è possibile visitare.

Di più recente fondazione è invece la Pinacoteca, poco lontana dal Museo Sanna e dalla Cattedrale. Il complesso, all’apparenza modesto, raccoglie al suo interno la preziosa quadreria cittadina, considerata come la più grande e articolata esposizione artistica permanente presente sull’Isola.

 

Sassari però non è solo la terra della suppa gallurese, tipico piatto sardo della cucina povera, e della bottarga, ma un luogo ricco di tradizione e riti popolari millenari. Ad esempio la sera del 14 agosto si può  assistere alla “Faradda de li candareri”, la processione religiosa più importante e più sentita dalla popolazione e uno degli eventi più prestigiosi in Sardegna. Secondo le fonti storiche, la festa nacque nelle forme attuali da un voto fatto alla Madonna Assunta, che avrebbe salvato la città dalla peste del 1652. Questo avvenimento raduna ogni anno in città migliaia di visitatori e dal 2013 è Patrimonio orale e immateriale dell’umanità dell’Unesco.

Altri luoghi da non perdere nei dintorni della città?

A nord- ovest dell’isola è nato nel 2002 il Parco Nazionale dell’Asinara. Questo territorio di 746,51 km² è stato dapprima stazione sanitaria di quarantena, poi campo di prigionia durante la Grande Guerra, infine carcere di massima sicurezza, sino all’istituzione del parco. Oggi è visitabile e raggiungibile tramite traghetto o barca. Alcune delle spiagge più belle della Sardegna si trovano proprio lì.

Al confine della provincia di Sassari, nel comune di Torralba, si trovano i Nuraghe Santu Antine, uno dei siti archeologici più belli e importanti della Sardegna. Costruito tra età del Bronzo medio (XVI secolo) ed età del Ferro (IX secolo a.C.), Santu Antine è il luogo perfetto per entrare a contatto diretto con la storia antica dell’isola e ammirare alcuni dei settemila nuraghi rimasti in Sardegna.

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