San Nicola trasuda di giustizia per i poveri

Il 9 maggio si celebra l’arrivo del corpo di san Nicola a Bari, giunto alla costa pugliese nel 1087. Mons. Giuseppe Satriano, arcivescovo della città, auspica che la commemorazione aiuti a «ravvivare nei cuori la relazione con l’Oriente».
Nell'immagine la messa in mare della statua del santo patrono di Bari, san Nicola, sul molo di San Nicola. (Foto di Archivio). Fonte: Ansa/Luca Turi /JI

All’alba del primo millennio è arrivato dall’Oriente trasportato da 62 marinai, affrontando il mare grosso, in modo simile ai migranti che toccano la costa del nostro paese affrontando le onde del Mediterraneo.

Ha preso dimora a Bari trasformandola in una meta di “meticciato di culture”, porta tra Oriente e Occidente. La porta è San Nicola di cui il capoluogo pugliese, nei primi giorni di maggio, celebra la festa patronale in ricordo dell’episodio della traslazione delle reliquie nel 1087. La carica simbolica del santo di Myra, protettore dei marinai, dei bambini, delle donne in cerca di marito non può relegare tutto ad una sagra folkloristica.

A Bari arrivano pellegrini a piedi dal centro Italia e soprattutto dall’est dell’Europa, da quella parte di mondo ancora flagellato dalla guerra, ma che affida le sue speranze e preghiere proprio al santo vescovo. Come san Nicola arrivò da una piccola città della Turchia nel Medioevo, in questa edizione della rievocazione storica, dall’Oriente, Bari accoglierà il cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme, in quella regione custode delle religioni monoteiste, ma martoriata dall’ennesimo conflitto che non conosce fine. Presiederà la messa in cui baresi e i fedeli invocheranno il miracolo della manna che trasuda ancora dalle ossa. È da implorare la mediazione del santo tra i più venerati al mondo, la pace in una geografia dell’est e del Medioriente sempre più preoccupante.

L’arcivescovo di Bari-Bitonto mons. Giuseppe Satriano preannuncia la presenza del Patriarca di Gerusalemme attraverso una lettera rivolta alla città di Bari che esorta ad una vera presa di coscienza e di responsabilità dei cittadini baresi, custodi della storia di san Nicola, che come ricordano i suoi miracoli delle doti alle fanciulle, restituisce dignità e giustizia. Valori resi evidenti durante il corteo storico messo in scena lungo le vie della città con oltre 500 figuranti e animato da ballerini e danzatori aerei. Ad una enorme figura stilizzata del santo di Myra, in processione per le strade del centro, sono accollati i simboli delle ingiustizie contemporanee: i salvagente in ricordo dei migranti morti in mare, le scarpe rosse per fare memoria della violenza sulle donne e i giocattoli che rimandano a tutta l’infanzia negata.

«Oggi, più che mai, la vita di san Nicola diviene monito a riflettere sul nostro amare la città e i suoi abitanti. Viviamo giorni non facili e tempi intrisi di forti polarizzazioni personalistiche che animano la politica e il tessuto delle relazioni sociali». Mons. Satriano riflette sugli episodi legati agli scandali di parte della classe politica locale: «La logica del denaro facile, del successo ad ogni costo, della conquista del potere, continuano a seminare vittime e dolore. Anche nel nostro territorio registriamo l’allargarsi della forbice che vede i ricchi accrescere i propri capitali, mentre aumentano le sacche di povertà».

Il 9 maggio con il card. Pizzaballa, i vescovi pugliesi e i padri Domenicani che custodiscono la Basilica, la celebrazione del prelievo della manna, non è solo un gesto da ricordare solo perché si perpetua annualmente. Quella cripta aperta alla speranza e allo stupore quasi si contrappone alle chiusure, ai muri e alle rivalità che anche la storia contemporanea continua a scrivere con il sangue di milioni di vittime innocenti. Nella lettera, mons. Giuseppe Satriano scrive: «La nostra città, con il suo bagaglio di storia e di comunione tra i popoli, si colloca ancora una volta al centro del Mediterraneo. Celebrare l’arrivo del corpo di san Nicola a Bari ci porti a ravvivare nei cuori la relazione con l’Oriente, terra da cui è giunto il Vangelo con la sua carica profetica. In un tempo schiacciato su orizzonti dai bassi profili, il pregare per la pace ci restituisca quell’utopia di cui abbiamo bisogno per muovere passi di futuro». L’arcivescovo del capoluogo pugliese prosegue sul significato universale ed ecumenico rappresentato dal santo patrono: «Le ore drammatiche che vive la Palestina, insieme all’Ucraina e ad altre zone di conflitto, non possono lasciarci indifferenti, ma devono scuotere le nostre coscienze narcotizzate da discorsi ideologici o pragmaticamente segnate da logiche anguste e interessate».

Scrive mons. Satriano: «Torniamo a contemplare la vicinanza di san Nicola. Con lui possiamo costruire ponti di solidarietà, aprire squarci di credibilità per le nuove generazioni, scrivere pagine di speranza per questa nostra terra».

Solidarietà e giustizia rischiano di naufragare nel mare delle guerre, dei soprusi, ma proprio il carisma del santo venuto dal mare in soccorso dei tanti umili e poveri del pianeta diventa ancora di salvataggio a cui aggrapparsi tra le inquietudini dell’anima.

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