Rwm, sospesa la produzione di bombe per 18 mesi

L'azienda del gruppo tedesco Rheinmetall che in Italia ha due sedi, a Domusnovas nel Sulcis e a Ghedi in provincia di Brescia, ha annunciato che per un anno e mezzo sospenderà la produzione di armamenti, come sollecitato dalla società civile e come annunciato dal vicepremier Di Maio. Si temono ripercussioni sui posti di lavoro.

Una prima vittoria del Coordinamento della società civile italiana che chiede la riconversione dello stabilimento Rwm in Sardegna. La Rwm, azienda del gruppo tedesco Rheinmetall con sedi a Domusnovas nel Sulcis e a Ghedi, in provincia di Brescia, ha fatto proprio l’invito del Parlamento e del Governo a sospendere la produzione di bombe da destinare al conflitto in Yemen.

In una nota, la Rwm afferma che la scelta di sospendere la produzione, per un anno e mezzo, «non è dovuta a scelte aziendali, né causata dall’andamento del mercato, è espressione della volontà politica del Parlamento e del Governo e va serenamente accettata, nel rispetto delle leggi dello Stato che ha sempre guidato l’operato dell’azienda».

Il 12 luglio scorso il Ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, aveva annunciato in un video lo stop alle esportazioni. «In Consiglio dei ministri – aveva detto l’esponente pentastellato – si è concluso l’iter che d’ora in poi dirà all’autorità nazionale che si occupa dell’export di armamenti in giro per il mondo di bloccare qualsiasi contratto in essere o nuovo che vede l’esportazione di bombe d’aria, missili o strutture di armamento che possano andare verso l’Arabia Saudita o gli Emirati Arabi per il conflitto nello Yemen».

Una scelta che aveva provocato preoccupazione nei sindaci del Sulcis e che aveva messo in allarme dei sindacati per possibili tagli occupazionali. L’azienda infatti nel comunicato, che annuncia la sospensione, parla di un periodo non facile anche se non si fa riferimento a licenziamenti, almeno per l’immediato. «Inizia oggi – si legge nel comunicato di Rwm – un periodo sicuramente non semplice, che richiederà la massima collaborazione di tutti nel segno della razionalizzazione, dell’efficienza e della tempestività, perché l’azienda prosegua nella realizzazione degli investimenti strategici, mantenga la propria posizione di mercato e si faccia trovare pronta alla ripresa al termine del periodo di sospensione».

I responsabili del Comitato in Sardegna e le numerose associazioni, che in tutta Italia si sono battute per questo risultato, plaudono alla scelta del Governo, anche se lamentano una mancanza di alternativa per i lavoratori, come il Comitato Riconversione Rwm aveva chiesto fin dalla sia costituzione, nell maggio di due anni fa. L’uscita dell’Italia dal cerchio dei Paesi coinvolti nella guerra in Yemen, secondo i pacifisti, potrebbe favorire la fine della guerra.

Il Coordinamento della società civile italiana, che da quattro anni è impegnato nella richiesta di bloccare le forniture di bombe usate per colpire la popolazione dello Yemen, in una nota commenta positivamente la scelta dell’azienda. «Il comunicato della Rwm Italia – scrive il Coordinamento, al quale aderiscono Amnesty International Italia, Comitato per la riconversione Rwm e il lavoro sostenibile, Fondazione Finanza Etica, Movimento dei Focolari Italia, Oxfam Italia, Rete della Pace, Rete italiana per il disarmo, Save the Children Italia – fa correttamente riferimento agli indirizzi espressi dal Parlamento con la risoluzione approvata dalla maggioranza il 26 giugno e dal Consiglio dei ministri il 12 luglio».

Il  Coordinamento ricorda però che la scelta del Governo è stata solo riferita sui social dal vicepresidente del Consiglio dei Ministri, Luigi Di Maio, e quindi sollecita l’invio di un atto ufficiale.

Un primo passo è stato fatto: bloccare le esportazioni. Resta la sfida più difficile: assicurare un lavoro degno, alternativo all’attuale, agli addetti dei due stabilimenti italiani.

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