Due problemi, un’unica soluzione! È questa l’idea da cui partono Lorenzo Di Ciaccio e Luca Mongelli quando nel giugno 2019 lanciano Ridaje!, la start up romana a vocazione sociale con l’obiettivo di dare una seconda possibilità ai senza fissa dimora di Roma, trasformandoli in giardinieri urbani con le competenze giuste per prendersi cura delle aree verdi pubbliche abbandonate. Nasce così una scuola di giardinaggio inclusiva per persone fragili, un’impresa con una missione sociale importante e soprattutto a lungo termine: formare i senzatetto e dare loro la possibilità di reinserirsi nel mondo del lavoro grazie a dei veri e propri contratti.
«Sono volontario della Caritas da 12 anni – racconta Lorenzo di Ciaccio, tra i fondatori della Start Up, già con esperienza nell’imprenditoria sociale –. Con Luca Mongelli abbiamo tenuto insieme un corso universitario su come poter risolvere problemi sociali con logiche di impresa e da questo incontro è nata l’idea di Ridaje!».
I senza fissa dimora, solo nella Capitale, sono oltre 14 mila. La difficoltà maggiore è riuscire a reinserirsi nel mondo del lavoro e tornare ad avere un’indipendenza economica. «Gli aiuti, spesso – continua Lorenzo –, si limitano all’immediato, con un pasto caldo o un tetto stagionale ma molte volte non c’è una risoluzione del problema a lungo termine, il progetto interviene proprio su questo bisogno, fornendo alle persone coinvolte non solo sostegno psicologico, un alloggio e la formazione, ma anche un sostegno economico e quindi una retribuzione che è il primo passo avanti verso l’indipendenza». Grazie al passaparola, la start up in poco tempo è riuscita a coinvolgere 19 soci e a stabilire partnership fondamentali per affrontare il problema del degrado sociale e ambientale delle grandi città.
Purtroppo il 90% del verde pubblico di Roma non è mantenuto, per questo dal 2014 il Comune di Roma consente di prendere in adozione le aree verdi comunali, ed è in questo contesto che entrano in gioco i giardinieri di Ridaje! che si occupano della riqualificazione delle aree verdi pubbliche abbandonate e adottate dalla Start Up.
«La parte più delicata è quella della selezione, ad affiancarci nella scelta delle persone più adatte sono associazioni come la comunità di Sant’Egidio e la Caritas, i servizi sociali del Comune e le associazioni che operano sul territorio e che tutti i giorni lavorano accanto ai più fragili, con il compito fondamentale di segnalare le persone idonee a intraprendere il nostro percorso di formazione e reinserimento». Dopo la valutazione inizia un percorso di formazione gratuito di 40 ore, dove un team di professionisti si occupa della formazione teorica e pratica nell’ambito del giardinaggio di 10/15 persone alla volta. «Il corso è per noi una seconda valutazione, la motivazione che hanno queste persone è l’unica energia che può allontanarle dalla strada». Concluso il corso, ai più meritevoli viene data la possibilità di fare una prova pratica retribuita, con un contratto di lavoro a 40 ore, per valutare ulteriori competenze, «un piccolo grande passo verso l’indipendenza che i nuovi giardinieri possono conquistare e i contratti possono essere rinnovati per un anno, un tempo necessario che permette loro di guardarsi intorno e trovare anche altre attività lavorative».
Fino ad oggi, la Start Up è riuscita ad inserire nel progetto circa 30 persone. «Non tutti riescono ad andare avanti – conclude Lorenzo –, ma il nostro successo più grande è quando le persone che hanno iniziato con noi un percorso agevolato riescono a trovare la loro indipendenza al di fuori, perché vuol dire che sono riuscite a reintegrarsi nella società».