Sfoglia la rivista

Italia > Attualità

Regionali, tra astensionismo e vittorie a valanga

di Carlo Cefaloni

- Fonte: Città Nuova

Carlo Cefaloni

Come previsto si registrano grandi vittorie del centrodestra in Veneto e del centrosinistra in Puglia e Campania, in un mare di astensioni che rendono incerto lo scenario in vista di una nuova annunciata legge elettorale nazionale

Un seggio elettorale per le Elezioni Regionali a Treviso, 23 novembre 2025. ANSA/NUOVE TECNICHE

I numeri in politica fanno la differenza ma di solito si prestano a interpretazioni differenti. Chi ha vinto? Di sicuro il partito dell’astensione che ha raccolto oltre il 50% considerando l’insieme delle elezioni regionali di fine 2025.

Il dato è inquietante perché in definitiva pone la questione  della reale capacità di rappresentanza di chi viene eletto con un consenso espresso da una frazione della minoranza che si è recata alle urne. È questa delegittimazione l’ obiettivo politico perseguito da minuscoli circoli che invitano a non recarsi al seggio come forma di protesta che punta a minare l’intero sistema. Ma i partiti e in particolare i loro dirigenti non sembrano preoccupati da tale flusso costante di rifiuto della scheda elettorale che può forse spiegarsi con l’intima convinzione, particolarmente pericolosa, di considerare inutile il consenso democratico davanti a poteri comunque prevalenti.

Sta di fatto che entrambi gli schieramenti in campo mostrano soddisfazione per il sostanziale pareggio, non conteggiando la Valle d’Aosta per la sua particolarità, tra le regioni che sono andate al voto: 3 al centrodestra ( Calabria, Veneto e Marche) e 3 al centrosinistra ( Puglia, Toscana e Campania).

Ciò che colpisce è la prevedibilità dei risultati attesi con grande scarto tra le coalizioni. La reale contendibilità ha riguardato le Marche che sono rimaste nelle mani di un fedelissimo di Giorgia Meloni.

Sulla Toscana aleggiava un disagio nel centrosinistra per la conferma di Giani, considerato da alcuni ancora troppo renziano, ma perdere una regione storicamente “rossa” sarebbe stato l’inizio della disgregazione del Pd anche se l’affluenza alle urne si è fermata al 47%.  Anche il Veneto è considerato strutturalmente di centrodestra con eccezioni limitate ai centri urbani maggiori ma con uno scarto complessivo intorno ai 30 punti percentuali. La competizione interna allo schieramento vincente ha confermato una maggioranza  leghista su Fratelli D’Italia grazie al peso determinante dell’ex presidente Zaia, volto pragmatico del partito, che ha raccolto un largo consenso di preferenze personali.

Simile sproporzione del 30% si è vista all’opera in Puglia e Campania con la vittoria di De Caro e Fico. Dati che rassicurano Elly Schlein in vista del congresso del Partito democratico che potrebbe svolgersi a gennaio 2026. Intanto la segretaria nazionale andrà al convegno in programma domenica in Toscana tra le componenti che la sostengono. È stato sicuramente difficile mettere assieme ad esempio in Campania i 5Stelle da cui proviene Roberto Fico e la rete di consenso espressa dall’ormai ex presidente De Luca.

Sugli equilibri interni alle coalizioni pende l’esisto del referendum annunciato sulla riforma della magistratura e il cambiamento della legge elettorale annunciata dalla maggioranza governativa. In vista di questa ultima novità, che appare come la ripetizione di un copione già scritto, esiste un movimento sotterraneo teso alla formazione di nuove formazioni e aggregazioni in vista delle possibili primarie di coalizione.

Come al solito, sarebbe auspicabile che i partiti entrassero nel merito delle scelte da compiere. In questo senso andranno valutati gli eletti alla presidenza delle Regioni in base a quanto decideranno con riferimento alla gestione della Sanità, la voce principale delle loro competenze. L’effettivo taglio sulle liste d’attesa promosso in Puglia da De Caro può essere un test da misurare a livello nazionale, così come la vertenza perenne dell’ex Ilva di Taranto.

Negli articoli che seguiranno su cittanuova.it entreremo nel dettaglio delle questioni regionali che possono spiegare il risultato così eclatante dell’astensione dal seggio elettorale assieme all’enorme divario tra le coalizioni.  Quello che forse si può notare è la mancata centralità, nel confronto elettorale, delle questioni di carattere internazionale, che finiscono per incidere inevitabilmente sulle scelte amministrative ad ogni livello.

qui il voto in Veneto

qui in Campania

qui in Puglia

Riproduzione riservata ©

Sostieni l’informazione libera di Città Nuova! Come?
Scopri le nostre riviste,
i corsi di formazione agile e
i nostri progetti.
Insieme possiamo fare la differenza! Per informazioni:
rete@cittanuova.it

Esplora di più su queste parole chiave
Condividi

Ricevi le ultime notizie su WhatsApp. Scrivi al 342 6466876