Referendum lavoro e cittadinanza, per una scelta consapevole

Nell’Italia che registra picchi molto alti di astensionismo alle elezioni politiche, il vero obiettivo di chi indice un referendum è quello di smuovere quella parte di società che, per vari motivi, non si reca più alle urne.
I quesiti referendari proposti al voto di domenica 8 e lunedì 9 giugno 2025 non hanno ricevuto una copertura mediatica come era prevedibile, mentre le forze di governo hanno invitato esplicitamente a non andare a votare per far fallire la consultazione.

In altri tempi di grande partecipazione popolare, l’Italia ha vissuto due referendum abrogativi che hanno segnato una profonda svolta culturale e politica, con il quorum largamente superato, con una propaganda accesa e un forte confronto nelle piazze che hanno confermato con un NO all’abrogazione, la volontà della maggioranza degli elettori ed elettrici di mantenere in vigore la legge sul divorzio (votazioni del 1974) e poi quella sull’aborto (votazioni del 1981). Quesiti molto tecnici, ma dall’alto valore simbolico come quello in materia di energia nucleare nel 1987 e quello in materia elettorale nel 1983 hanno superato lo sbarramento del 50% +1 degli aventi diritti al voto. Il voto sul cosiddetto referendum Segni ha aperto le porte allo smantellamento del sistema proporzionale favorendo una logica bipolare che ha cambiato radicalmente la dialettica politica e la stessa esistenza dei partiti, travolti poi dagli effetti della caduta del blocco sovietico dal 1989 in poi.
Il 2011 ha registrato il successo inaspettato dei referendum sul nucleare e la gestione delle risorse idriche, anche se la vittoria del SI sostenuto da comitati popolari estranei ai grandi partiti non ha prodotto i risultati attesi. Sono molto avanzati, ad oggi, i progetti per il ritorno dell’Italia alle fonti energetiche nucleari, mentre il progetto di legge per la gestione pubblica dell’acqua si è arenato in Parlamento.
Motivi in più per chi è sempre più disamorato dello strumento del voto, cedendo all’idea che i poteri consolidati finiscono comunque sempre per imporsi.
Una grande fiammata referendaria si è registrata nel 2005 con una campagna molto intensa circa l’abrogazione richiesta dai militanti del partito radicale, con largo sostegno delle sinistre, di alcune disposizioni della legge 19 febbraio 2004, n. 40, recante “Norme in materia di procreazione medicalmente assistita”. In questo caso vinse l’invito ad astenersi per far fallire il referendum. Esito raggiunto grazie anche alla mobilitazione diretta della Cei guidata dall’allora cardinale Ruini.
Sono ricorrenti le polemiche sull’antidemocraticità dell’astensione come forma di voto nei referendum abrogativi, ma tale strategia, come già detto, è stata usata in precedenza anche dai partiti del centro sinistra per far fallire il referendum proposto da Rifondazione comunista in materia di licenziamenti nelle piccole imprese.
L’obbligo del voto, sanzionato in diversa maniera, non esiste più neanche per le elezioni politiche. Tra le riforme possibili dello strumento referendario c’è quella che ipotizza di alzare notevolmente il numero delle firme necessarie per proporre i quesiti al voto obbligatorio. Ma non è questa l’intenzione prevalente.
Anche se i temi dei referendum dell’8 e 9 giugno 2025 hanno una valenza che va oltre l’appartenenza politica, il raggiungimento del quorum è un test per valutare la consistenza dei partiti dell’opposizione parlamentare che ha aderito in gran parte alla proposta referendaria. Il M5S dà libertà di voto su quello della cittadinanza, mentre Calenda e Renzi sono contrari a quello sul lavoro.
Anche la manifestazione indetta a Roma per il 7 giugno 2025 sulla tragedia di Gaza può costituire una spinta al voto.
Tra le varie realtà presenti nella società italiana, la Cei ha emesso un comunicato del consiglio permanente che invita ad un attento discernimento. Una nota sull’importanza del voto referendario con il titolo Partecipare è custodire la democrazia, è stata emessa dal vice presidente della Cei, il vescovo di Cassano allo Ionio, Francesco Savino.
Alcuni media, cercando divisioni in ambito ecclesiale, hanno rilanciato una battuta del cardinale Parolin che ha detto che non andrà a votare, ma il segretario di Stato vaticano ha precisato che da gran tempo non si reca alle urne a causa dei suoi impegni internazionali e per il ruolo di ministro degli Esteri della Santa Sede.
Da parte sua Città Nuova ha promosso, come sempre, la conoscenza dei quesiti e delle ragioni differenti sul merito delle questioni, confidando nella capacità di ognuno di maturare una scelta libera e consapevole.
Sul sito si possono trovare i Focus distinti dedicati alla cittadinanza e al lavoro.
https://www.cittanuova.it/focus/dibattito-sul-referendum-cittadinanza/
https://www.cittanuova.it/focus/dibattito-referendum-sul-lavoro-8-e-9-giugno-2025/
Il Mppu in Italia ha promosso in diverse regioni dibattiti sul referendum come contributo al dialogo aperto e rispettoso verso tutti, che è uno dei cardini della democrazia: https://italia.mppu.org/
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