Quale pappa per conigli, cavie e furetti?

Nelle case degli italiani, oltre al cane e al gatto, è sempre più frequente trovare i cosiddetti "animali non convenzionali". Ecco come nutrirli nella maniera più adeguata
conigli

Come già altre volte abbiamo detto, gli animali da compagnia non convenzionali sono un mondo a parte, e lo sono anche nei riguardi dell’alimentazione. Potrebbe fare lievemente eccezione il furetto nel quale i numerosi anni di addomesticamento lo hanno reso in molti punti simile al gatto. Come quest’ultimo, infatti, anche il furetto è un carnivoro obbligato. Questo lo rende particolarmente esigente verso una dieta ricca di grassi animali e di proteine e soprattutto di proteine nobili (di origine animale). Ragion per cui una dieta costituita da prede animali intere (topini o ratti) scongelate costituisce il meglio che si può proporre in cattività ad un furetto. L’alternativa tuttavia è rappresentata da alimenti commerciali con un elevato apporto proteico, ricchi di grassi e con una minima quantità di fibra (più simili a quelli del gatto che non a quelli del cane). I furetti non amano particolarmente il pesce che digeriscono con difficoltà, in alcuni casi può addirittura indurre vomito. Il cibo va lasciato ad libitum, essendo il furetto, come il gatto, abituato a pasti brevi e frequenti e poco resistente a digiuni prolungati. I cibi secchi sono da preferire a quelli umidi, i quali predispongono alla formazione di tartaro e gengiviti.

Il coniglio e le cavie, invece, essendo erbivori stretti, mangiano principalmente fieno ed erba, somministrati ad libitum, e solo in minima parte mangimi pellettati di buona qualità (specifici per specie) perché, fermentando, possono creare disturbi all’intestino e alla flora annessa. Inoltre, a differenza dei pellets, erba e fieno, oltre a favorire la corretta motilità intestinale, con il loro alto contenuto in fibre sono particolarmente adatti a consumare i denti che sono ad accrescimento continuo in entrambe le specie. Nel coniglio gli spinaci vanno somministrati solo saltuariamente, mentre le verdure a foglia possono essere proposte a volontà purchè l’animale sia stato abituato gradualmente a mangiarne. I cereali, invece, vanno evitati perché squilibrano la flora intestinale e predispongono all’obesità. Le patate, come molte piante ornamentali, sono tossiche per il coniglio.

Alle cavie vanno somministrate anche molte verdure, lavate e non fredde di frigo, facendo attenzione a proporne varietà diverse fin da quando sono piccole per evitare abitudini difficili da combattere. Tra le verdure sono da preferire peperoni, broccoli, cavoli, verdure a foglia verde scuro, spinaci, cicoria, bietole, kiwi ed arance perché ricchi di vitamina C. Tra le peculiarità di specie, infatti, ricordiamo che le cavie hanno necessità di un’integrazione con vitamina C, in ragione di circa 10-30 mg/kg al giorno, fino ad un massimo di 50 mg/kg in caso di gravidanza, malattia o forte stress (una dieta corretta è già completa, tuttavia integratori specifici o anche prodotti ad uso umano possono essere di aiuto).

Il coniglio, invece, ha l’esigenza di ingerire, direttamente dall’ano, un alimento parzialmente digerito dalla flora intestinale presente nel cieco (una porzione di intestino altamente specializzata per l’assimilazione della fibra), ricco di sostanze nutritive e di batteri utili alla digestione, conosciuto come ciecotrofo. Questa operazione è una vera e propria coprofagia e non va ostacolata (attenzione alle gabbie con doppio fondo e pavimento traforato) né inibita. Alcuni cibi vanno decisamente evitati: dolci, cereali, pane ed affini, prodotti caseari e latte, bastoncini di miele, semi, granaglie e fioccati.

Ogni variazione della dieta va effettuata gradualmente in circa una settimana. Infine, nel furetto, nel coniglio e nelle cavie l’acqua, lasciata sempre a disposizione e cambiata spesso, va somministrata con un abbeveratoio a goccia.

(A cura della dott.ssa Letizia D'Avino – Centro medico veterinario "Zoe", via Aldo Moro 75, Somma Vesuviana, Napoli)

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