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Prendersi cura di se stessi, per poter aiutare gli altri

di Serena Scotto d’Abusco

- Fonte: Città Nuova

Più si riesce a comprendere realmente cosa si desidera, più si comprenderanno i desideri dell’altro.

A volte può accadere di non riuscire a porre dei confini chiari fra noi stessi e gli altri. Può anche accadere di sentirci sopraffatti. Aiutiamo il prossimo con grande vitalità ed entusiasmo, ma poco riusciamo a tutelare noi stessi.

Per riuscire a prendersi cura degli altri, invece, è necessario per prima cosa prendersi cura di sé stessi. Per fare ciò è di vitale importanza mettere a fuoco i propri bisogni personali. Definirsi e capire cosa è importante per ciascuno di noi. Autocentrarsi.

A tal fine può risultare interessante chiedersi: «Cosa voglio realmente?». A volte può essere utile stilare una lista partendo da una semplice frase «io voglio» seguito dal desiderio che il nostro cuore e la nostra mente ci suggeriscono. Nel riconoscimento e nella definizione dei desideri può essere utile scegliere cose che hanno un carattere concreto, cose che realmente se si realizzassero domani stesso sarebbero per noi fonte di soddisfazione e gioia. Spesso, infatti, il rischio è quello di costruirci una realtà poco autentica, in cui strutturiamo desideri che non desideriamo realmente. Restando intrappolati all’interno di pensieri che non sono in linea con quanto il nostro essere più profondo vorrebbe.

Ludovica, ad esempio, sono anni che dice di voler cambiare lavoro. Se ne lamenta costantemente, sente profondamente dentro di sé un’insoddisfazione e non riesce però ad uscire da quest’impasse. È bloccata all’interno di una situazione che la fa sentire terribilmente impotente. Per cercare di dare una svolta al suo malessere, a Ludovica potrebbe essere utile chiedersi: «Che tipo di lavoro mi piacerebbe fare? A cosa sono disposta a rinunciare per raggiungere quell’obiettivo? Cosa mi frena dal mettere in atto delle scelte che mi porterebbero a lasciare il mio lavoro attuale?». Ed infine porsi una domanda meno intuitiva delle altre, ma di centrale importanza: «Cosa guadagno dal non cambiare lavoro? Quale parte di me si oppone al cambiamento e perché?».

Dinanzi a ciascuna scelta, anche a quella che ci sembra maggiormente infelice, è necessario dare voce ai nostri bisogni più nascosti, ai bisogni che facciamo fatica ad accettare, ai desideri a volte più semplici, ma che per orgoglio o semplice difficoltà non riusciamo ad esplicitare: anche quelli meritano dignità e rispetto. Dopo essersi posta queste domande, Ludovica potrebbe, ad esempio, comprendere che in realtà, sebbene il lavoro che svolge la renda insoddisfatta, sarebbe troppo grande per lei la fatica nel trovarsi all’interno di un nuovo contesto lavorativo in cui non conosce nessuno. Oppure potrebbe capire che è vero che il lavoro la rende insoddisfatta, ma che, allo stesso tempo, si tratta di un lavoro a pochi passi da casa e non vorrebbe mai e poi mai perdere questa comodità.

Ed ancora potrebbe realizzare che cambiare lavoro significa deludere le aspettative di persone a lei molto care e che al momento questa è una difficoltà che non riesce ad affrontare. E così via. Mettere a fuoco quello che realmente il nostro cuore desidera può essere fondamentale per raggiungere i nostri obiettivi e pacificarci con la realtà attuale. Solo quando sono consapevole di cosa ho bisogno, riesco a capire come comunicarlo agli altri. Solo quando ho davvero chiaro dinanzi a me quali sono i miei desideri posso attivarmi maggiormente per soddisfarli, posso essere più vigile nel riconoscere le opportunità che la vita mi sta mettendo dinanzi ed evitare di farmele scappare.

Questo esempio citato parla di una scelta lavorativa, ma può essere allargato a tutti i campi della nostra vita: con il partner, con gli amici, all’interno del contesto di volontariato, con i figli, nell’ambiente sportivo, ecc. La cosa straordinaria è che quanto più i nostri bisogni saranno chiari a noi stessi, tanto più sarà  facile esprimerli agli altri. Sarà più facile comprendere cosa per noi è fondamentale e cosa meno.

Una volta compreso questo, saremo anche più in grado di rinunciare magari ad una parte di questi bisogni per dare spazio sia ad altre esigenze personali che alle esigenze degli altri che ci circondano. Si tratterà però di una rinuncia più libera e autentica perché consapevole. Non saranno gli altri a sopraffarci, ma saremo noi a decidere di farci sopraffare in alcune cose, attività, bisogni ecc. a cui decidiamo di rinunciare, che decidiamo di mettere in secondo piano, tenendo bene a mente però qual è il nostro limite invalicabile, oltre il quale non ci è possibile andare.

Alla luce di ciò, sarà anche più spiccata la capacità empatica di ciascuno: più riesco a comprendere realmente cosa desidero, più sarò in grado di comprendere i desideri dell’altro; più sarò in grado di rispettare me stesso più riserverò lo stesso rispetto anche agli altri.

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