Il Premio letterario Basilicata è nato nel 1972 ed è cresciuto raggiungendo quest’anno la 54a edizione. Merito certamente anche dei suoi due presidenti: il primo fu l’avvocato Andrea Varango, fondatore a Potenza nel 1965 del Circolo Culturale Silvio Spaventa Filippi (protagonista di un’altra storia affascinante scritta da un lucano: quella della nascita del Corriere dei Piccoli); il secondo è il successore e attuale anfitrione, il professor Santino Bonsera. Le prime 24 edizioni del premio furono presiedute da Varango, le successive 30 da Bonsera.
Al riguardo ci sarebbero parecchie valide considerazioni da fare, ma per limitarci a questi giorni, è sufficiente ricordare che una delle sezioni (ce ne sono altre 6) del Premio letterario Basilicata è quella dedicata a Letteratura spirituale e Poesia religiosa, inaugurata nel 1987 da Carlo Bo e per molti anni guidata da Gianfranco Ravasi. Tra la quarantina di premiati di questa sezione (la cui giuria è oggi presieduta dal prefetto della Biblioteca Apostolica vaticana, Mauro Mantovani) ci sono stati fra gli altri, nel corso degli anni: Divo Barsotti, David Maria Turoldo, Joseph Ratzinger, Elio Toaff, Mario Luzi, Cettina Militello e Franco Cardini. Quest’anno il riconoscimento per la Letteratura spirituale e Poesia religiosa del Premio Basilicata è stato attribuito a Margaret Karram, presidente del Movimento dei Focolari. Premiazione avvenuta l’8 dicembre 2025 nello scenario avvolgente e intensamente evocativo del teatro Francesco Stabile di Potenza, una piccola chicca fra i teatri italiani dell’’800 dedicati alla musica lirica.
Margaret Karram è dal 2021 la terza presidente del Movimento dei Focolari, dopo Chiara Lubich e Maria Voce. Israeliana di famiglia palestinese, ha studiato ebraismo all’American Jewish University di Los Angeles ed è stata per diversi anni corresponsabile dei Focolari in Terra Santa, collaborando con le Commissioni per il dialogo interreligioso e con il Coordinating Inter-Religious Council in Israel, organizzazione associata a Rabbis for Human Rights e collegata con una sessantina di organizzazioni ebraiche, musulmane e cristiane, compresi gruppi arabo-ebraici, forum interreligiosi, istituti, università, musei e diverse istituzioni internazionali, come Religions for Peace ed altre. Nel 2013, Margaret Karram ha ricevuto – insieme alla studiosa ebrea Yisca Harani – il Mount Zion Award for Reconciliation; e nel 2016 il Premio Internazionale Santa Rita per la promozione del dialogo tra cristiani, ebrei e musulmani.

Intervento di Margaret Karram sul suo libro “Prossimità, via alla pace. Pagine di vita” Potenza, 8 dicembre 2025. Foto di Annalisa Pacchetti.
Durante la cerimonia di consegna del Premio Basilicata, l’8 dicembre a Potenza, Margaret Karram ha letto fra l’altro alcuni brani poetici tratti dal suo ultimo libro, appena pubblicato da Città Nuova: Prossimità, via alla pace. Pagine di vita. Durante la serata, presentata da Angela Maria Salvatore e allietata dal Quartetto Pergolesi, dopo il saluto di Giorgio Costantino della BCC Basilicata e in rappresentanza del Gruppo Solida, particolarmente gradito è stato l’intervento del vicario episcopale don Antonio Savone, che ha portato i saluti del vescovo Davide Carbonaro ed ha invitato tutti ad apprezzare il valore della “non utilità”, di ciò che non ha valore economico ma un grande valore umano e relazionale.
In precedenza, nella vicina sala del Consiglio comunale, il presidente Pierluigi Smaldone aveva accolto con calore Margaret Karram a nome della città, e nel consegnarle la medaglia del Comune di Potenza, aveva colpito i presenti sottolineando la fratellanza e la pace autentica, quella che accoglie le differenze e le valorizza, di cui Margaret Karram e il Movimento dei Focolari sono promotori.
A conclusione di questa sorta di relazione vorrei però aggiungere una provocazione. Ho citato il premio, luoghi e connessioni culturali e letterarie, e molti nomi e suggerito qualche intrigante curiosità. Non l’ho fatto per redigere un catalogo o per compilare una sorta di fiera delle vanità. Ma per provocare i lettori nello spirito che indicava il grande Umberto Eco. Un premio letterario, infatti, si dà ad uno scrittore, una scrittrice: è un riconoscimento e un ringraziamento per i libri che ha scritto e per le storie e i pensieri che ci ha trasmesso.
Scriveva appunto Eco nel 1991: «Non ce ne rendiamo conto, ma la nostra ricchezza rispetto all’analfabeta (o di chi, alfabeta, non legge) è che lui sta vivendo e vivrà solo la sua vita e noi ne abbiamo vissuto moltissime. Ricordiamo, insieme ai nostri giochi d’infanzia, quelli di Proust, abbiamo spasimato per il nostro amore ma anche per quello di Piramo e Tisbe, abbiamo assimilato qualcosa della saggezza di Solone, abbiamo rabbrividito per certe notti di vento a Sant’Elena e ci ripetiamo, insieme alla fiaba che ci ha raccontato la nonna, quella che aveva raccontato Sheherazade”. (Tratto da: U. Eco, Perché i libri allungano la nostra vita, in La bustina di Minerva, Bompiani 2000, p. 232).
A questo, ritengo, servono i premi letterari, ad allungare la vita dei lettori e rifornirla della cultura necessaria per rendere il mondo, per quanto possibile, migliore.